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THOMAS-BARDET PER LA ROSA GANNA NON SOLO CRONOMETRO ALAPHILIPP­E ALLA RISCOSSA Oltre a Pogacar, la stella più attesa dell’edizione 107, ecco sette tra i protagonis­ti che promettono spettacolo

- di Ciro Scognamigl­io @CIROGAZZET­TA

Successi a Giro, Tour, Vuelta. Mondiali su strada, in linea e a cronometro. Ori olimpici in pista, classiche prestigios­e e risultati storici. Abbiamo scelto sette uomini che al Giro d’Italia – mancano giusto sette giorni al via di sabato con la Venaria Reale-Torino porteranno tutto questo, assieme alla promessa di dare spettacolo. Perché non c’è dubbio che il centro di gravità permanente dell’edizione 107 sarà Tadej Pogacar, attesissim­o al debutto e a caccia della storica doppietta con il Tour de France che manca dal Pantani 1998. Ma di motivi di interesse ce ne sono tanti altri. E di personaggi, pure. Eccone, appunto, sette esempi.

UN CONTO APERTO Geraint Thomas Mr G… come Giro?

In un certo senso, Geraint Thomas si è già trovato un futuro dopo il ritiro, perché il podcast su ciclismo e dintorni che ha creato è molto seguito e offre parecchi spunti interessan­ti. Ma Mister G, re del Tour 2018 (più un secondo e un terzo posto), ha allungato il contratto con Ineos fino al 2025 e con il Giro ha un conto più che aperto. Perché nel 2017 e nel 2020 cadute e sfortuna lo hanno tolto di mezzo. E perché l’anno scorso solo un grande Primoz Roglic gli ha sfilato la rosa all’ultima occasione utile, la crono del Lussari.

idee del gallese, un passato da fuoriclass­e in pista con due ori olimpici e tre mondiali nell’inseguimen­to a squadre, sono molto chiare: «Pogacar è il netto favorito, ma il nostro piano sarà di essere aggressivi e cercare ogni opportunit­à per mettergli pressione e guadagnare tempo».

L’ULTIMO DEI ROMANTICI Romain Bardet L’attaccante nato

Quando Laurent Fignon vinse il Giro nel 1989 – è l’ultimo francese a esserci riuscito – Romain Bardet doveva ancora nascere. Negli anni in cui Froome dominava, ha messo insieme due podi al Tour – 2° nel 2016, 3° nel 2017 – riuscire a fare l’ultimo passo, quello che i connaziona­li aspettano dai tempi di Hinault. Al Giro riparte dal 7° posto di tre anni fa, mentre nel 2022 si era dovuto ritirare: ha sempre avuto un debole per la corsa della Gazzetta e il 2° posto alla Liegi ne certifica l’ottima forma. Romain ama il ciclismo “all’antica”: non è un maniaco di dati, misuratori di potenza, lunghissim­i ritiri. E in salita non ha paura di attaccare: neanche se di fronte ha Pogacar.

IL NOSTRO GIGANTE Filippo Ganna L’amato filo rosa

Riallaccia­re il filo rosa, questo interessa anzitutto a Filippo GanLe na. Nell’anno olimpico - inseguirà il doppio oro a Parigi, tra crono e quartetto - il nostro gigante vuole tornare a essere quello che diede spettacolo nelle prime due partecipaz­ioni al Giro d’Italia: tra il 2020 e il 2021, sei successi di tappa e 5 giorni in rosa. Poi l’assenza del 2022, e il ritiro causa Covid dell’anno scorso: il piemontese punta alle due crono, certo, ma potrebbe giocare le proprie carte anche in qualche tappa mista. L’Italia lo aspetta.

IL MOSCHETTIE­RE Julian Alaphilipp­e Ciclo-champagne

Nel triennio tra il 2019 e il 2021 Julian Alaphilipp­e è stato una gasenza

ranzia di spettacolo: due Mondiali, Sanremo, Strade Bianche, due delle tre Freccia Vallone che ha in bacheca, e un Tour de France (2019) condotto a lungo prima di chiudere 5°. Assalti coraggiosi, senza calcoli. Dopo Pogacar, è il debuttante più qualificat­o. Negli ultimi tempi ha dovuto arretrare, tra problemi fisici e le bordate del suo team manager Patrick Lefevere. L’ultimo retroscena è sembrato clamoroso: «Ho corso le classiche di primavera con una frattura alla testa del perone, dopo la caduta alla Strade Bianche. Non volevo scuse». Riuscisse a ritrovarsi, sarebbe un candidato perfetto per la prima maglia rosa che sarà assegnata a Torino fra sette giorni.

VECCHI TEMPI Nairo Quintana Dieci anni dopo

Tra i 176 al via, solo uno può dire di aver già vinto il Giro: è Nairo Quintana, primo colombiano di sempre a riuscirci, nel 2014. Secondo poi nel 2017 (detronizza­to da Dumoulin all’ultima crono), Nairo non era più tornato. Ritrovata la maglia Movistar, conta di mostrare qualche sprazzo di classe. Dove? In salita, naturalmen­te.

IL PIONIERE Biniam Girmay L’Africa per stupire

Il 17 maggio 2022 Biniam Girmay aveva un appuntamen­to con la storia al Giro, e ci è arrivato puntuale: primo eritreo di sempre a vincere una tappa, dopo aver sfiancato in volata, a Jesi, Mathieu Van der Poel. Poi il ritiro a causa del tappo dello spumante finitogli in un occhio: ora, il ritorno. Con la voglia di ritornare al successo, e senza più imprevisti.

A TUTTA VELOCITÀ Jonathan Milan Lo sprint, casa sua

Al debutto, l’anno scorso, aveva impression­ato: una tappa, quattro secondi posti, maglia ciclamino. Jonathan Milan ha cominciato bene la stagione della conferma, e il Giro è il momento clou per ribadire di essere il riferiment­o delle volate, ora che avrà anche un treno a disposizio­ne. Con la benedizion­e di Viviani: «Ha tutto per essere il re dello sprint». E se lo dice lui...

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 ?? ?? Tre stelle da guardare 1 Geraint Thomas, 37 anni, gallese, re del Tour 2018, 2° al Giro 2023
2 Romain Bardet, 33 anni, francese, al Tour 2° nel 2016 e 3° nel 2017
3 Filippo Ganna, 27 anni, olimpionic­o,
2 ori mondiali a cronometro e 7 in pista
Tre stelle da guardare 1 Geraint Thomas, 37 anni, gallese, re del Tour 2018, 2° al Giro 2023 2 Romain Bardet, 33 anni, francese, al Tour 2° nel 2016 e 3° nel 2017 3 Filippo Ganna, 27 anni, olimpionic­o, 2 ori mondiali a cronometro e 7 in pista

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