La Gazzetta dello Sport - Puglia
Lega in continuo pressing per Salvini al Viminale Pnrr, l’appello di Draghi
Il Carroccio tira dritto ma il leader apre ad altri ruoli II premier uscente: «La politica ora collabori»
Il presidente russo Vladimir Putin, 69 anni, osserva le esercitazioni militari nella regione di Primorsky Krai, nell’Est della Russia, dove sono stati arruolati per la mobilitazione parziale anche 150 funzionari del territorio o hanno capito anche i sassi che al Nord abbiamo perso i voti». L’ex deputato della Lega, Paolo Grimoldi, per conto di Umberto Bossi, lavora al Comitato del Nord «a sup- porto della Lega». Rumoreggia la base del Carroccio nelle stesse ore in cui il suo leader, Matteo Salvini, esce dal consiglio federale del partito con il «pieno mandato per proseguire i lavori con gli alleati» e la lista dei desideri per il governo (a Roma). Quali i ministeri “richiesti”? Interno, Infrastrutture e Trasporti (che, non a caso, ha la delega alle Capitanerie e alla Guardia Costiera), Agricoltura, Affari regionali o Riforme per l’autonomia, nodo questo fondamentale per la Lega. E dove Luca Zaia, governatore del Veneto - che ha suggerito la conferma dei dicasteri leghisti uscenti (Disabilità, Turismo e Sviluppo economico) - vorrebbe un lombardo o uno dei suoi. Proprio un ministro in carica come Giancarlo Giorgetti chiarisce: «Non abbiamo parlato di nomi. Il Viminale solo per Salvini? Mi sembra il candidato naturale...». Anche Sanità, Giustizia e Turismo sarebbero alcuni desiderata emersi.
«LLodo Ma il pressing del Carroccio per un ritorno del capo agli Interni potrebbe scontrarsi con il cosiddetto “lodo Meloni”: ovvero, nessuno potrà fare il ministro nel suo governo se già lo ha fatto in precedenza nello stesso ministero. Un modo per sancire la discontinuità rispetto all’esecutivo Draghi (al netto delle diverse posizioni fra Salvini e Fratelli d’Italia, ad esempio, sul controllo del- le migrazioni). E se Antonio Tajani nega ancora veti di Forza Italia sul leghista all’Interno («decidono il Cav con Meloni e il Colle»), il sindaco di Milano Beppe Sala mette il dito nella piaga: «Il dibattito con Salvini causerà a Meloni più di una preoccupazione». E allora, il leader del Carroccio assicura che farà «quello che serve al Paese», aprendo per la prima volta a opzioni diverse rispetto all’agognato ritorno al Viminale. Poi, elenca gli obiettivi della Lega: «Sbloccare i cantieri fermi, riportare sicurezza nelle città, estendere la flat tax fino a 100 mila euro di fatturato (malgrado Confindustria, ndr), azzerare una volta per tutte la legge Fornero e applicare l’autonomia». Il Carroccio vuole chiudere la stagione dei tecnici in un nuovo esecutivo che i tecnici potrebbe vederli nelle caselle economiche cruciali, con il resto della squadra composta principalmente da politici. Giorgia Meloni riunisce intanto (oggi) l’esecutivo di FdI e lavora al passaggio di testimone sui dossier più delicati: ieri ha (irritualmente) incontrato il ministro della Transizione ecologica Cingolani per concordare la strategia sul tema energia.
Social «Azioni di singoli Stati tese a sfruttare i propri punti di forza rischiano di interferire nella competitività delle aziende e creare distorsioni nel mercato unico europeo», scrive poi sui social Meloni, con riferimento alla Germania. E c’è chi mormora che Cingolani potrebbe rimanere come ministro (ma il lodo?). In un sudoku che potrebbe vedere Fabio Panetta o Domenico Siniscalco all’Economia, Matteo Piantedosi e Giuseppe Pecoraro verso il Viminale (con Salvini magari all’Agricoltura), Elisabetta Belloni o Tajani agli Esteri, l’azzurra Licia Ronzulli a Salute o Scuola. Ma, intanto, è il premier uscente, Mario Draghi a fissare il punto sugli impegni presi: alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Draghi ha detto che «il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia e rilanciare il Paese. C’è bisogno di collaborazione, ma soprattutto di lavoro, crescita e gestione oculata delle risorse». Presto sarà compito di Meloni. Che, in serata, “apprezza” la disponibilità di Salvini a “cedere” il Viminale: «Conferma la linea del centrodestra, offrire le risposte migliori al Paese. I tempi? Chiedete al Colle, non a me».
Il Pnrr non è il piano di un governo ma di tutta l’Italia e ha quindi bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita con gli obiettivi previsti -
Mario Draghi Presidente del Consiglio uscente