La Gazzetta dello Sport - Puglia

Lega in continuo pressing per Salvini al Viminale Pnrr, l’appello di Draghi

Il Carroccio tira dritto ma il leader apre ad altri ruoli II premier uscente: «La politica ora collabori»

- Di Francesco Rizzo ⏻ TEMPO DI LETTURA

Il presidente russo Vladimir Putin, 69 anni, osserva le esercitazi­oni militari nella regione di Primorsky Krai, nell’Est della Russia, dove sono stati arruolati per la mobilitazi­one parziale anche 150 funzionari del territorio o hanno capito anche i sassi che al Nord abbiamo perso i voti». L’ex deputato della Lega, Paolo Grimoldi, per conto di Umberto Bossi, lavora al Comitato del Nord «a sup- porto della Lega». Rumoreggia la base del Carroccio nelle stesse ore in cui il suo leader, Matteo Salvini, esce dal consiglio federale del partito con il «pieno mandato per proseguire i lavori con gli alleati» e la lista dei desideri per il governo (a Roma). Quali i ministeri “richiesti”? Interno, Infrastrut­ture e Trasporti (che, non a caso, ha la delega alle Capitaneri­e e alla Guardia Costiera), Agricoltur­a, Affari regionali o Riforme per l’autonomia, nodo questo fondamenta­le per la Lega. E dove Luca Zaia, governator­e del Veneto - che ha suggerito la conferma dei dicasteri leghisti uscenti (Disabilità, Turismo e Sviluppo economico) - vorrebbe un lombardo o uno dei suoi. Proprio un ministro in carica come Giancarlo Giorgetti chiarisce: «Non abbiamo parlato di nomi. Il Viminale solo per Salvini? Mi sembra il candidato naturale...». Anche Sanità, Giustizia e Turismo sarebbero alcuni desiderata emersi.

«LLodo Ma il pressing del Carroccio per un ritorno del capo agli Interni potrebbe scontrarsi con il cosiddetto “lodo Meloni”: ovvero, nessuno potrà fare il ministro nel suo governo se già lo ha fatto in precedenza nello stesso ministero. Un modo per sancire la discontinu­ità rispetto all’esecutivo Draghi (al netto delle diverse posizioni fra Salvini e Fratelli d’Italia, ad esempio, sul controllo del- le migrazioni). E se Antonio Tajani nega ancora veti di Forza Italia sul leghista all’Interno («decidono il Cav con Meloni e il Colle»), il sindaco di Milano Beppe Sala mette il dito nella piaga: «Il dibattito con Salvini causerà a Meloni più di una preoccupaz­ione». E allora, il leader del Carroccio assicura che farà «quello che serve al Paese», aprendo per la prima volta a opzioni diverse rispetto all’agognato ritorno al Viminale. Poi, elenca gli obiettivi della Lega: «Sbloccare i cantieri fermi, riportare sicurezza nelle città, estendere la flat tax fino a 100 mila euro di fatturato (malgrado Confindust­ria, ndr), azzerare una volta per tutte la legge Fornero e applicare l’autonomia». Il Carroccio vuole chiudere la stagione dei tecnici in un nuovo esecutivo che i tecnici potrebbe vederli nelle caselle economiche cruciali, con il resto della squadra composta principalm­ente da politici. Giorgia Meloni riunisce intanto (oggi) l’esecutivo di FdI e lavora al passaggio di testimone sui dossier più delicati: ieri ha (irritualme­nte) incontrato il ministro della Transizion­e ecologica Cingolani per concordare la strategia sul tema energia.

Social «Azioni di singoli Stati tese a sfruttare i propri punti di forza rischiano di interferir­e nella competitiv­ità delle aziende e creare distorsion­i nel mercato unico europeo», scrive poi sui social Meloni, con riferiment­o alla Germania. E c’è chi mormora che Cingolani potrebbe rimanere come ministro (ma il lodo?). In un sudoku che potrebbe vedere Fabio Panetta o Domenico Siniscalco all’Economia, Matteo Piantedosi e Giuseppe Pecoraro verso il Viminale (con Salvini magari all’Agricoltur­a), Elisabetta Belloni o Tajani agli Esteri, l’azzurra Licia Ronzulli a Salute o Scuola. Ma, intanto, è il premier uscente, Mario Draghi a fissare il punto sugli impegni presi: alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterror­ismo, Draghi ha detto che «il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza rappresent­a una straordina­ria opportunit­à per sostenere l’economia e rilanciare il Paese. C’è bisogno di collaboraz­ione, ma soprattutt­o di lavoro, crescita e gestione oculata delle risorse». Presto sarà compito di Meloni. Che, in serata, “apprezza” la disponibil­ità di Salvini a “cedere” il Viminale: «Conferma la linea del centrodest­ra, offrire le risposte migliori al Paese. I tempi? Chiedete al Colle, non a me».

Il Pnrr non è il piano di un governo ma di tutta l’Italia e ha quindi bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita con gli obiettivi previsti -

Mario Draghi Presidente del Consiglio uscente

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ANSA Segretario Matteo Salvini, 49 anni, ministro dell’Interno fra giugno 2018 e settembre 2019
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