La Gazzetta dello Sport - Puglia

« Kulusevski e Chiesa pagati troppo da Fabio Ha drogato il mercato»

Cherubini critica Paratici: «Acquisti senza senso o fuori portata»

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on solo plusvalenz­e “finte” o “artificial­i”, per replicare termini usati da Federico Cherubini, attuale Football Director della Juventus e allora braccio destro di Fabio Paratici, nel suo “libro nero di FP”. La gestione sportiva della Juve sotto l’ex Chief Football Officer, oggi al Tottenham, si è caratteriz­zata anche per alcune spese pazze. E no, non ci riferiamo a Cristiano Ronaldo o De Ligt. Parola di Cherubini stesso, in un’intercetta­zione: «Fabio ha drogato il mercato. Cioé, anche Kulusevski o Chiesa, che sono ottimi giocatori, ma quando li abbiamo comprati noi li abbiamo pagati troppo (...) Kulusevski aveva fatto cinque mesi in Serie A e l’abbiamo pagato 35 più 9 di bonus: sono 44». Non a caso, l’acquisto dall’Atalanta dello svedese viene bollato alla voce “acquisti senza senso o investimen­ti fuori portata” nel “libro nero” dell’attuale d.s., che poi ricorderà, in altre conversazi­oni intercetta­te dagli inquirenti, come abbia generato una sorta di circolo vizioso tra Juve e Dea, proseguito con le operazioni Muratore, Romero e Demiral per crediti e debiti pregressi, mai resi ufficiali nei bilanci.

NIl metodo Un vero e proprio “metodo Paratici”. Così alla Procura di Torino definiscon­o gli anni di gestione sportiva alla Juve dell’ex Chief Football Officer. Un metodo che, secondo le carte dell’accusa e soprattutt­o diverse intercetta­zioni in seno a dirigenti e collaborat­ori bianconeri, si basa sull’utilizzo massiccio e “malsano” (cit. Stefano Bertola, ex direttore finanziari­o del club) di plusvalenz­e. Dal 2018 al 2021, anno in cui ha lasciato Torino per Londra, Paratici aveva potere di firma sulle operazioni sino a 50 milioni. «Se Fabio si svegliava la mattina - dice in un’intercetta­zione Cherubini a Bertola - e aveva mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmare 20 milioni senza dirlo a nessuno. Era pericoloso». Un punto che, però, desta più di un dubbio: possibile che Paratici non dovesse rendere conto proprio a nessuno?

Il cappello di Marotta È ovvio che, una volta uscito dal club Beppe Marotta, Paratici avesse sì più libertà di manovra. Sempre Cherubini a Bertola, il 22 luglio 2021: «Il cappello sopra Fabio io l’avrei messo a sua tutela, perché è campione del mondo, trequartis­ta, numero 10... però viene valorizzat­o da chi gli dà equilibrio da sopra, che ogni tanto gliene stoppa uno (di affare ndr)». Bertola: «Sì perché va in loop». E Cherubini: «Lui a un certo punto non aveva più questo filtro (...) Non agiva per la Paratici srl, ma per la Juve eh (...) Ha fatto un fuori giri! E ti ha portato a fare delle operazioni che in un contesto di normalità non puoi fare... Spinazzola­Pellegrini non puoi farlo». Lo stesso Cherubini sarebbe andato in crisi: «Ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci (...) Mi sentivo che mi stavo vendendo l’anima perché (...) ero complice di alcune cose».

L’attuale d.s. «Mi sentivo come se stessi vendendo l’anima: sono stato complice, mi veniva da vomitare...»

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Insieme prima in bianconero e ora al Tottenham Fabio Paratici, 50 anni, e Dejan Kulusevski, 22: qui ai tempi della Juve

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