La Gazzetta dello Sport - Puglia

Una rossa di spine per il dopo Binotto Vasseur in pole Tornerà Resta?

Fra le sfide del nuovo team principal di Maranello rafforzare strategie, remote garage e direzione tecnica

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Charles Leclerc, 25 anni, festeggia ad Abu Dhabi il 2° posto nel Mondiale F.1 del 2022

Il monegasco scherza con il compagno di squadra Carlos Sainz, 28

Michael Andretti, 60 anni, figlio di Mario e titolare del loro team, dopo avere vinto la 500 Miglia di Indianapol­is del 2017 con il giapponese Takuma Sato

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a transizion­e verso il dopo Binotto non è facile. A Maranello si stanno vivendo giorni di attesa per capire chi sarà il successore del team principal uscente e che cosa cambierà con il suo arrivo. In pole c’è sempre il francese Frederic Vasseur del team Alfa Romeo. Il suo nome è circolato da subito, quando si è capito che la poltrona della Gestione Sportiva traballava, e rimane a tuttora l’unica candidatur­a di cui si sappia. Le dimissioni di Mattia Binotto scatterann­o di fatto a fine mese, sino ad allora l’ingegnere italosvizz­ero occuperà il suo ufficio di dirigente, poi da gennaio ci sarà posto per il sostituto. L’interim sarà guidato dall’amministra­tore delegato Benedetto Vigna, che ha partecipat­o a numerose riunioni tecniche nel corso del 2022, allargando la sua supervisio­ne all’attività sportiva e alla F.1. Ma lascia perplessi che la Ferrari non abbia dato scadenze, dicendo che «è iniziato il processo per identifica­re il nuovo team principal e che dovrebbe concluders­i nel nuovo anno».

LNiente pool Il tempo stringe, perché a marzo il Mondiale ripartirà, e una squadra come la Ferrari non può permetters­i di arrivare a ridosso del via senza chiarezza e un uomo forte al comando. La figura di Vasseur, legato da ottimi rapporti sia con il presidente John Elkann sia con l’a.d. Carlos Tavares nella galassia Stellantis, era stata presa in consideraz­ione già nell’estate dello scorso anno, quando Elkann cominciò a sondare alternativ­e a Binotto. La rossa nel 2022 è tornata a vincere quattro gare centrando il secondo posto nel campionato piloti con Charles Leclerc e in quello Costruttor­i. L’ossatura della squadra è rimasta stabile per molto tempo. Le figure di riferiment­o sono le stesse che Binotto aveva nel 2017-2018, quando era direttore tecnico, e cioè i fedelissim­i Enrico Cardile (capo sviluppo del telaio) e

David Sanchez (responsabi­le dell’aerodinami­ca), con Enrico Gualtieri divenuto nel frattempo reggente del reparto power unit. Non è possibile che il prossimo capo della Ges smantelli di colpo questa struttura. Anche perché la macchina 2023, praticamen­te definita a eccezione degli ulteriori sviluppi aerodinami­ci, è figlia delle loro idee. Allo stesso modo, non si vede all’orizzonte l’arrivo di un pool di fuoriclass­e, come accadde quando Luca di Montezemol­o e Jean Todt presero in blocco Michael Schumacher, Ross Brawn e Rory Byrne dalla Benetton. Lo scenario storico attuale della F.1 non lo consente. Ma non sarebbe sbagliato ripristina­re la figura del direttore tecnico, che Binotto aveva assorbito nel suo ruolo. Facile pensare a Simone Resta, che ha svolto questa funzione nell’Alfa Romeo di Vasseur (e di Leclerc) prima di tornare a Maranello per un breve periodo ed essere spedito alla Haas, per manifesta incompatib­ilità con Binotto. L’ingegnere cresciuto alla Minardi potrebbe avere finalmente uno spazio e un ruolo all’altezza alla Ferrari, dove è stato responsabi­le del telaio. Fra le aree da migliorare ci sono ovviamente le strategie, che hanno fatto acqua a Montecarlo, in Brasile e in altre occasioni. Sotto esame Inaki Rueda, un altro fedelissim­o di Binotto, e la sua spalla Ravin Jain, ma anche i quaranta “tattici” del remote garage di Maranello. Sarà un bel rebus riorganizz­are il settore.

Esperto

Da sinistra il danese Kevin Magnussen, il tedesco Mick Schumacher e l’ingegnere Simone Resta. Il direttore tecnico della Haas, 52 anni, ha un passato di F.1 in Minardi, Ferrari e Alfa Romeo

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