La Gazzetta dello Sport - Puglia

Oltre i dubbi e le paure La regina è sempre lei

- Di Paolo Marabini

na donna sola al comando, la sua divisa è blu con inserti tricolori, il suo nome è Sofia Goggia. Ma sì, possiamo anche scomodare Mario Ferretti, la sua epica radiocrona­ca al Giro d’Italia del ’49 e l’enfasi con cui annunciò il volo di Fausto Coppi nella Cuneo-Pinerolo, senza il timore di essere considerat­i irriverent­i. Perché questa Goggia - come quella che un anno fa, sempre a Lake Louise, infilò la tripletta delle meraviglie - è l’indiscussa dominatric­e della velocità, degna erede dell’amica Lindsey Vonn, anche se le cifre della sua carriera non potranno mai raggiunger­e quelle record della fenomenale americana. SuperSofi non finisce mai di stupirci. E alzi la mano chi avrebbe previsto una partenza col botto come questa, alla luce dell’infortunio che il 23 gennaio, a Cortina, le aveva sbarrato la strada verso la conferma sul trono olimpico. Con un recupero lampo, Sofia era riuscita fra mille paure e tanti pianti a presentars­i al cancellett­o della discesa di Pechino, arrivando anche a strappare un miracoloso secondo posto, seguito di lì a poco dalla terza coppa del Mondo di specialità. Ma poi ha dovuto resettare tutto, rimettere in equilibrio il suo corpo, ritrovare il feeling con la sua macchina da vittorie. Ed è stata la parte più difficile, accompagna­ta da notti insonni piene di dubbi. Del resto, si muove da tutta la carriera su ginocchia di cristallo: legittimo che si chiedesse se non fosse il caso di farsi operare un’altra volta. Così non è stato e anche per questo aspettavam­o con curiosità e anche un certo timore il suo debutto – ultima delle big azzurre a esordire quest’anno -: ma abbiamo ritrovato l’indomita Goggia di sempre. L’ultimo infortunio, per sua stessa ammissione, l’ha fortificat­a ancora di più, dopo averle richiesto un logorio, un dispendio di energie nervose mai provato prima. E un avvio come questo, certifica che la regina della velocità è perfettame­nte ritrovata, nel fisico e nel morale, e la sistema salda sul trampolino di lancio del prossimo quadrienni­o, direzione Milano-Cortina, per andare a saldare quel conto rimasto in sospeso, seppur di poco, sulle nevi cinesi. Sì, ne vedremo ancora delle belle.

UDietro di lei

Sofia Goggia, 30 anni, al centro, festeggia sul podio insieme alla seconda, l'austriaca Nina Ortlieb (a sinistra), 26 anni e alla terza, l'olimpionic­a svizzera Corine Suter, 28: la bergamasca ha vinto la 14a discesa in carriera, miglior azzurra di sempre

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