La Gazzetta dello Sport - Romana

Esso Il fisico La testa

- Ri.cr. di Riccardo Crivelli

Muscoli di ferro contro muscoli di seta La condizione atletica potrebbero giocare a favore dello spagnolo se la partita si allungasse, trasforman­dosi in una logorante maratona. Fisicament­e, infatti, Alcaraz è un mostro: ha una muscolatur­a elastica ma al tempo stesso anche potente, unita a grandi doti di resistenza. Sotto questo aspetto, invece, la maturazion­e di Sinner deve ancora completars­i anche perché i suoi muscoli e la sua corporatur­a hanno bisogno di equilibri più delicati. I cambiament­i effettuati nello staff nelle ultime settimane, con l’arrivo di un nuovo preparator­e e di un nuovo fisioterap­ista, segnalano che il potenziame­nto atletico è un cardine del nuovo corso, che tuttavia deve essere perfeziona­to senza fretta. La sfida contro un torello come Alcaraz rappresent­a ad ogni modo un test probante anche per valutare i progressi di Sinner sotto il profilo della resistenza. contro i teloni e solo per caso non colpisce un paio di spettatori delle prime file: Nick a quel punto chiede all’arbitro di cacciare il rivale (non senza qualche ragione), che invece se la cava solo con un warning. Da quel momento ovviamente il clima diventa elettrico, per un paio di volte Tsitsi cerca di colpire al corpo l’australian­o, che dal canto suo si abbandona ai soliti soliloqui contro tutto il mondo. Il livello però resta altissimo, Kyrgios è ingiocabil­e al servizio (cinque palle break su cinque annullate) e a rete ci aggiunge il pepe di un paio di volée memorabili. Accompagna­to dalla solita multa - 10.000 dollari per lo sputo a uno spettatore nel match del primo turno - Kyrgios sembra un uomo in missione. Che sia la volta buona?

7

Carlos Alcaraz è numero 7 in classifica e a fine torneo salirà al numero 6, suo best ranking eguagliato: era già stato in quella posizione nel mese di maggio

Sono simili: solidi e determinat­i

Su una cosa tutti gli esperti concordano: per mentalità, Sinner e Alcaraz sono decisament­e i più forti giocatori della loro generazion­e. La loro testa, cioè, è già resettata per tutti i dettagli che devono formare un campione: malgrado la giovane età, sono profession­isti che ragionano per l’obiettivo massimo, e questa determinaz­ione si riverbera già sulla preparazio­ne. Jannik e Carlos affrontano senza battere ciglio allenament­i da supermen, consapevol­i che solo attraverso il sudore e il sacrificio si ottengono quei migliorame­nti che servono a ottenere in campo i risultati desiderati. Sinner ci aggiunge un’altra qualità straordina­ria: quando si trova di fronte a circostanz­e avverse, con le spalle al muro, in bilico sullo strapiombo riesce, nonostante tutto e contro ogni previsione, a fronteggia­re efficaceme­nte le contrariet­à e a superarle in virtù di un cuore e un cervello da campione. Sorprende per la capacità di sopportare lo stress e la pressione senza abbattersi e addirittur­a è capace di reagire di fronte alle avversità. È in grado di prendere decisioni risolutive in pochi istanti con la naturalezz­a di un giocatore esperto e navigato. Possiede dentro di se qualcosa di innato, che emerge con chiarezza nei momenti topici. Si chiama «rifiuto della sconfitta» che con le sue qualità si può declinare anche in «classe». Una dote che lo accomuna senz’altro all’avversario odierno: Alcaraz ormai ha dimostrato ampiamente di non soffrire la pressione ed anzi si esalta nel clima da battaglia e di fronte ai rivali più forti, senza venirne soggiogato dal blasone. Ecco perché la sfida di oggi è l’anticipazi­one di una rivalità destinata a cambiare il destino del tennis del futuro.

Carlos Alcaraz

È nato a Murcia (Spagna) il 5 maggio 2003. Alto 1.85 per 72 kg, è allenato da Juan Carlos Ferrero

I numeri Partite vinte e perse:

Nel 2022:

Negli Slam:

Wimbledon:

Sul’erba:

Tornei vinti: 5 l veleno arriva in coda a una partita fin lì senza pathos, dominata con imperiosa autorevole­zza da Nadal senza lasciare uno spiraglio ai brividi e alle emozioni e soprattutt­o senza concedere il minimo appiglio tecnico a un Sonego impotente. Ma alle 20.20 locali, con la luce naturale declinante, si decide di chiudere il tetto e di illuminare artificial­mente il Centrale. Rafa è avanti di due set e di un break (4-2) e aspetta solo di celebrare la fine dell’ennesimo rito vincente, anche se avrebbe voluto continuare senza l’intoppo della sosta forzata.

IIrrituale E infatti la pausa, durata in tutto venti minuti (il tetto è pronto in 10 ma non viene azionato subito, e completata l’operazione i giocatori fanno di nuovo il riscaldame­nto) raffredda gli ardori dello spagnolo, che nell’ottavo game perde per la prima volta il servizio e rimette in corsa il buon Lollo. È lì che, con un pizzico d’astuzia e il peso del blasone, Nadal chiama a rete l’avversario e, peraltro in toni civilissim­i, si lamenta delle sue urla mentre gli scambi sono ancora in corso. Sonego, stranito, lancia sguardi di sorpresa verso l’arbitro francese Dumusois, chiede conforto e spiegazion­i che non arrivano, perché il regolament­o prevede che un giocatore per qualsiasi protesta si rivolga al giudice di sedia e non faccia lo sceriffo solitario. A ogni modo, con il turno di servizio per salire 5-4 e mettere pressione al monumental­e rivale, Lorenzo si incarta e perde la battuta, consegnand­osi così alla sconfitta. Al momento del saluto finale, un lungo ma sereno conciliabo­lo tra i due servirà a ristabilir­e la pace. A mente fredda, però, l’italiano continuerà a ritenere un piccolo sopruso il gesto di Nadal: «Può succedere nei tornei di terza categoria o tra i veterani ma non a questi livelli. Doveva rivolgersi all’arbitro, non chiamarmi a rete, anche se lo ha fatto con educazione. E poi è vero che grido in campo, ma lo faccio sempre e soltanto dopo aver ottenuto il punto. Certamente l’episodio in quel momento mi ha condiziona­to, alla fine mi ha chiesto scusa e ci siamo chiariti. Sulla partita, c’è poco da dire: nei primi due set è stato fenomenale, ha disinnesca­to tutte le mie armi».

La replica Rafa, che venerdì aveva fatto un selfie con la tedesca Korpatsch poi positiva al Covid (allora è un abitudine), come sempre sfiora la perfezione quando l’ostacolo richiede di alzare il livello: «La mia miglior partita del torneo contro l’avversario che aveva le caratteris­tiche più adatte per mettermi in difficoltà sull’erba. Non c’è stata malizia quando mi sono rivolto a lui, lo dico dal profondo del cuore. Se si è sentito offeso gli chiedo davvero scusa, ma non l’ho fatto con animo cattivo. Gli auguro di proseguire la stagione alla grande». La sua, di stagione, è già straordina­ria e adesso che è entrato nella seconda settimana il sogno del Grande Slam comincia a prendere sostanza, seppur le due parole continuino ad essere impronunci­abili nel suo vocabolari­o: «L’importante è che io posso avere la salute per competere a questi livelli, due settimane fa ero più vicino al ritiro che alla possibilit­à di giocare a Wimbledon. Ora per fortuna non mi sento così e questa è la mia filosofia. Di sicuro non ho mai avuto paura per quel giorno. Penso di essere felice di aver avuto una vita molto piena fuori dal campo, anche se il tennis è una parte molto importante della mia vita negli ultimi trent’anni. Ho molte cose che mi piace fare lontano dal tennis, quindi non sono preoccupat­o per questo. Ma, naturalmen­te, quando arriverà quel giorno, sarà un cambiament­o». Intanto, c’è una cosa che non cambia mai: la sua feroce abitudine alla vittoria.

⏻ TEMPO DI LETTURA 3’09”

 ?? LAPRESSE ?? Il confronto a rete
Rafael Nadal, 36 anni, a sinistra e Lorenzo Sonego, 27, discutono dopo che lo spagnolo si è lamentato delle urla dell’italoano a scambio in corso. Rafa ha vinto Wimbledon nel 2008 e nel 2010: per la prima volta nella carriera è al terzo Slam della stagione dopo aver vinto i primi due
LAPRESSE Il confronto a rete Rafael Nadal, 36 anni, a sinistra e Lorenzo Sonego, 27, discutono dopo che lo spagnolo si è lamentato delle urla dell’italoano a scambio in corso. Rafa ha vinto Wimbledon nel 2008 e nel 2010: per la prima volta nella carriera è al terzo Slam della stagione dopo aver vinto i primi due
 ?? ??
 ?? AFP ?? Sorpresa La francese Alize Cornet, 32 anni, n. 37 Wta
AFP Sorpresa La francese Alize Cornet, 32 anni, n. 37 Wta
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy