La Gazzetta dello Sport - Romana
IL BRASILE FAVEDERE LE STELLE UN TEMPO DI SAMBA APRE VINICIUS ANCHE NEY IN GOL COREA SOMMERSA I NUMERI
La Seleçao di Tite risolve la pratica nei primi 45’ con le reti del madridista, di Neymar (su rigore), Richarlison e Paquetà. Nei quarti c’è la Croazia
Chi dubitava del Brasile, chi sospettava che potesse precipitare nel “Coreanaço”, in una clamorosa disfatta contro la Corea del Sud, ha avuto la risposta. Il Brasile ha spazzato via la Sud Corea e ha trasformato l’ottavo di finale in una semi-amichevole. Neymar è tornato e ha assolto alla sua funzione di stella polare della squadra. Neymar come riferimento, come leader tecnico. Ha ragione Pelé: con Neymar il Brasile ha un’altra presenza scenica, è più sicuro di sé. Il Brasile per costituzione non può prescindere da un numero 10. Neymar ha segnato su rigore e oggi è a un passo da Pelé quanto a gol nella Seleçao, 76 a 77. E Neymar ha raggiunto o Rei nel ristretto club dei brasiliani a rete in tre edizioni dei Mondiali, con loro c’è Ronaldo il Fenomeno. Il Brasile ha festeggiato quattro gol in una volta sola, quando nelle prime tre partite ne aveva assommati soltanto tre. Il risultato blindato in 45 minuti, un fisiologico allentamento nella ripresa. Il Brasile ai Mondiali non aveva mai realizzato tre gol nella prima mezzora come è successo ieri sera. Tutto facile, forse troppo. Il Brasile è stato bravo a rendere semplice una partita che sembrava difficile, ma la friabilità difensiva della Corea impone cautela, obbliga a chiedersi quanta realtà ci sia in tanta facilità. Lo scopriremo venerdì, quando la Seleçao nei quarti affronterà la Croazia, avversario più strutturato.
Il ciclone Il Brasile sul 2-0 in meno di un quarto d’ora, in pratica partita finita prima di cominciare. Brasile subito accampato nella metà campo della Corea, schiacciata all’indietro, rannicchiata in una doppia linea difensiva, che il Brasile ha sabotato in fretta. A Tite è bastato allargare le ali, Raphinha a destra e Vinicius a sinistra. Le linee coreane si sono sfilacciate, sono stati persi i riferimenti. Strappo di Raphinha a destra, cross basso ad attraversare l’area, palla a Vinicius dimenticato sul secondo palo e gol emblematico del marasma coreano. Il 2-0 è arrivato grazie a un rigore concesso con la fiscalità delle nuove direttive regolamentari, Neymar il trasformatore. Il 3-0 rappresenta il Brasile di Tite, un mix di creatività e di razionalità, senza soffocare la
gioia e la bellezza tipiche della Seleçao. Al principio dell’azione Richarlison ha fatto la foca, ha palleggiato con tre tocchi di testa, poi ha innescato un bellissimo vortice palla a terra. Richarlison-Marquinhos-Thiago Silva e ancora Richarlison a chiudere con il gol una combinazione esemplare ed eseguita alla velocità della luce. Mal di testa diffusi tra i coreani, l’evoluzione della specie del calcio brasiliano. Samba e bossa nova appartengono al Novecento, il Brasile suona oggi una musica diversa, funzionale al nuovo millennio. Una genialità non più morbida e danzata, ma rapida e feroce, sorretta dalla stabilità di fondo dei cinque giocatori difensivi, i quattro davanti ad Alisson, più Casemiro. Gli altri cinque, da Paquetà in su, “fatturano” la fase offensiva, senza dimenticare che il 3-0 capolavoro è nato da un duetto tra Marquinhos e Thiago Silva, i difensori centrali rimasti in area coreana dopo una palla inattiva. A seguire, prima dell’intervallo, il 4-0 di Paquetà, lesto a metter dentro un cross da sinistra di Vinicius. Se al Mondiale c’è un giocatore in grado di raggiungere i picchi di velocità di Mbappé, questi è Vinicius, non arginabile nel momento in cui alza i giri del motore e li porta oltre qualunque soglia umana.
L’amichevole Sul 4-0 la ripresa non poteva che trascinarsi, con il Brasile in controllo e attento a non subire altri infortuni, e con la Corea alla ricerca di un gol che attenuasse il colpo. Alla fine sono state quattro le parate importanti di Alisson, tra i migliori, segno che la Corea ha provato a restituire qualche pugno. I coreani sono stati frantumati nella fase difensiva, ma il gol che cercavano lo hanno trovato con un gran bel tiro di Paik Seungho. Ogni azione del Brasile, ripresa compresa, aveva le sembianze di un potenziale gol. Tite ha fatto entrare Weverton, il terzo portiere, proprio al posto di Alisson, e con uno scopo preciso: regalare a tutti i convocati uno spezzone di gara, di modo che, se il Brasile vincesse il sesto titolo, tutti potrebbero rivendicare una parte, un momento. Weverton, 34 anni, portiere del Palmeiras, era l’ultimo senza un minuto, il c.t. gli ha regalato poco meno di un quarto d’ora recupero compreso. Psicologia sana, utile per compattare il gruppo e far sentire tutti partecipi dell’eventuale impresa. Non può essere però questa partita a dirci se il Brasile è la nazionale più forte di Qatar 2022. Contro la Corea del Sud ha espresso una superiorità quasi eccessiva. Il paradosso dei migliori.
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