La Gazzetta dello Sport - Romana

ORA LA SELEÇAO

- Di Davide Stoppini

mada, finché non esce, e Mitoma.

Finale dal dischetto Niente avrebbe scalfito questo equilibrio. Non la Croazia, malgrado il «booster» dal cambio delle punte, con Budimir e Pasalic molto più attivi. Non il Giappone che aspettava i supplement­ari, fin qui gli unici di un Mondiale con ottavi abbastanza squilibrat­i tranne questo. Dal dischetto la flemma orientale è tutta dei croati che hanno anche un fenomeno in porta. Tre gol e un palo, anche lui «italiano», l’ex Livaja, e tre parate. Nel Giappone segna solo Asano e addio Qatar. (PT)1-0 (ST) 1-1

MARCATORI Maeda (G) al 43’ p.t.; Perisic (C) al 10’ s.t.

RIGORI Minamino (G) parato, Vlasic (C) gol, Mitoma (G) parato, Brozovic (C) gol, Asano (G) gol, Livaja (C) palo, Yoshida (G) parato, Pasalic (C) gol

GIAPPONE (3-4-2-1) Gonda; Tomiyasu, Yoshida, Taniguchi; J. Ito, Endo, Morita (dal 1’ s.t.s. Tanaka), Nagatomo (dal 19’ s.t. Mitoma); Doan (dal 42’ s.t. Minamino), Kamada (dal 30’ s.t. Sakai); Maeda (dal 19’ s.t. Asano) PANCHINA: Schmidt, Kawashima, Yamane, Shibasaki, Machino, Ueda, Soma, H. Ito ALLENATORE: Moriyasu ESPULSI AMMONITI CAMBI DI SISTEMA: nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 47,8 m

POSSESSO %

TIRI IN PORTA

FALLI FATTI

CROAZIA (4-3-3) Livakovic; Juranovic, Lovren, Gvardiol, Barisic; Modric (dal 9’ p.t.s.

Majer), Brozovic, Kovacic (dal 9’ p.t.s. Vlasic); Kramaric (dal 23’ s.t. Pasalic), Petkovic (dal 18’ s.t. Budimir; dal 1’ s.t.s. Livaja), Perisic (dal 1’ s.t.s. Orsic). PANCHINA: : Ivusic, Grbic, Vida, Erlic, Sutalo, Jakic, Sucic ALLENATORE: Dalic ESPULSI nessuno AMMONITI Kovacic e Barisic gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA: nessuno

BARICENTRO: MOLTO ALTO 57m a testa, prima delle mani. Dominik Livakovic, 27 anni, è tuttora iscritto all’università di Zagabria, corso di relazioni internazio­nali. «Ho sempre pensato che nella vita un piano B potesse servire. Per il momento l’ho messo fa parte, ma più avanti mi piacerà riprendere gli studi». Ieri sera per la verità il piano B non c’era. Dentro o fuori. Livakovic ha scelto dentro. «È il momento più bello della mia carriera», ha urlato festeggian­do alla fine. E come contraddir­lo. È il terzo portiere della storia del Mondiale a parare tre rigori in una serie. Il secondo era stato il suo predecesso­re, Subasic, nel 2018 contro la Danimarca. Sempre agli ottavi. E quella Croazia arrivò in finale. C’è di che sorridere: «Grazie a Dio è andata così, ma in verità non erano rigori calciati molto bene». Pure modesto, il ragazzo. «E al di là di qualsiasi analisi, in quel momento lì conta più l’istinto. Sì, diciamo che l’istinto mi ha guidato bene».

LTutta la vita In zona mista si

Che gioia con Modric Livakovic e Modric mostrano la bandiera col nome Zadar, Zara, la loro città

parla solo di lui. Lui si ferma ai microfoni e sorride, dietro scorrono tutti i compagni più esperti ed è tutto un dargli pacche sulle spalle, da Lovren, a Perisic fino a Modric. «È stato decisivo, fantastico, siamo tutti felici per l’uomo che è», ha commentato il compagno di squadra Vlasic che gioca nel Toro. Livakovic è l’eroe che non ti aspetti. Tra i giocatori schierati inizialmen­te dal c.t. Dalic, è l’unico ad aver fin avuto una carriera solo in patria, prima all’Nk Zagabria, ora alla Dinamo. Ieri ha vissuto la sua giornata di gloria. E magari un aiuto è arrivato anche da Modric. In un documentar­io andato in onda su Netflix, il fuoriclass­e del Real Madrid lo incoraggiò a lungo dopo un match contro la Russia, avendolo visto sotto pressione: «Cosa importa se sbagli? Chi è che non sbaglia? Lo sai che sei un grande portiere?». Ecco, da ieri sera lo sanno anche in Giappone. «Ero sicuro saremmo passati, una volta raggiunti i rigori – ha detto il c.t. Dalic -, li avevamo preparati bene». Però Livakovic non aveva le stesse certezze: «Ho parato seguendo quel che mi passava per la testa. Durante la serie mi è passata davanti tutta la mia vita». Ora ha aggiunto il capitolo più dolce.

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