La Gazzetta dello Sport - Romana
Omaggio a 40 anni dal trionfo dell’82
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Kylian Mbappé è un uomo visto poche volte nel calcio. Il confronto che in questi giorni fa statistica sono le presenze e i gol al Mondiale a 24 anni. Pelé: 6 partite, 7 gol (e due Mondiali vinti… hai detto nulla). Maradona: 5 partite, 2 gol. Messi: 8 partite, 1 gol. Ronaldo: 7 partite, 4 gol. Mbappé è a 11 partite e 9 gol e la conclusione è semplice: è oltre il livello dei migliori di sempre. Mai nessuno a 24 anni è stato così decisivo nel torneo più importante. Kylian ci tiene e lo ha detto chiaro: «Ho impostato la mia stagione, fisicamente e psicologicamente, sul Mondiale». Si vede, sta bene come mai e gioca leggero, come se non sentisse la pressione. C’è giusto da testarlo a un livello superiore,
▶Famiglia decisiva?
«Sì, certo. La sua è una famiglia di grande educazione, che ha cercato un settore giovanile in cui il figlio potesse crescere sul piano educativo e scolastico. Kylian non era assolutamente timido, era un ottimo compagno, rispettoso dello spogliatoio».
▶N€l primo anno di Monaco Kylian deluse. Che è successo? «Un allenatore voleva modificare le sue qualità e perse un po’ di fiducia». contro le altre candidate alla vittoria. Il confronto con Bellingham, che ha cinque anni di meno e si fa largo come il leader dell’Inghilterra di domani, anche per questo è già affascinante.
KM e i grandi Il confronto con Pelé e i grandi di sempre invece è una delle grandi storie del momento. Mbappé potrebbe vincere i primi due Mondiali della vita come O Rei, che come lui è apparso presto e come lui ha vinto il Mondiale giocato da ragazzino. Il parallelo con gli altri fenomeni della storia invece zoppica. Cristiano Ronaldo ha vissuto la prima stagione da doppia cifra di gol in campionato a 22 anni, Kylian nell’anno dei 18. Messi ha segnato
▶S€nta, ma è vero che Mbappé gioca meglio senza Benzema?
«Ma no, Kylian gioca con tutti i compagni. L’ho visto con Falcao, Germain, Messi, Neymar, Griezmann, Giroud, Benzema e ha sempre fatto bene. Credo che questa sia davvero una sua dote naturale». qui in Qatar il primo gol nelle partite a eliminazione diretta di un Mondiale, Kylian lo ha fatto alla prima occasione, negli ottavi in Russia, contro Leo e l’Argentina. Cruijff esordì con l’Ajax giovanissimo, a 17 anni, Mbappé ancora prima, a 16. Per questo, è inevitabile, il paragone che ritorna è quello con Pelé. C’è un filo sottile che lega quei due fenomeni con il nome in rima e questi giorni lo sottolineano più che mai, anche se uno sta giocando davanti a milioni di spettatori, l’altro lotta contro il Covid in una stanza, magari solo con un televisore. Eppure, sono uniti. Pelé ha incoronato Mbappé – «può segnare mille gol come me» – e Kylian ha detto di pregare per la salute di O Rei. Pelé ha anticipato i movimenti di Kylian, come mostra un video che si trova su Twitter o su YouTube, e Kylian replica quelli di Pelé. È come se, con un destino che attraversa le nazioni, O Rei negli ultimi anni della vita abbia trovato l’erede giusto. Sicuramente non era Messi, forse non era Cristiano e nemmeno Ronaldo il Fenomeno. Mbappé è il nome giusto. Il mondo allora prega con Kylian e augura a Pelé di guardarlo in tv ancora una volta, ancora due, ancora tre almeno.
Il velocista
Kylian Mbappé, capocannoniere del Mondiale con 5 gol, e i grandi del calcio prima dei 24 anni:
Pelé, Cruijff, Maradona, Ronaldo, Cristiano Ronaldo e Messi l di là della Manica corrono veloci, ma al di qua non se la prendono mica con calma. Se la Francia vola sulla scia del suo fenomeno Mbappé, l’Inghilterra si prepara all’affascinante sfida dei quarti con la convinzione di avere un attacco altrettanto pericoloso. Anzi di più, se ci fermiamo alle cifre: 12 gol segnati in 4 incontri, 8 marcatori diversi, tante strade per arrivare in porta e due giovani di grande qualità alle spalle di Kane. Nell’attacco di Southgate, senza considerare Jude Bellingham che oltre a essere il più giovane del gruppo è pienamente in corsa per il titolo di miglior centrocampista del Mondiale, stanno brillando Phil Foden e Bukayo Saka, titolari contro il Senegal e molto probabilmente anche contro la Francia sabato.
APep e Chiellini Tra i tanti talenti che ha ricevuto alla nascita, Foden ha quello di eseguire con semplicità qualunque gesto tecnico: gioca di prima con una facilità sconcertante e sicuramente gli allenamenti quotidiani con Pep Guardiola male non gli hanno fatto. Con una giocata Phil apre il Emesso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con Museo del Calcio e Poste italiane. Il bozzetto è di Abbiati. campo: il colpo di tacco che avvia il primo gol con il Senegal è una genialata, il tocco di prima per mandare Kane al raddoppio è semplice solo per chi sa accarezzare la palla nel modo migliore. Potendo giocare in tutte le posizioni alle spalle di Kane o come esterno d’attacco, Foden regala a Southgate tante soluzioni. È il tempo la chiave del suo gioco: lo ruba agli avversari e lo regala ai suoi compagni. Il tempo, a Bukayo Saka, glielo portò via Chiellini nella finale dell’Europeo. Quell’iconica strattonata all’ultimo minuto dei supplementari che sventò l’estremo tentativo inglese di segnare prima dei rigori è diventato meme, tatuaggio, di tutto e di più. Saka, pochi minuti dopo, sbagliò anche il penalty: era il decimo tiro, la parata di Donnarumma regalò agli azzurri il titolo. Ma quella notte ha reso più forte l’esterno dell’Arsenal, che ha 21 anni, ma una notevole esperienza internazionale: «Non mi dimenticherò mai di quel rigore - ha detto ieri Saka - ma sono andato avanti. Ho sempre sentito l’amore dei tifosi e aver segnato qualche gol nelle prime partite del Mondiale mi ha confortato. Da quella notte di Wembley sono maturato e l’ho dimostrato anche nell’Arsenal. E se capiterà di tirare un rigore contro la Francia, sarò pronto». Anche l’Inghilterra sembra pronta: «Negli ultimi tornei internazionali siamo sempre andati bene: quindi sappiamo cosa fare». Il confronto con Mbappé lo stimola, ma non a livello individuale: «C’è solo un Mbappé, ma c’è anche un solo Saka. Io voglio solo essere me stesso e aiutare la squadra. Quattro anni fa Mbappé fu la stella emergente in Russia, adesso in Qatar ci sono tanti ragazzi di altissimo livello. La priorità, però, non è essere il miglior giovane, ma vincere il Mondiale».
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