La Gazzetta dello Sport - Romana

L’appello di Cairo «Abbiamo bisogno di essere aiutati come il cinema»

- Di Giacomo Detomaso

l calcio non merita aiuti ma ha bisogno di essere aiutato». Urbano Cairo torna a commentare gli emendament­i presentati in Parlamento per sostenere il calcio. «È vero ammette il presidente del

Torino e Rcs MediaGroup - il mondo del calcio negli ultimi anni, con i suoi eccessi, ha commesso degli errori, per esempio strapagand­o i giocatori, ma ha avuto anche dei problemi innegabili». Uno soprattutt­o:

«Il Covid, che ha colpito tanti settori, non è certamente il calcio ad averlo voluto. Di conseguenz­a abbiamo avuto meno spettatori allo stadio e riduzioni di sponsorshi­p. Il mercato così si è totalmente sgonfiato, compreso il valore dei giocatori che le società magari contavano di vendere. Non dobbiamo dimenticar­e che il calcio mantiene gran parte dello sport dando un contributo alla fiscalità che equivale al 70% del settore. Ribadisco: non meritiamo di essere aiutati, ma ne abbiamo bisogno per via delle penalizzaz­ioni subite. Non abbiamo ricevuto un singolo aiuto, contrariam­ente ad altri settori, come ad esempio il cinema. E lo dico da cinefilo e amante delle serie televisive: non è giusto che il cinema abbia avuto quasi un miliardo di aiuti con il tax credit (la possibilit­à di compensare debiti fiscali per un credito maturato a fronte di un investimen­to nel settore, ndr )e il calcio zero. Anche il cinema ha attori strapagati come i nostri atleti, anche il calcio ha bisogno di essere aiutato».

«INon è giusto che il cinema abbia avuto quasi un miliardo di aiuti con il tax credit e noi zero

Legge Melandri Un salvagente potrebbe arrivare pure dal prolungame­nto della durata dei contratti televisivi, attualment­e rinegoziat­i ogni tre anni, attraverso una modifica della Legge Melandri. Per Cairo sarebbe «un’idea positiva. Un broadcaste­r, come ad esempio Dazn, o Sky se decidesse di tornare in corsa, ne gioverebbe senz’altro. Su cinque anni magari il primo anno ci andrebbe a perdere, il secondo andrebbe in pari, il terzo ci guadagnere­bbe compensand­o le perdite del primo anno. E ovviamente un pacchetto di cinque anni permettere­bbe di ottenere dalle tv un’offerta un pochino più rotonda, che farebbe il bene del calcio».

Il Toro Nel corso della serata di presentazi­one del calendario 2023 di For Men, testata di cui è editore, c’è più di un pensiero anche per il Torino, che torna a scaldare i motori dopo le vacanze mondiali, in attesa del ritorno in campo in Serie A, previsto per il 4 gennaio alle 14.30, in casa contro il Verona: «Abbiamo certamente fatto un fatto un buon inizio di campionato», spiega Cairo. «Dopo le prime 15 giornate siamo al nono posto a 21 punti. Abbiamo fatto buonissime partite, alcune le abbiamo pareggiate e avremmo dovuto vincerle, altre le abbiamo perse immeritata­mente, ma ne abbiamo comunque vinte tante. Quindi siamo soddisfatt­i». Meriti anche di un mercato che ha alzato il tasso tecnico della rosa a disposizio­ne di Ivan Juric: «La sessione estiva ha dato buona linfa buona al nostro allenatore, che è molto bravo, anche a sviluppare i talenti sia dei giovani che dei meno giovani. Ha recuperato anche alcuni giocatori in difficoltà vedi Rodriguez che sta facendo un gran Mondiale. Sono molto contento di veder tanti granata in Qatar. Mi dispiace per l’eliminazio­ne della Serbia di Lukic, Radonjic e Milinkovic­Savic. Io faccio il tifo per i miei giocatori».

I problemi «Il mondo del calcio negli ultimi anni, con i suoi eccessi, ha fatto degli errori»

La situazione «Non dobbiamo dimenticar­e che il calcio mantiene gran parte dello sport»

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Presidente del Torino Urbano Cairo, 65 anni, dal 2005 è proprietar­io e presidente del Torino calcio

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