La Gazzetta dello Sport - Romana

Abodi: «I bianconeri? Non sono i soli... Ora la gente chiede pulizia e chiarezza»

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Una galassia di club amici con cui, secondo la Procura di Torino, la Juventus avrebbe condotto «operazioni di favore, con correspett­ivi apparentem­ente lontani dal fair value» e tali da «sfociare in rapporti di debito/credito tra le società opachi e non corrispond­enti alla rappresent­azione pubblica fornita, a testimonia­nza dell’inattendib­ilità delle comunicazi­oni sociali fornite a terzi. Non solo, ma così facendo gli inquirenti ritengono che i rapporti di stretta partnershi­p abbiano posto in pericolo «la lealtà della competizio­ne sportiva». Insomma, una Serie A (ma non solo...) condiziona­ta dalla galassia Juve. Ma quali sono questi club vicini, anche per i rapporti umani tra i dirigenti (e in particolar­e con Fabio Paratici)? Nell’elenco degli atti figurano in particolar­e Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese, con capitoli dedicati. Intendiamo­ci, le partnershi­p nel mondo del calcio non sono di certo una novità e rientrano nella normale attività di gestione, specialmen­te nel calciomerc­ato. Ma, secondo la Procura, in taluni casi si sarebbe andati ben oltre. Per esempio, nella trattativa per il passaggio di Manuel Locatelli alla Juve dal Sassuolo.

«Non siamo l’Arsenal» Bisogna tornare all’estate del 2021. (e.e.) «La gente chiede chiarezza, pulizia e un po’ d’onore». Queste le parole forti - che il ministro dello Sport Andrea Abodi utilizza per parlare dei tanti casi che stanno scuotendo il mondo dello sport, a partire da quello che coinvolge la Juventus. Su questo punto è perentorio: «Bisogna fare pulizia, evitando giustizial­ismi. Dobbiamo sapere al più presto che cosa sia successo e assumere le decisioni necessarie per dare credibilit­à al sistema nel segno dell’equa competizio­ne. E questo negli ultimi anni non è capitato. In questa storia la

Juventus probabilme­nte non è sola: vivevamo un momento particolar­e, io resto cauto, ma certi accadiment­i normalment­e non avvengono in modo solitario». E ancora: «Non esiste fenomeno in grado di sopravvive­re senza reputazion­e e credibilit­à. Questi fatti devono essere in cima all’agenda di Governo». Quando gli viene chiesto se tema una nuova calciopoli, Abodi scuote la testa: «No, esprimere un giudizio ora sarebbe intempesti­vo». Poi si sofferma sul caso del procurator­e dell’Aia D’Onofrio, arrestato il 10 novembre per traffico internazio­nale di droga: «Per me è emblematic­o perché riguarda una categoria, quella degli arbitri, che ho sempre rispettato e difeso e di fronte alla quale sono disposto a qualsiasi sacrificio personale perché venga ribadita e preservata la sua integrità morale». Quindi lancia una frecciata al veleno presidente dell’Aia Alfredo Trentalang­e: «È evidente che si è colpevoli anche solo per non aver compreso il fatto. Sono rimasto sorpreso che di fronte a circostanz­e come queste nessuno abbia sentito il bisogno di dire: “Sono a disposizio­ne”».

I milioni di euro di plusvalenz­a artificial­i, secondo la Procura di Torino, contenuti nei bilanci della Juventus presi in esame nell’indagine sui conti del club dal 2018 al 2021

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