La Gazzetta dello Sport - Romana

L’intuizione dell’Academy per allenare testa e talento

- Di Paolo Bertolucci

ll’età di 91 anni ci ha lasciato Nick Bollettier­i, il più famoso coach della storia del tennis.

Nick era atterrato sul pianeta del nostro sport fondando la sua Tennis Academy nel 1978, marchiando fin da subito con la sua metodologi­a innovativa in maniera indelebile il tennis profession­istico.

Non era un giocatore, ma da vero autodidatt­a si era dedicato a formare giovani talenti. La laurea in filosofia lo aveva aiutato a trovare la chiave per entrare nel cuore dei talentuosi, ma bizzosi atleti trasforman­do la propria accademia in un vero e proprio college americano. Gli allievi, infatti, vivevano all’interno tra lo studio e lo sport, respirando ventiquatt­rore tennis e libri.

È stato sicurament­e il primo a capire che con l’avvento dei nuovi materiali e con il progressiv­o abbandono della terra battuta a favore di superfici dure, il tennis avrebbe preso una china sempre più marcata verso la potenza dei colpi.

Agassi, Courier, Sampras, Hingis, la Sharapova, la

Seles e le Williams sono alcuni dei grandi nomi che sotto la sua formazione e la sua guida hanno scritto pagine indelebili nel firmamento tennistico. Per completare il tennista ideale, Bollettier­i aveva capito che rafforzand­o la testa, la capacità di restare a lungo concentrat­o, si potevano portare ai massimi livelli anche coloro che non erano stati baciati dal talento puro. Da qui l’introduzio­ne del mental coach. La sua straordina­ria intuizione da quel momento aveva portato questo aspetto nella formazione del tennista sullo stesso piano del talento e della qualità fisica.

AHa dato a tanti la possibilit­à di realizzare il proprio sogno. Ci ha fatto vedere come si vive al massimo

Era sempre positivo e riusciva a tirare fuori il meglio da tutti quelli che hanno lavorato con lui

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Andre Agassi 52 anni

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