La Gazzetta dello Sport - Romana
L’intuizione dell’Academy per allenare testa e talento
ll’età di 91 anni ci ha lasciato Nick Bollettieri, il più famoso coach della storia del tennis.
Nick era atterrato sul pianeta del nostro sport fondando la sua Tennis Academy nel 1978, marchiando fin da subito con la sua metodologia innovativa in maniera indelebile il tennis professionistico.
Non era un giocatore, ma da vero autodidatta si era dedicato a formare giovani talenti. La laurea in filosofia lo aveva aiutato a trovare la chiave per entrare nel cuore dei talentuosi, ma bizzosi atleti trasformando la propria accademia in un vero e proprio college americano. Gli allievi, infatti, vivevano all’interno tra lo studio e lo sport, respirando ventiquattrore tennis e libri.
È stato sicuramente il primo a capire che con l’avvento dei nuovi materiali e con il progressivo abbandono della terra battuta a favore di superfici dure, il tennis avrebbe preso una china sempre più marcata verso la potenza dei colpi.
Agassi, Courier, Sampras, Hingis, la Sharapova, la
Seles e le Williams sono alcuni dei grandi nomi che sotto la sua formazione e la sua guida hanno scritto pagine indelebili nel firmamento tennistico. Per completare il tennista ideale, Bollettieri aveva capito che rafforzando la testa, la capacità di restare a lungo concentrato, si potevano portare ai massimi livelli anche coloro che non erano stati baciati dal talento puro. Da qui l’introduzione del mental coach. La sua straordinaria intuizione da quel momento aveva portato questo aspetto nella formazione del tennista sullo stesso piano del talento e della qualità fisica.
AHa dato a tanti la possibilità di realizzare il proprio sogno. Ci ha fatto vedere come si vive al massimo
Era sempre positivo e riusciva a tirare fuori il meglio da tutti quelli che hanno lavorato con lui