La Gazzetta dello Sport - Romana
Ucraina, raid e vittime Il giallo del missile caduto in Moldavia Putin torna in Crimea
Resti di un razzo al confine e Kiev colpisce coi droni Il Financial Times sceglie Zelensky uomo dell’anno
avanti attività e investimenti» ha detto Meloni intervenendo a “L’Italia delle Regioni”, il festival degli enti locali in corso a Milano. «Avremmo voluto fare di più e meglio – ha aggiunto la premier – ma quando ti confronti con una situazione come quella attuale, con il caro-energia e il caro-materie prime, ovviamente bisogna lavorare per priorità». Meloni è poi tornata sul tema del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con gli altri 30 obiettivi da centrare entro la fine dell’anno, per non perdere la nuova rata di aiuti, pari a 19 miliardi di euro. Ed è tornata a chiedere più “elasticità” a Bruxelles. «Il Next Generation Eu ha rappresentato una prima risposta europea, ma oggi è evidente che non è più sufficiente, perché era un piano immaginato per contrastare le conseguenze della pandemia e non poteva tenere in considerazione l’impatto della guerra in Ucraina sul nostro tessuto economico, produttivo e sociale. Bisogna fare di più, partendo dal tema del caro energia», ha ribadito Meloni.
Il pressing, dunque, è per rivedere alcuni criteri del Pnrr. E qualche spiraglio da Bruxelles pare si sia aperto.
A riferirlo è il vicepremier Matteo
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Salvini. «Ho parlato con diversi colleghi. L’aumento del costo delle materie prime dell’energia non è un problema solo italiano... Quindi sui tempi e sui costi dovremo ragionare e lavorare tutti insieme. Se qualcosa costava 10 e adesso costa 15, è chiaro che è un problema europeo. Ho sentito tanta disponibilità a ridiscutere tempi e modi» ha spiegato ieri il ministro delle Infrastrutture, al termine della riunione con gli omologhi europei. Salvini ha anche riferito la disponibilità di base dell’Ue a sostenere la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. «Aspettiamo un progetto solido per finanziare la prima fase di fattibilità e poi il progetto partirà» ha spiegato la commissaria Ue per i Trasporti, Adina Valean, ponendo però anche alcune condizioni: «A parte avere l’intenzione, bisogna avere una fase di preparazione e poi essere pronti per la costruzione effettiva» ha evidenziato Valean. Serve il progetto concreto, insomma. E quello tocca all’Italia.
Meloni ha anche parlato di autonomia. E presto incontrerà i governatori delle Regioni. L’autonomia differenziata, sostenuta dal ministro per gli Affari regionali, il leghista Roberto Cal
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deroli, è un altro dei temi nell’agenda del governo. Riguarderebbe alcuni settori strategici, dalla sanità all’istruzione. Se ne discute, anche se proprio da FdI hanno sempre precisato che andrà di pari passo con la riforma dello Stato in senso presidenziale. Sul tema è tornata ieri la premier Meloni, sottolineando che «il governo vuole favorire l’attuazione dell’autonomia differenziata in tempi rapidi, in un quadro più ampio di riforme per rafforzare e ammodernare l’assetto statale» e che ogni cambiamento «non sarà mai un pretesto per lasciare indietro una parte del territorio» ha ribadito la presidente del Consiglio parlando al festival delle Regioni. Meloni ha anche sottolineato che l’obiettivo è «migliorare efficienza e qualità dei servizi» e «colmare i divari, non creare disparità. Prima delle fughe in avanti occorre un confronto su competenze e funzioni chiari, da fare insieme e senza pregiudizi». Anche di questo, la premier discuterà con le Regioni, già dalle prossime settimane.
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Responsabile economia Pd a Russia ha un enorme esercito di volontari, composto da 21 milioni di persone», annuncia Vladimir Putin nel giorno in cui percorre in auto il ponte in Crimea attaccato in ottobre. Nella sfida a distanza fra presidenti, però, i riflettori sono sull’ucraino Volodymyr Zelenskyy, scelto come «uomo dell’anno» dal quotidiano britannico Financial Times (in passato l’onore toccò a “mister Tesla” Elon Musk e alla paladina ambientalista Greta Thunberg). La motivazione è roboante: «Un Churchill dell’era social, forza e leadership straordinarie». Sopra le teste dei capi, però, la guerra continua: Kiev parla di almeno 60 missili abbattuti ieri e conta due vittime a Zaporizhzhia. Sono stati invece droni ucraini a colpire nella base russa di Engels (punto di partenza dei bombardieri strategici), danneggiando - secondo Kiev - due Tu95 e a causare l’esplosione di un’autocisterna a Ryazan, a sud di Mosca, nel centro di addestramento per l’aviazione a lungo raggio e per gli aerei cisterna. Qui tre militari avrebbero perso la vita. Ma frammenti di missili sono stati trovati anche in Moldavia, a Briceni, nei pressi del confine con l’Ucraina, con le consuete accuse di sconfinamento che si incrociano tra Mosca e Kiev.
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«LIl gregge A proposito di armi, il Wall Street Journal svela come gli Usa abbiano modificato segretamente i lanciarazzi avanzati Himars
forniti all’Ucraina, in modo che non possano essere utilizzati per lanciare missili a lungo raggio contro la Russia. E tocca al nostro ministro della Difesa, Antonio Tajani, replicare alle critiche, non nuove, contro le armi italiane inviate a Kiev («Vecchie e senza munizioni»): «Non c’è mai stata una lamentela e all’Ucraina abbiamo dato anche tonnellate di materiale elettrico, trasformatori, convertitori». Intanto, però, c’è un’arma di efficacia indiscutibile: il freddo. Con nuovi blackout (pure ieri) causati dagli attacchi russi, potrebbe verificarsi una nuova ondata di profughi in Polonia. Secondo cui 2 milioni di sfollati interni nella zona di Leopoli potrebbero attraversare il confine. Su Mosca, invece, è scattata ieri la stretta economica: embargo al petrolio russo via mare in tutta l’Ue abbinato all’introduzione di un tetto a 60 dollari al barile per la commercializzazione via mare del greggio verso Paesi terzi. L’obiettivo è aumentare la pressione sul Cremlino e cercare di far stabilizzare i prezzi. La Russia non si scompone: «Non riconosceremo il price cap. E “l’operazione speciale” continua».
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I milioni di profughi Secondo la Polonia, sarebbero 2 milioni gli ucraini sfollati interni nella regione di Leopoli, a ovest di Kiev: un fiume umano che potrebbe attraversare il confine per sfuggire a freddo e guerra. L’Unhcr calcola che siano 7,8 milioni i profughi ucraini che finora hanno cercato rifugio in Europa
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