La Gazzetta dello Sport - Romana
Mare e addominali Baywatch serie cult degli anni Novanta
chetta e al prossimo, complicatissimo impegno con Alex De Minaur, idolo di casa: «Il tifo contro non mi dà nessun fastidio, anzi. Mi piace, mi esalto in quelle situazioni. Alex è molto forte, inutile dire che dovrò fare del mio meglio - ha detto -. La partita comunque me la giocherò, il suo stile non mi infastidisce; anche se ovviamente tutto quello che fa in campo lo fa in modo eccezionale». Baywatch è una serie tv trasmessa negli Stati Uniti dal 1989 al 2001 e in Italia a partire dagli anni 90, ispirata al lavoro dei Los Angeles County Lifeguards, i guardaspiaggia della città californiana. Tra sole, mare e fisici muscolosi e dirompenti, secondo il Guinness dei primati è stato il telefilm più visto al mondo con un audience settimanale di oltre un miliardo di persone, portando al successo tra gli altri David Hasselhoff (foto) e Pamela Anderson.
Musetti
Arnaldi Cobolli
Rybakina (Kaz) c. Blinkova (Rus); Medvedev (Rus) c. Ruusuvuori (Fin) Court: Rune (Dan) c. Cazaux (Fra); Tauson (Dan) c. Azarenka (Bie)
Ostapenko (Let) c. Tomljanovic (Aus) «Secondo me era già accaduto alle Finals, la Davis ha solo confermato che Sinner ormai è di quella pasta e Novak ne è consapevole, sa di trovarsi di fronte un giocatore formidabile. E se posso dirlo, magari il passante sul terzo match point Nole poteva giocarlo meglio, ma pochi avrebbero giocato la volée di Jannik».
▶ Significa che Sinner è arrivato agli Australian Open alla pari di Djokovic?
«Vincere aiuta a vincere, e la Davis è stata un magnifico volano. Ma dal primo gennaio si è resettato tutto, il passato non conta più.
Per esperienza, conoscenza dell’ambiente e ovviamente qualità tennistica, Novak è ancora leggermente davanti a tutti, se sta bene fisicamente, ma il gap si è molto ristretto. Anche con Alcaraz e Medvedev».
▶ Cosa significa per l’Italia avere un giocatore come Sinner?
«Significa avere la possibilità di seguire un esempio straordinario. Stare accanto a Jannik e al suo team migliora il lavoro di tutti, a cominciare dal mio. Ovviamente i suoi risultati rappresentano uno stimolo potentissimo, e dietro di lui gli altri possono maturare senza fretta».
▶A proposito: a prescindere dai risultati in Australia, Arnaldi, Cobolli e Zeppieri adesso costituiscono una base solida dietro il campionissimo.
«Abbiamo lavorato proprio per garantire al movimento, prima dietro a Berrettini e adesso a Sinner, una base di giocatori di ottimo livello. Ognuno matura con i suoi tempi, bisogna lasciarli crescere senza pressioni. Cobolli mangia meglio, dorme meglio, è più equilibrato e i risultati si vedono. Ma tra gli juniores ci sono altri ragazzi con ottime qualità».
▶ Ha citato Berrettini: ha condiviso la scelta di un viaggio impegnativo verso l’Australia pur in condizioni precarie?
«Intanto, non dimentichiamoci cosa ha rappresentato e ancora rappresenti Matteo per il nostro tennis. Ha un nuovo staff e va rispettata la decisione che insieme hanno preso di provare a giocare lo Slam. Lo sappiamo, Matteo deve essere sano e giocare tante partite: sono convinto che presto raggiungerà di nuovo questi obiettivi».
▶Mu⏻€tti invece fatica a uscire dal guado.
«Lorenzo ha appena intrapreso un nuovo percorso di cui è fermamente convinto, diamogli il tempo di metabolizzarlo».
▶Il Volandri ex giocatore e appassionato di tennis, fuori dal suo ruolo, su quale sorpresa è disposto a puntare in Australia?
«Il primo Slam dell’anno è sempre difficile da interpretare e si apre spesso a nuovi protagonisti. Secondo me bisognerà aspettare un paio di turni per avere le idee più chiare. Ma in realtà mi sto solo godendo i miei ragazzi». s TEMPO DI LETTURA 3’02”
Gli eroi di Coppa
In senso orario i vincitori della Coppa Davis a novembre: Lorenzo Musetti, 21 anni, Matteo Arnaldi, 22, il c.t. Volandri, 42, Jannik Sinner, 22, Simone Bolelli, 38 e Lorenzo Sonego, 28
Da Arnaldi a Cobolli, dietro a Sinner c’è una base solida
Rispetto le sue scelte e sono convinto che tornerà al top