La Gazzetta dello Sport - Romana
DEL TORO, PELLIZZARI... IL MAESTRO SARONNI: «MAI TROPPO PRESTO PER IL VERO TALENTO»
Il messicano, compagno di Pogacar, stupisce al “Down Under”. Beppe: «Tappe più corte e si corre in modo brillante, giovani favoriti»
sempre di più. Questa generazione è piena di giovani ‘nati pronti’. Io, poi, ho sempre pensato una cosa».
▶Ch€ cosa?
«Che il talento vero si vede subito. Ovvio: non sempre è così, c’è chi matura più lentamente. Ma la grande potenzialità fa presto ad apparire».
▶Ma perché ora ce ne sono così tanti, di giovani subito competitivi ad alto livello?
«Perché il ciclismo contemporaneo è un po’ diverso da quello di prima, che era più di forza, di fatica, di lunghi chilometraggi. E in cui i giovani facevano maggiore fatica ad ambientarsi. Il ‘salto’ rispetto al dilettantismo era enorme. Adesso molti team giovanili sono già controllati dalle squadre principali, il confronto è maggiore. E nei pro' le tappe sono più corte, il modo di correre più brillante, e si addice ai giovani. Non dimentichiamoci, poi, altri due aspetti».
▶Quali?
«La struttura delle squadre permette opportunità maggiori di essere ‘liberi’ a quelli che hanno grandi qualità rispetto a chi passava pro’ e si trovava compagno di un Gimondi, di un Merckx, con schemi, tattiche e strategie più ‘bloccati’. E ora ci sono maggiori strumenti, senza dubbio, per valutare i talenti».
▶Cioè?
«Prima ci si affidava molto al passaparola, a chi ‘vedeva’ le gare, a ciò che ti veniva raccontato. Parlavi poi con il corridore, cercavi di capire la sua storia... Entravano in gioco esperienza, in
20
ANNI
Lenny Martinez francese, è nato l’11 luglio 2003. Due giorni in maglia di leader alla Vuelta 2023 Team: Groupama «Sono due aspetti da considerare. Anche perché tra i pro’ avere un gran ‘motore’ non basta più. Ci vogliono carattere, volontà, determinazione, attitudine a sopportare le pressioni perché viviamo un ciclismo esasperato in tutti i campi. Preparazione, alimentazione, il fatto che non esistono più gare per allenarsi, ma si è sempre al massimo...».
▶ La categoria Under 23 così com’è ha ancora senso?
«No, andrebbe ripensata. Aggiungo, che senso ha che Pogacar nel 2023 abbia ancora indossato e vinto, per la quarta volta, la maglia bianca di miglior giovane del Tour? Non c’è logica».
▶In tutto questo fervore giovanile, il movimento italiano a che punto si trova?
«Con Del Toro, sull’ultimo podio del Tour de l’Avenir sono saliti due dei nostri, Pellizzari e Piganzoli. Credo che dei numeri li abbiano. Non sono ancora nel World Tour, ma una buona attività la faranno. Parlando più in generale, sa che d’inverno, con le gambe sotto al tavolo, si fanno sempre tanti progetti. Poi però vanno fatti i conti con la realtà... Non dobbiamo farci troppe illusioni, ma con i buoni corridori che pure abbiamo puntare ad obiettivi realistici».
La categoria Under 23 deve essere ripensata completamente