La Gazzetta dello Sport - Romana
Milan di forza Mache vergogna i buu
JOVIC E OKAFOR UDINESE RIBALTATA CORI RAZZISTI CONTRO MAIGNAN
Gara sospesa per 5’, il portiere del Milan lascia il campo. Nel finale i cambi di Pioli decisivi: i rossoneri blindano il 3° posto
Esono quattro le vittorie consecutive del Milan in campionato, segno che qualcosa è cambiato. Nelle difficoltà, non prevale più la rassegnazione, ma si impone la reazione. Il terzo posto è stato cementato, però immaginiamo che il gruppo non si senta del tutto escluso dalla corsa per lo scudetto. Se le due davanti si inceppassero… Il Milan ha vinto a Udine al fondo di una partita tortuosa. Ha subito il sorpasso, da 1-0 per i rossoneri a 2-1 per l’Udinese, ma è rimasto aggrappato alla zattera e non è naufragato, anzi è risalito fino al 3-2. I gol del ribaltone li hanno realizzati Jovic e Okafor, subentrati nella ripresa a Pulisic e a Reijnders. I cambi di Pioli hanno funzionato e al conto aggiungiamo Florenzi, in campo per Calabria e autore dell’angolo da cui il 3-2 di Okafor. Più del gioco è piaciuto il carattere, la voglia di non abbattersi e di restare dentro al match, contro un avversario fisico e pieno di spigoli come l’Udinese. La partita è stata sporcata dall’interruzione di circa cinque minuti, nel primo tempo, per gesti razzistici a Maignan da parte di alcuni ultras dell’Udinese. È successo poco dopo l’1-0 milanista di Loftus Cheek, scollinata la mezz’ora. Il portiere milanista aveva avvisato l’arbitro Maresca una prima volta, così, alla seconda scarica di offese, il portiere si è allontanato dal campo. I compagni lo hanno seguito nel tunnel per gli spogliatoi, poi il Milan è rientrato e la gara è ricominciata. Rimane lo sfregio al nostro campionato: molti media stranieri hanno rilanciato l’episodio, l’ennesimo della serie in Italia. Serve un segnale forte.
Interruzione fatale Rivoluzione di Cioffi, l’Udinese si è disposta con un insolito 4-4-1-1, quasi a specchio rispetto al 4-23-1 “pioliano”. L’accorgimento tattico è stato però annullato dall’inferiorità tecnica dei bianconeri sulla destra, la corsia di sinistra del Milan. Per l’intero primo tempo Hernandez e Leao hanno
sopraffatto Ebosele e Ferreira, saltati a ripetizione. Il Milan ha sprecato più di quanto abbia concretizzato. Giroud si è mangiato due gol, il primo su invito di Leao e il secondo su imbeccata di Theo. In un’altra circostanza, con palla sempre servita da sinistra, l’occasione è sfumata per i tempi sbagliati di inserimento. Il
Milan ha fatto bingo al quarto tentativo: Adli ha appoggiato a Leao che ha azionato Hernandez. Sul cross basso di Theo, velo di Giroud e deviazione vincente di Loftus-Cheek, un classico rigore in movimento. L’interruzione per i versi razzistici a Maignan ha tolto slancio e concentrazione al Milan e Samardzic si è infilato
in questo canyon di disattenzione. Lo ha fatto con la magia del suo piede sinistro. Ha saltato Kjaer, blando nell’uscita dalla linea, ha pascolato sull’arrancare di Loftus-Cheek alle sue spalle, ha liberato un mancino con pallone nell’angolo e con Maignan impietrito. Manca qualunque controprova, però l’impressione
è che lo scombussolamento dell’episodio razzistico, il verso della scimmia al nazionale francese, abbia nuociuto al Milan nell’andamento della gara. Sullo slancio del gol, Samardzic ha cercato il raddoppio con un sinistro potente, ma sull’esterno della rete. Il 2-1 sarebbe stato troppo, nel primo tempo sporcato dall’inciviltà di pochi. Siamo presi in ostaggio da sacche di sottosviluppo mentale ed è ingiusto che ieri sera sia stata l’Udinese a essere deturpata da tanta bassezza. L’Udinese dei Pozzo è stato il primo club italiano ad aprirsi con forza agli stranieri, senza distinzioni di pelle. Ieri sera il portiere dei friulani era Okoye, tedesco di origini nigeriane. È tutto assurdo.
Reazione esemplare
Fuori lo spento Pereyra, dentro Thauvin all’intervallo e intorno al 60’ Payero per Samardzic. Quest’ultima sostituzione di Cioffi pareva sbagliata, ma di fatto con Payero l’Udinese ha svoltato verso il 2-1. Prima lo stesso Payero ci ha provato in proprio e pochi attimi dopo il 2-1 lo ha centrato Thauvin, su gentile omaggio di Reijnders e Hernandez pasticcioni nel perdere una palla in area di rigore. La partita ha preso una piega ovvia: Milan in avanti a caccia del pari e Udinese pronta a ripartire. In questa fase è stato decisivo Gabbia con un paio di rammendi difensivi non banali su contrattacchi friulani che avrebbero potuto generare il 3-1 sepolcrale. Il Milan dominava, ma non riusciva a rendersi pericoloso, il muraglione eretto da Cioffi reggeva ai tentativi di sfondamento. La prima crepa si è aperta all’83’, con Jovic finalizzatore di un’azione molto bella, avviata da una gran palla di Leao per Hernandez, sempre quei due, e chiusa dalla traversa di Giroud e dal volo d’angelo di Jovic sul rimbalzo. Il Milan è stato bravo a non accontentarsi di un 2-2 che non sarebbe stato da disprezzare, visti gli inciampi e le contorsioni della serata. Il Diavolo ha insistito e, su un angolo di Florenzi, Giroud di testa ha imboccato Okafor davanti a Okoye per il gol di una vittoria pesantissima perché crea una continuità importante. Quarto successo di fila. Il Milan c’è e forse non soltanto per la qualificazione alla Champions. s TEMPO DI LETTURA 4’02”