La Gazzetta dello Sport - Romana

«TORNO A VIVERE»

La capitana azzurra ha appena superato un tumore molto raro all’addome: «Ma continuerò con le cure e i controlli»

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mondo in quel momento). Al Roland Garros del 2004 sconfisse clamorosam­ente al secondo turno l’allora n° 1 del mondo, la belga Justine Henin, 7-5 6-4.

Si è ritirata nel 2011.

Dal 2016 è capitana delle azzurre, ruolo che prima di lei aveva rivestito Corrado Barazzutti. Nel 2023, nella Billie Jean King Cup (ex Fed Cup), l’Italia è arrivata fino alla finale della competizio­ne, persa poi contro il Canada. quella settimana e le risorse che hanno trovato a livello umano, hanno dato a tutte una grande consapevol­ezza di quanto possono fare. Hanno raggiunto un risultato inaspettat­o ed è stato un detonatore della loro fiducia e delle loro potenziali­tà».

▶Ad€⏻⏻o che anche l’ultima azzurra è stata eliminata seguirà anche le gesta di Sinner?

«Certo! Io ho seguito tutto e visto tutto. Non dormo da giorni... Ormai siamo una grande famiglia, ed è bellissimo. Facciamo il tifo gli uni per gli altri, ognuno è esempio per l’altro».

▶ Anche Jannik ha invitato a fare il tifo per Jasmine e viceversa.

«Sì, è stato bello. Hanno la stessa mentalità, sempre rivolta alla crescita. Il risultato è importante ma per entrambi e più importante crescere come persone e come atleti. Lei ha sempre puntato sul migliorame­nto tecnico e fisico, proprio come Sinner. E poi sono spiritosi, prendono con leggerezza i loro piccoli “limiti”: lui che vorrebbe il fisico da Baywatch, lei che dice “siamo tutte alte noi tenniste”».

▶ Che cosa dobbiamo aspettarci da Jannik?

«Io dico che possiamo sognare. E se non sarà a Melbourne, accadrà molto presto. Sinner è un ragazzo che guarda sempre più avanti, ha obiettivi volti alla crescita e al migliorame­nto. E io vi ripeto che possiamo sognare».

▶ Ora si può parlare di futuro: prossimi progetti?

«Seguo le ragazze più giovani al centro tecnico, poi ricomincer­ò a viaggiare... Pian piano si ritorna alla normalità. Finalmente possiamo guardare al futuro con un grande sorriso».

Ho seguito ogni partita di Jannik, mi ha tolto tante ore di sonno... Siamo una famiglia

▶ Ha parlato della sala operatoria come di un campo da tennis, della malattia come un avversario. È uscita dal campo esultando...

«Mai esultare. Fino a che la partita non è finita. Questa è sempre aperta, ma possiamo dire di essere in vantaggio».

▶ Ora come vive la quotidiani­tà?

«Quando ti danno una diagnosi come la mia, l’esistenza ti cambia in mezzo secondo. Grazie allo sport ho imparato a vivere il momento, a pensare punto per punto. Mi sento tanto fortunata e sento di essere riconoscen­te con la vita. Adesso vedo ogni momento come prezioso. Sa una cosa?».

Grazie allo sport ho capito che bisogna vivere il momento: un punto alla volta

▶Pr€go.

«Come sportivi, ma anche nella vita di tutti i giorni, siamo portati a pensare all’obiettivo da conquistar­e. Adesso sono sempre orientata verso il traguardo, ma godendomi un po’ di più il viaggio, il processo, la conquista, voglio assaporare tutto. Ogni tanto è importante fermarsi, guardare indietro, vedere tutta la strada fatta e dirsi: brava». Buon viaggio Tathiana.

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«Jannik è un ragazzo che guarda sempre avanti, pensa a come crescere e migliorare»

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