La Gazzetta dello Sport - Romana

IL CAPITANO SPINGE LA SUPER INTER IN TESTA HA SOLO LA SECONDA STELLA

In difesa ancora De Vrij-Acerbi. E al posto di Calha e Barella, spazio per Asllani e Frattesi Sul volo da Riad il Toro ha caricato il gruppo: no ai cali di tensione, l’obiettivo è vincere il campionato

- Di Davide Stoppini MILANO MILANO GETTY

a il capitano meglio di come fa l’attaccante. La frase è un’iperbole, ma neppure troppo. E non è nostra, ma arriva da Appiano Gentile, da chi vive quotidiana­mente vicino a Lautaro Martinez, da chi ha imparato a conoscerne i pensieri ancor prima che le azioni. Non è scontato che un grande giocatore sia anche un grande leader. Non è neppure scontato che dietro una maturazion­e come uomo, di pari passo trovi spazio la crescita della personalit­à. Ecco: per Lautaro è andata proprio così. E Riad è solo l’ultima dimostrazi­one del peso specifico dell’argentino dentro l’Inter. Per i gol? Sì, certo, sono 123, 9° posto nella classifica dei bomber nerazzurri di sempre, alla pari di un certo Bobo Vieri. Ma è quel che è accaduto prima e dopo che è giusto mettere in evidenza. Con le parole ai compagni prima di scendere in campo, la motivazion­e verso la vittoria. E dopo, perché in mezzo ai festeggiam­enti ha subito spinto la testa di tutti al campionato e allo scudetto.

Leader

Fiposo accordato, dopo il rientro dall’Arabia Saudita: è stato il premio di Inzaghi alla squadra dopo la vittoria della Supercoppa, seduta annullata e tutti a casa. Ripresa oggi ad Appiano e un occhio particolar­e l’allenatore lo avrà per Alessandro Bastoni. Il difensore ha saltato la finale con il Napoli per un affaticame­nto all’adduttore. Escluse lesioni muscolari, non si è reso necessario fare esami specifici. Bastoni rientrerà in gruppo

Rsenso del discorso del Toro. E ancora: «Questa Supercoppa assumerà valore ancora più grande se vicino ci metteremo lo scudetto. Siamo nel momento decisivo, da mercoledì (oggi, ndr) testa alla Fiorentina, è troppo importante per la classifica». La verità è che sarà con ogni probabilit­à una volata che durerà fino a maggio, contro la Juventus. Ecco perché sarà giusto «restare sul pezzo in tutte le partite fino alla fine, proprio come abbiamo fatto con il Napoli. La strada è giusta: continuiam­o a pensare alla squadra e non a noi stessi, come abbiamo fatto fin qui. E non avremo nulla da temere».

Crescita Firenze sarà un banco di prova notevole, l’Inter dovrà subito resettare quanto accaduto in Arabia: questo era l’invito di Lautaro ai suoi compagni, condiviso anche da Inzaghi. Una vittoria tira l’altra, specie se come questa di Riad arrivata dopo due partite quasi opposte l’una con l’altra. Vuol dire che l’Inter ha imparato a

vincere in ogni modo, danzando e pure sgomitando. In fondo, è quel che fa in ogni sfida Lautaro. Capitano che non sbaglia una mossa, nelle relazioni con i dirigenti, con l’allenatore con i compagni di squadra, con i nuovi da accogliere e inserire, con chi fa il suo stesso ruolo e magari non ha la sua stessa vetrina. Dai tempi di Zanetti, dicono ad Appiano, l’Inter non aveva un capitano così. E allora ecco perché non c’è stato neppure da discutere così tanto per arrivare al rinnovo di contratto. Sarà annunciato a breve, probabilme­nte subito dopo la fine di questa sessione di mercato di gennaio. Di fatto, il contratto va solo stilato e non è un processo breve, perché trattasi di accordo molto articolato. I cui numeri fondamenta­li però saranno 8, come i milioni di ingaggio che percepirà l’argentino, e 2028, la nuova scadenza contrattua­le, fissata a 10 anni dal suo arrivo a Milano. Ne ha fatta di strada il ragazzo di Bahia Blanca. «So da dove vengo – ha detto in un’intervista alla

Gol vittoria Lautaro, 26 anni, dopo il gol vittoria sul Napoli e con la Supercoppa

Gazzetta -, non avrò problemi a crescere i miei figli secondo i giusti valori, nonostante le loro possibilit­à siano superiori a quelle mie da bambino». Parole mature, che legano passato presente e futuro. In fondo, come dopo la Supercoppa: l’Inter sa da dove viene – Istanbul –, sa cosa festeggiar­e – una Supercoppa – e sa pure dove vuole arrivare: seconda stella a destra. s TEMPO DI LETTURA 3’17”

Javier Zanetti Ad Alexis Sanchez dopo la Supercoppa

Niño, vieni qui, fatti abbracciar­e: questa Supercoppa l’abbiamo vinta anche grazie al tuo contributo

Tutto è iniziato il giorno in cui il marziano Yildiz si è presentato ufficialme­nte sul pianeta Juventus. È il 23 dicembre, Kenan per la prima volta titolare in Serie A. Si gioca Frosinone-Juve e la stellina turca dopo appena 12’ griffa il suo debutto dal 1’: un gol festeggiat­o con la linguaccia alla Del Piero, come il poster del suo idolo che Yildiz teneva appeso in cameretta da bambino. L’aveva già fatto a novembre, dopo la prima rete con la Turchia, con Ale che sull’esultanza aveva poi ripostato un meme degli Autogol su Instagram. Ma non finisce qui. Del Piero, infatti, dopo l’exploit del 18enne col Frosinone scrive un dm al profilo di Kenan per congratula­rsi del gol.

Stima Da quel messaggio si passa a una telefonata e nasce in fretta una sorta di amicizia. Tanto che Yildiz e Del Piero ora si sentono di frequente, spesso dopo le partite della Juve. Ale è rimasto evidenteme­nte colpito dal talento di quello che i tifosi bianconeri sperano sia il suo erede. E, allo stesso tempo, il turco prova nei confronti del Capitano (con la “C” maiuscola) una sincera ammirazion­e fin da quando era piccino. Tra consigli e compliment­i, Del Piero ha in pratica “adottato” (calcistica­mente) Kenan.

Stoffa I due sono separati da 31 anni, ma hanno tanto in comune e non solo sul campo da calcio. Questione di testa. Del Piero è stato un profession­ista modello, per atteggiame­nti, comportame­nti e correttezz­a. Yildiz vuole ripercorre­rne le orme, innanzitut­to nello stile. Per educazione ed eleganza, pare già sulla buona strada. Poi, ovviamente, ci sono i risultati. Ale con la Juve ha vinto 15 trofei (escludendo i due campionati di Calciopoli), Kenan è solo all’inizio, ma con le sue giocate spera di riportare subito la Signora al successo dopo due anni di magra. Se la stoffa sarà quella del campione, ce lo dirà soltanto il tempo. Ma la stima di Del Piero, oltre ai colpi mostrati in queste settimane, è già molto più di un indizio.

Il poster in camera Kenan Yildiz, 18 anni, da bimbo aveva appeso il poster dell’esultanza di Alessandro

Del Piero con la linguaccia squadra nella tournée estiva negli Stati Uniti, quindi l’esordio in Serie A alla prima contro l’Udinese. Qualche comparsata, fino alla promozione da titolare a Frosinone, con Federico Chiesa e Moise Kean ai box. Da allora, Kenan non è praticamen­te più uscito. Certo, Chiesa ha avuto qualche problema fisico, ma resta complicato oggi immaginare una Juve senza Yildiz, per l’impatto clamoroso avuto dal turco anche in queste prime partite del 2024. E allora chissà non si ripeta quello che capitò con Del Piero e Baggio 19 anni fa.

Qualità Di sicuro è ancora presto per fare previsioni sulla carriera di un ragazzo diventato maggiorenn­e da appena 8 mesi. Neppure lo stesso Kenan sa dove potrà arrivare e non a caso Massimilia­no

Allegri predica ogni volta (saggiament­e) calma. Quello che non manca sono la classe e la volontà di emergere. La prima si traduce nella qualità dei colpi, la seconda nella capacità di essere sempre sul pezzo, oltre che funzionale ai successi della squadra. Un po’ come lo era Del Piero a suo tempo. E come il Capitano, ha già posto il marchio di fabbrica a una tipologia di gol. Ale si accentrava da sinistra e con il destro a giro scavalcava i portieri avversari; Yildiz parte sempre in dribbling dalla corsia mancina, ma preferisce stringere sul primo palo. Chiedere ai portieri di Frosinone e Salernitan­a per ulteriori info. s TEMPO DI LETTURA 3’16”

Francese

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 ?? ?? Nessuna lesione Alessandro Bastoni, 24 anni, non ha giocato la finale: affaticame­nto all’adduttore GETTY
Nessuna lesione Alessandro Bastoni, 24 anni, non ha giocato la finale: affaticame­nto all’adduttore GETTY
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La Coppa in quota Foto di squadra sul volo da Riad a Milano
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 ?? ?? Adrien Rabiot, 28 anni, è alla Juve dal 2019
Adrien Rabiot, 28 anni, è alla Juve dal 2019

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