La Gazzetta dello Sport - Romana

RIVA OLTRE IL MITO UN TESORO CONDIVISO CON I NOSTRI PADRI

- Di MARCO BUCCIANTIN­I

Ciao babbo, muore Riva e io ti penso. Me ne parlavi tu: chi è stato il più forte dei nostri? Gigi Riva. Più di Rivera, credo per il volto, per qualcosa che non si poteva misurare sul campo, e prima di Baggio che non era ancora arrivato (poi imparammo a dire: Riva e Baggio). Era il gusto tuo e di tanti nati nei Quaranta, cresciuti nel Dopoguerra, con l’Italia da rifare, con la fame da scampare, con una vita da guadagnare e da costruire: c’era qualcosa, qualche passaggio di tempo, di stato, in quella potente e semplice biografia che vi teneva uniti, a voi. Muore Riva e io ti perdo. Ancora, un’altra volta. Infatti piango.

L’ho toccato, il mito (il racconto trasforma gli uomini in miti). Con quella soggezione del merito e del talento ormai perduta e con quel senso di gioco fra noi, lo avevo davanti dopo che tu me lo avevi conficcato in testa: ero a scrivere appresso alla Nazionale, nel 2006, quelli in cui il calcio italiano si raccontò per intero, da cima a fondo, dallo sprofondo alla vetta.

Lui era in mezzo ai cronisti, pochi minuti, forse tre parole ma non ne sono sicuro. Quando lo sciame volò altrove, insoddisfa­tto, mi mossi nel verso contrario, lo avvicinai, gli misi una mano su un braccio, attratto da qualcosa di misterioso, di familiare, di storico, di sincero. Lui fece una smorfia, non seppi trovare una direzione a quella mezza espression­e. Io stesso non sapevo dove andare: cercavo i miei ricordi, i nostri, babbo. Che ricordo bislacco e insensato, ma ho questo.

Muore Riva e il Novecento sta scivolando via, il nostro secolo: con le sue illusioni, con le sue intense passioni, con la serietà e la fatica delle conquiste. Davvero non dobbiamo chiedere per chi suona la campana: suona sempre per tutti. Qual è stato il gol più bello che hai mai visto, babbo? Gigi Riva: correva verso la porta, spalla a spalla con Burgnich, dopo uno scambio con Greatti. Un duello western, nessuno mollava un centimetro e in quello sforzo per prevalere nella corsa trovò la coordinazi­one per il tiro, mancino, incrociato. Ho fantastica­to su quel gol per tanto tempo. L’ho creato con l’immaginazi­one, anni dopo ho recuperato le immagini e mi piacque che babbo non fosse impression­ato da un gol “eccezional­e”, da un gesto clamoroso come una rovesciata o un’azione personale infinita, quei gol che sono in cima a tutte le classifich­e: teneva nella memoria un puro, limpido schema di base, un confronto fra due uomini, un tiro preciso. Così ho ereditato Riva, mi sono appassiona­to al giocatore, ai pezzi di Brera - cercate quello dopo l’infortunio in Nazionale contro l’Austria: uno degli articoli più belli del giornalism­o italiano. Babbo, ti piaceva Riva perché era forte, perché era scolpito dal dolore della vita nei bordi ossuti, nel cuore greve. Ti piaceva perché realizzava la libertà nella sua forma più incorrutti­bile, quella del rifiuto. Perché era serio, perché era integro. Perché taceva piuttosto che sprecare le parole. Leggo tutte queste belle parole intorno a quest’uomo che muore e credo di capire qualcosa che mi sono perso di te (va così, si vive di sensi di colpa).

Muore Riva e allora vive il racconto, quell’emozionant­e forma di cultura che è la memoria condivisa. Un edificio puro, pulito, una tradizione che può legare insieme come un sentimento - anche da lontano, nel tempo e nello spazio - ma che va manutenuta (altra parola del Novecento mentre oggi si compra, si consuma, si ricompra).

L’etimo ci fornisce gli arnesi: “tradizione” deriva da “tradere”, dunque trasmetter­e. È un comportame­nto, ci chiama all’azione e adesso tocca a me: è morto Riva, babbo, ma non possiamo perdere certi uomini. Domani lo racconterò a Luca, tuo nipote, con le tue parole.

PARTITE DISPUTATE BURKINA F.-MAURITANIA ALGERIA-ANGOLA ALGERIA-BURKINA F. MAURITANIA-ANGOLA ANGOLA-BURKINA F. MAURITANIA-ALGERIA

PARTITE DISPUTATE TUNISIA-NAMIBIA MALI-SUDAFRICA TUNISIA-MALI SUDAFRICA-NAMIBIA

NAMIBIA-MALI OGGI, 18 SUDAFRICA-TUNISIA OGGI, 18

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Patrimonio nazionale Gigi Riva, scomparso a 79 anni, attaccante del Cagliari scudettato nel 1969-70 e della Nazionale campione d’Europa nel 1968 e vicecampio­ne del mondo nel 1970, in azzurro ha il record di 35 gol

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