La Gazzetta dello Sport - Romana
NON SIAMO I MIGLIORI MA SE IL POSTO IN PIÙ NELLA CHAMPIONS...
MARCATORE LUCCHESE (3-4-3) Gucher 7, All. All. All. All. ARBITRO NOTE
Bello l’improvviso riconoscimento dall’istituto di statistica del calcio: la Serie A è il miglior campionato del mondo. Bello e impossibile. Con tutto l’affetto del mondo, per restare in tema, ce ne vuole per considerare il nostro caro e tanto vituperato campionato il top che ci sia. Anche se questa sorprendente classifica si riferisce all’anno solare 2023, quello delle tre inimmaginabili finali di coppa (purtroppo perse, ma arrivarci non è mai uno scherzo). La Premier in finale ne aveva mandate soltanto due, però vincenti, City e West Ham. Ma si sa: numeri e statistiche, come diceva quel saggio, sotto tortura possono dire qualsiasi cosa. Il leggendario Iffhs ha stilato la solita graduatoria annuale dei campionati: in base a parametri non del tutto chiari siamo al primo posto davanti a Premier, Liga, Brasileirao e Bundesliga. Sono comunque soddisfazioni. Ora non lasciamo che durino lo spazio di un titolo di giornale. Cominciando dalle coppe di quest’anno e dal quinto posto in Champions per il quale siamo in piena lotta.
Intanto basta collegarsi su una partita qualunque della Premier per tornare sulla Terra. Stadi favolosi e pieni. Curve che sconoscono striscioni, petardi e cori offensivi. Formazioni annunciate senza la sgradevole sensazione che i nomi degli ospiti siano pronunciati apposta in maniera incomprensibile. Raccattapalle che prima di consegnare la palla a un giocatore “rivale” non hanno bisogno di un ricostituente per le braccia. Immagini tv spettacolari. Tutte minuzie, si dirà, però sarebbe bello replicarle dalle nostre parti (niente d’impossibile, basterebbe volerlo). Poi in campo si vede altro: differenza di velocità, atteggiamento, coraggio, preparazione fisica, sfida continua. E queste non sono proprio minima immoralia del pallone.
Lungi da noi dipingere un paradiso estero che non esiste. Dalla finanza creativa alle spese inflazionistiche, dal razzismo alla corruzione, i problemi li hanno anche loro e gli spagnoli, i tedeschi, i francesi. E comunque noi, con le nostre infrastrutture antidiluviane e tutto il resto, non siamo più quelli di prima. Siamo cambiati in meglio. Non si portano tre squadre in finale (Inter, Roma e Fiorentina) e altre due in semifinale (Juve e Milan) se non è successo qualcosa nel movimento. La missione è rendere la svolta una tendenza e non una casualità.
Psicologicamente il salto è stato clamoroso. Un tempo c’era soltanto la Champions, mentre l’Europa League era quel fastidio del giovedì tra un turno e l’altro di campionato dove, tra l’altro, non è che imperversasse lo spettacolo. Forse
Un istituto di statistica ha incoronato la serie A come il top campionato del mondo. Vero? Non troppo. Però abbiamo una grande occasione
qualcuno ha dimenticato le partite a due all’ora nelle quali era difficile cancellare l’impressione di un tacito accordo a non farsi male (parole del c.t. Prandelli). Oggi le coppe sono una cosa seria. La Fiorentina ha lottato fino al 90’ in Conference. La Roma è stata come minimo sfortunata con il Siviglia. L’Inter ha giocato alla pari con il City. I sorteggi hanno dato una mano, noi ce la siamo meritata. Non partiamo più spaventati e sconfitti: ce la giochiamo spesso alla pari. E in casa i giovani tecnici hanno portato novità e incoscienza, obbligando i vecchi saggi a studiare e aggiornarsi per competere. Si dice innovazione.
In queste coppe siamo gli unici con ancora sette
su sette in corsa. Non tutti gli ottavi e i playoff, vedi Lazio-Bayern, Inter-Atletico e NapoliBarcellona, inducono all’ottimismo sfrenato, ma nel ranking stagionale siamo incredibilmente in testa. E le prime due della classifica finale avranno un posto in più nella prossima Champions. Le avversarie? Germania, Inghilterra, Spagna, tanto per cambiare. Avere cinque club sarebbe un risultato clamoroso, il segno che le tre finali del 2023 non sono state una coincidenza astrale, ma un punto di ripartenza. E allora, forse, sì, saremo disposti a credere ai numeri del mitico Istituto di statistica del calcio.
Un abbraccio dei giocatori dell’Inter in Champions League: i nerazzurri nella passata stagione sono arrivati in finale, battuti solo dal Manchester City
In Europa
Yeboah al 33’ p.t.
Coletta 6; Fazzi 6, Benassai 6 (dal 1’ s.t. Tiritiello 6); Alagna 6 (dal 32’ s.t. Quirini 6), Tumbarello 6,
Cangianiello 6, Visconti 6,5; Rizzo Pinna 6,5 (dal 18’ s.t. Djibril 6),
Russo 6 (dal 32’ s.t. Guadagni 6), Yeboah 6 (dal 32’ s.t. Magnaghi 6). (Chiorra, Berti, Toma, Sabbione, Quochi, Leone). Gorgone 7
PADOVA (3-5-2) Zanellati 6; Calabrese 5,5, Granata 6, Perrotta 6 (dal 18’ s.t. Capelli 6); Kirwan 6, Bianchi 5,5, Crisetig 5,5 (dal 13’ s.t. Tordini 5,5), Dezi 6,5, Favale 5,5 (dal 14’ s.t. Villa 5,5); Zamparo 5 (dal 14’ s.t. Bortolussi 5), Palombi 5 (dal 33’ s.t. Liguori 5). (Donnarumma, Mangiaracina, Delli Carri, Belli, Leoni, Fusi, Radrezza, Crescenzi).
Torrente 5,5
RIMINI (4-3-3) Colombo 6,5; Lepri 6,5, Gorelli 6, Pietrangeli 7, Semeraro 6; Leoncini 6,5 (dal 20’ s.t. Tofanari 6), Langella 7, Malagrida 6 (dal 1’ s.t. Iacoponi 6); Lamesta 7 (dal 38’ s.t. Sala s.v.), Cernigoi 6,5 (dal 12’ s.t. Morra 5,5), Delcarro 6,5 (dal 12’ s.t. Marchesi 5,5). (Colombi, Stanga, Accursi, Rosini, Satalino).
Troise 6,5
CATANIA (3-4-1-2) Bethers 6; Curado 6 (dal 20’ s.t. Bouah 6), Kontek 5,5, Monaco 6; Chiarella 6,5, Quaini 5,5 (dal 1’ s.t. Welbeck 6), Zammarini 6, Castellini 6,5;
Peralta 6,5 (dal 31’ s.t. Zanellato s.v.); Costantino 5,5 (dal 20’ s.t.
Cicerelli 6), Di Carmine 5 (dal 35’ s.t. Cianci s.v.). (Donato, Albertoni, Rapisarda, Popovic, Ladinetti).
Lucarelli 5,5
Mirabella di Napoli 6,5 paganti 3.616, incasso di 43.341 euro. Espulso Zammarini al 30’ s.t.; ammoniti Quaini, Malagrida, Kontek, Chiarella e Tofanari.
Angoli 3-2