La Gazzetta dello Sport - Romana

Re più giovane a Wimbledon

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Boris Becker è nato a Leimen (Germania) il 22 novembre 1967. Nel 1985 è diventato il più giovane vincitore a Wimbledon (17 anni e 8 mesi), torneo conquistat­o pure nel 1986 e nel 1989. Sei i successi Slam con gli Us Open 1989 e gli Australian Open 1991 e 1996.

N. 1 per 12 settimane nel 1991. Dal 2013 al 2016 coach di Djokjovic con cui ha vinto 6 Slam

sulla carta è lievemente favorito. Ma i confronti degli ultimi mesi hanno permesso a Sinner di fare esperienza. E batterlo ha aumentato la sua fiducia. Ora sa che può farcela».

▶Sarà una battaglia molto fisica?

«Molto, potrebbe fare molto caldo e sarà favorito chi sarà in grado do gestire meglio il recupero. Nole ha dimostrato di saper gestire queste situazioni, Jannik da questo punto di vista è un'incognita. Devi adattare il tuo gioco affinché non sia troppo sfibrante, devi sapere dosare le energie. E, chiarament­e, chi ha più esperienza di queste situazioni parte un passetto avanti».

▶N€lla semifinale di Wimbledon non le era piaciuta la prestazion­e di Sinner.

«Vero. Ma da allora molte cose sono cambiate, soprattutt­o la fiducia. Il gioco è simile, però adesso il ragazzo crede molto di più in se stesso. A livello di maturità non è il Sinner della semifinale di Londra, è cresciuto».

▶ Lei lo conosce molto bene, avete vinto sei Slam insieme: come si batte Novak Djokovic?

«Djokovic è al massimo del suo livello, quando Sinner entrerà in campo dovrà buttarsi nella battaglia con consapevol­ezza. Alla fine penso che Jannik abbia solo da guadagnare da questa sfida.

Coach di Rune Boris Becker, 57 anni, è tornato ad allenare alla fine del 2023: adesso segue il danese Rune, n.8 del mondo

In fin dei conti nessuno può biasimarti se perdi una semifinale Slam contro Novak Djokovic. Gli consiglio di viverla con gioia, perché è un momento bello e importante della sua carriera. Consideran­do che la partita potrebbe durare anche cinque ore, allora è meglio partire con l'idea di trarre piacere da quello che si fa».

▶D€lla maturità del n.1 italiano ha già parlato, ma cosa pensa dell’evoluzione del suo gioco?

«Ora possiamo dire che dispone del pacchetto completo. Il servizio è migliorato, è più vario. La posizione in campo è quasi sempre perfetta. Non vedo punti deboli al momento nel suo gioco. Vincerà chi lo desidererà di più. Una partita a scacchi ad alta velocità».

▶ Lei ne ha vinti sei, e altrettant­i ne ha fatti vincere a Novak. Perché è così difficile conquistar­e uno Slam?

«Perché si soffre, perché si fatica. Devi essere concentrat­o, devi essere fisicament­e a posto, devi essere in grado di reggere un ritmo alto per due settimane e soprattutt­o affrontare avversari determinat­i. In quelle settimane può succedere di tutto: se riesci a mettere da parte tutto questo e arrivare a sollevare quel trofeo, vuol dire che il tuo sogno valeva la pena di essere vissuto».

▶ Negli anni in cui avete lavorato insieme, che cosa l’ha impression­ata di Nole?

«Il non accontenta­rsi mai. Appena vinceva un grande torneo, invece di festeggiar­e voleva discutere di quello che non aveva fatto abbastanza bene».

▶Com€ vive Djokovic l’arrivo delle nuove generazion­i?

«Penso che per lui, adesso, sia positivo battersi con Sinner, Alcaraz o Rune. Storicamen­te ha

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