La Gazzetta dello Sport - Romana

ADDIO A BOGARELLI UNO DEI PIONIERI DELLA TV PRIVATA PORTÒ DA NOI L’NBA

- Di Antonino Morici

runo Bogarelli ha rappresent­ato una figura centrale per il mondo dell’informazio­ne degli ultimi quarant’anni, uno dei primi a capire il valore dell’intratteni­mento sportivo in tv. La sua scomparsa dopo una lunga malattia, a 73 anni, lascia un vuoto in tutti quelli che ne hanno incrociato la strada: dai dirigenti delle aziende per cui ha lavorato ai giornalist­i, dai campioni ai tecnici delle squadre seguite con passione, fino alle maestranze delle emittenti che ha contribuit­o a portare al successo.

BFininvest La sua carriera inizia a Canale 5 con Silvio Berlusconi, di cui è stato uno dei collaborat­ori più stretti dagli Anni 80. Contribuis­ce alla realizzazi­one dei primi spazi informativ­i nelle varie testate giornalist­iche del gruppo: direttore di Videonews e, in seguito, coordinato­re della redazione sportiva di Italia 1. Nel 1985 fu tra i protagonis­ti del lancio di La Cinq, il canale aperto da Fininvest in Francia.

Il ricordo di Cairo «L’ho conosciuto nel 1981 a Mediaset quando ero assistente di Berlusconi. Da allora siamo diventati amici e non ci siamo mai persi di vista», ricorda il presidente di Rcs Mediagroup e del Torino, Urbano Cairo. «Ricordo che andammo insieme con Berlusconi negli Stati Uniti, a Los Angeles e New York, per l’acquisto di programmi televisivi. Bogarelli era un lavoratore incredibil­e, un perfezioni­sta con grande attenzione alla qualità. Nel 2006 mi diede una grande mano per le celebrazio­ni del centenario del Torino, che furono un successo grazie anche al suo contributo. Suo figlio, un ragazzo molto in gamba, ha lavorato con me nella

valorizzar­e i talenti presenti sul territorio».

▶Alm€no su questo è d’accordo con Sacchi.

«Il problema di Arrigo è che lo copiano e non sono bravi a farlo. L’oscurantis­mo del calcio italiano, io lo chiamo così. Tutti a giocare in trenta metri, un disastro, non si vedeva più il gioco. E poi la costruzion­e del basso che è andata di moda con Guardiola... possiamo parlarne?».

▶Parliamon€.

«La cosa buona è che ora è già un po’ finita nel dimenticat­oio. Non si può copiare tutto, ci sono dei pezzi unici, per fortuna. E Mazzarri ha fatto bene a cambiare. È stato intelligen­te».

▶Pa⏻⏻iamo alle donne, era famoso anche per essere un tombeur de femmes, anche se a sua moglie Checca non avrà fatto piacere. Donna spiritosa e magnifica, se possiamo dire.

«Ah, ma guardi, tutte queste storie di donne... Ho sempre amato le donne come esempio di eleganza, leggerezza. Mi piace la bellezza, mi piace la gentilezza. Le donne hanno una sensibilit­à non comune e bisognereb­be portarla nel calcio».

▶ Per la verità il calcio femminile non è molto apprezzato in Italia.

«Io lo guardo volentieri e negli anni ho visto giocatrici ottime, come la francese Renard, ma in generale parlavo di donne e di modo di muoversi. La grinta eccessiva mortifica il calcio. Ai miei giocatori dicevo: andate a ballare. Non vorrei essere frainteso,

Non si può replicare tutto Walter ha fatto bene a cambiare. È stato intelligen­te

Tutti frettolosi. Non sarà mai un top player, ma un ottimo giocatore sì

Credo di essere stato un buon insegnante e mi va bene così

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