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I l Presidente e Professore a tutto campo: squadra, tifosi, proprietà Usa, arbitri e Maignan «Gila ha creato un grande gruppo Il calcio è in crisi ma si può curare»
La squadra che ha la possibilità nei prossimi due turni contro Lecce ed Empoli di blindare la posizione a metà classifica, l’entusiasmo dei tifosi, il mercato, le ambizioni della proprietà americana. Ma anche i problemi del calcio italiano, le polemiche arbitrali, il caso Maignan. Il professor Alberto Zangrillo, da sempre tifoso e da due anni anche presidente del Genoa, non si sottrae e parla di tutto. D’altra parte, per professione è abituato ad esaminare, fare diagnosi, intervenire. L’intervista si apre con un sorriso contagioso. Merito della squadra che pare aver trovato stabilità, continuità, identità.
▶ Presidente ha tutta l’aria di chi finalmente si stia divertendo…
«Sono felice di questa mia esperienza perché conferma un mio principio granitico: le cose ti vengono bene se lavori divertendoti e mantenendo gli impegni».
▶Only One Year: la promessa che il Genoa sarebbe risalito subito in A, è stata mantenuta.
«Sarebbe stato un peccato mortale tradire le attese, Only One Year è frutto di un lavoro serio, faticoso ed entusiasmante. I tifosi ci ringraziano con una risposta travolgente che noi ci impegniamo a contraccambiare facendo del nostro meglio. I buoni risultati che stiamo ottenendo non sono casuali, ma frutto di programmazione, impegno, sacrificio, passione».
▶Dopo qualche iniziale scelta azzardata sembra che la proprietà Usa abbia capito il Dna del Genoa
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e il legame simbiotico tra tifosi e squadra. Lei rappresenta un elemento di garanzia per il popolo genoano.
«La proprietà ha dimostrato grande rispetto per la nostra storia e la nostra cultura e ciò era alla base del mio coinvolgimento in prima persona. Sto apprezzando moltissimo il loro approccio al calcio che unisce la passione alla programmazione. La ricerca del binomio risultati-stabilità economica che scaturisca dalle capacità di gestione calcistica internazionale e da progetti infrastrutturali che tengano conto delle realtà ancora inespresse e preziose dei singoli contesti».
▶G€nova quanto può offrire da questo punto di vista?
«Tantissimo. La città è una miniera dove poter sviluppare sinergie di straordinario impatto socio economico. Innovazione e tradizione: l’imprenditorialità trova ulteriore spinta dalla partecipazione di una tifoseria che ha pochi rivali al mondo per calore e passione».
▶Sc€lga un protagonista del girone d’andata.
«Farei un torto agli altri se facessi il nome di un solo giocatore, preferisco dire Gilardino che ha dimostrato di saper incidere sui singoli creando un gruppo fantastico: si è creata un'alchimia magica che protegge tutti».
▶ E’ stato venduto Dragusin: trattenerlo a certe cifre era davvero impossibile?
«La vendita di Dragusin è stata una scelta necessaria, ponderata, condivisa da tutti coloro che hanno la responsabilità dell’obiettivo centrale: la crescita della società nel panorama nazionale. Avremmo fatto un torto al club e anche a lui, non accettando la proposta del Tottenham».
▶ E’ una fase caotica per il nostro calcio: c’è necessità di aumentare i ricavi, ridurre i costi, avviare riforme, dare stabilità a un sistema che i bilanci certificano vicino al collasso: come si fa?
«Dialogo rispettoso, educazione istituzionale, progettualità responsabile sono, secondo me, gli ingredienti necessari per mettere in sicurezza il Sistema. La serie A sta cercando maggiori ricavi economici. E’ giusto guardarsi intorno: chiedere aiuti al governo, puntare a nuovi mercati, ma non devono essere toppe per coprire qui o là un buco, bensì far parte di un programma di medio periodo che preveda riforme, equa distribuzione, condivisione. La forza di un sistema vincente non deve mai prevedere la prevaricazione dei più deboli ma deve garantire equilibrio».
▶ Le polemiche arbitrali stanno superando il livello di guardia.
«Siamo il Paese in cui si discute più di arbitri al mondo. Anche io mi sono arrabbiato a volte per qualche decisione che non ho condiviso. Ma una cosa è discutere su errori e cercare rimedi per ridurli, un’altra è bombardare le fondamenta del Sistema. Quello è un atteggiamento inaccettabile. Ogni attacco alle singole componenti istituzionali è un potenziale rischio mortale alla nostra credibilità monitorata fuori confine. Se screditiamo continuamente il nostro prodotto come possiamo pensare di venderlo al meglio?».
▶ Come giudica l’esperienza della Supercoppa italiana in Arabia?
«Al di là dell'evento sportivo è obbligatorio che il calcio italiano sia presente con spirito costruttivo ed intelligenza imprenditoriale in un inedito palcoscenico. Il mondo arabo è pronto a creare sinergie di impresa di interesse globale in modo convincente e strutturato ed il nostro calcio è un'impresa con valori, storia e peso specifico. Ci sono quindi tutte le condizioni per costruire sinergie di reciproca utilità».
▶La settimana è stata contraddistinta dall’episodio di razzismo subito da Maignan.
«Non vedo l’ora di abbracciare Mike, col quale ho avuto anche un’incomprensione dovuta a una mia dichiarazione a caldo su un intervento di gioco in Genoa-Milan. Ma stimo l’uomo che a Udine ha dimostrato coraggio e dato un segnale importante che abbiamo il dovere di cogliere. Non bisogna abbassare la guardia di fronte a episodi figli della mancanza di cultura e di un grave degrado mentale. Oggi grazie alla tecnologia dovremmo essere in grado di scovare e punire severamente chi sbaglia, escludendolo per sempre dalle manifestazioni. Le sanzioni devono essere esemplari ma mirate, non possono colpire chi non c’entra nulla, come la stragrande maggioranza delle persone civili, che pagano l’abbonamento e si ritrovano lo stadio chiuso per colpa di pochi idioti. Per questo capisco anche l’amarezza dei cittadini friulani, dei tifosi sani dell’Udinese e della famiglia Pozzo, della cui amicizia mi onoro. Dobbiamo punire i colpevoli ma bandire ogni reazione ipocrita, inutile, speculativa».
Presidente dal 2021 Alberto Zangrillo, 65 anni, primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano, è presidente del Genoa dal novembre 2021. Qui sotto a sinistra è con il figlio Andrea
Subito in A: promessa mantenuta attraverso il lavoro, il sacrificio, la passione
Criticare è una cosa, minare le basi del Sistema un'altra: enonè accettabile
Abbraccio forte Mike, ma vanno puniti i colpevoli, non tutti i tifosi dell'Udinese