La Gazzetta dello Sport - Romana

Milano domina poi rischia Ma Barcellona va ancora ko

Shields e Melli guidano l’Olimpia Messina: «Scherzato col fuoco» BARCELLONA ARBITRI

- Di Paolo Bartezzagh­i

a migliore Olimpia della stagione vola sul +20 contro il Barcellona. La faccia scura dell’Olimpia rischia di gettare al vento un’altra vittoria ma stavolta l’ennesima rimonta avversaria si ferma nell’ultimo eterno minuto. La seconda vittoria stagionale contro i blaugrana tiene Milano in corsa verso quel decimo posto che dovrà conquistar­e in trasferta visto che giocherà 7 delle prossime 11 partite fuori casa dove finora ha vinto solo due volte su 10. Ma se questo è lo spirito e la qualità è quella del secondo quarto, le possibilit­à ci sono. Soprattutt­o con il ritorno di Shavon Shields al fianco di Nicolò Melli, pilastro fondamenta­le della difesa e il cuore della squadra nel giorno del 33° compleanno.

LIl bello La bella faccia di Milano si vede dalla difesa. Ottimo l’impatto di Alex Poythress, nel quintetto di partenza, che segna sei punti dei primi 12 di squadra. Shields innesca il parziale di 11-0 del primo quarto in cui l’Olimpia argina il Barcellona che non segna per 4 minuti. Milano chiude il primo parziale con 11 punti di vantaggio, già 11 tiri dalla lunetta e un buon impatto anche di Rodney McGruder che segna i primi sei punti con tre rimbalzi offensivi. La difesa con un Melli perfetto continua a limitare un attacco del Barcellona molto impreciso al tiro anche da vicino (36 per cento da 2 nei primi 20’). Il vantaggio comincia a lievitare quando rientra Poythress, in una delle sue migliori versioni da quando è a Milano. Tutti ci mettono qualcosa: una tripla e un assist di Voigmtann, una stoppata di Ricci su Kalinic da tre. E poi il lampo di Napier che segna 7 punti in meno di due minuti: prima recupera palla in

EA7 MILANO

Napier 9 (1/3, 1/4), Hall 8 (3/4, 0/2), Shields 23 (5/8, 2/7), Melli 5 (1/2, 0/2), Poythress 10 (5/7); Lo, McGruder 11 (3/6, 1/6), Ricci (0/3 da 3), Flaccadori 2 (1/3, 0/1), Hines (0/1), Voigtmann 6 (0/1, 1/3). N.e. Bortolani.

All. Messina

Satoransky 6 (1/2, 1/3), Brizuela 2 (1/5, 0/2), Kalinic 9 (3/8, 1/6), Parker 11 (1/4, 3/6), Vezely 28 (10/14); Da Silva (0/1), Hernangome­z 10 (2/6), Laprovitto­la (0/1, 0/3), Jokubaitis 4 (2/6), Parra. N.e. Pauli, Nnaji. All. Grimau

Difallah, Nedovic, Radojkovic

NOTE Tiri liberi: Milano 21/28, Barcellona 15/20. Rimbalzi: Milano 47 (Melli 7), Barcellona 41 (Kalininc 10). Assist: Milano 14 (Napier e Shields 5), Barcellona 19 (Jokubaitis 6). Spettatori 11.800. tuffo, subendo un fallo antisporti­vo, poi si sblocca con una tripla, regala un assist a Shields per il +20 (45-25) poco prima della fine del secondo quarto, e chiude con una penetrazio­ne in mezzo all’area avversaria.

Il brutto Il Barcellona rientra in campo segnando 8 punti in poco più di un minuto e Messina chiama un timeout intuendo i segnali sono preoccupan­ti. Oltre a concedere canestri facili, l’attacco di Milano si muove poco e produce meno, costretta a soluzioni da lontano visto che l’area è chiusa. Jan Vesely è dappertutt­o, segna 10 punti nei primi 5 minuti dopo l’intervallo e il vantaggio si assottigli­a fino al -7 (51-44). Un paio di triple di McGruder e Shields danno respiro all’Olimpia che nel terzo quarto, dove si rivede dopo un mese e mezzo anche Maodo Lo, chiude con solo 10 punti segnati e due canestri su ben 10 tentativi da tre. Flaccadori trova due punti avventuros­i e Hines stoppa Da Silva per iniziare l’ultimo quarto con maggiore energia. Un altro bel canestro di Poythress riporta 13 punti di vantaggio a 6 minuti dalla fine. Melli recupera una palla in attacco, un’altra in difesa e lancia Shields per il +14 (67-53) con 4’50” da giocare. Ma ogni punto è una sofferenza e con un veloce 9-2 il Barcellona arriva a -5 a poco più di 2 minuti dalla fine in apnea e senza Melli che esce per crampi a un polpaccio. Poi sale a -4 nell’ultimo, eterno minuto quando Voigtmann segna un libero. E dopo il -2 a 7 secondi dalla fine con la prima tripla di Kalinic, è Shields a scacciare la paura con due liberi. «Un eccellente primo tempo, poi abbiamo scherzato con il fuoco - dice Ettore Messina - ma non possiamo essere soddisfatt­i di una partita così a due facce. Quello che dobbiamo fare è giocare in modo semplice quando le cose non vanno. Dobbiamo essere un po’ come Jannik Sinner: lui quando è in difficoltà non si smarrisce, continua a fare le sue cose, quelle facili e ne esce». s TEMPO DI LETTURA 2’48”

PLAYOFF

FENERBAHCE-VIRTUS BOLOGNA ALBA BERLINO-STELLA ROSSA MACCABI-PANATHINAI­KOS BAYERN-VILLEURBAN­NE

REAL MADRID-OLYMPIACOS

EFES-MONACO VITORIA-VALENCIA PARTIZAN-ZALGIRIS MILANO-BARCELLONA

Martedì 30: Bayern-Vitoria; Villeurban­ne-Fenerbahce; Stella Rossa-Valencia; Olympiacos-Alba, Real Madrid-Maccabi. Mercoledì 31: Zalgiris-Efes; Monaco-Partizan; Panathinai­kos-Milano; Barcellona-Milano

s TEMPO DI LETTURA 3’10”

6

Sono 6 i campioni del mondo 2022 dell’Italia del ct Fefé De Giorgi presenti alla Final Four di Bologna: Michielett­o, Lavia e Sbertoli con Trento, Galassi con Monza, Giannelli e Russo con Perugia

Alla cerimonia del Quirinale 1 per il Giorno della Memoria, che si celebra oggi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie di citare Primo Levi.

In particolar­e, un passo dello scrittore superstite dell’Olocausto: «La storia della deportazio­ne e dei campi di concentram­ento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa». Ed è a suo modo significat­ivo, a pochi giorni di distanza dall’appello di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche: davanti alla scelta del Movimento degli studenti palestines­i di convocare un corteo a Roma evocando lo stesso Levi («Le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre»), Di Segni chiese di «lasciare lo scrittore alla nostra memoria». Ma nell’accostamen­to fra citazioni c’è tutto il delicato equilibrio di questo 27 gennaio: si ricorda l’orrore della Shoah mentre Israele è in guerra con Hamas e in Europa riemerge l’antisemiti­smo. Dal 7 ottobre, secondo il Viminale, è stato registrato un «netto incremento di episodi: 135 fino al 31 dicembre». E in Germania, post 7 ottobre, sono stati 2.249 i reati a sfondo antisemita. Mattarella addita «il pregiudizi­o che ricalca antichi stereotipi antiebraic­i, potenziato dai social media», ricorda che «le comunità ebraiche sanno che l’Italia è la loro casa» ma accosta «l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas» a quella per le vittime nella Striscia (oltre 26 mila, dato che l’intelligen­ce israeliana considera attendibil­e) e pone due temi. Una reazione così «drammatica per i civili» rischia «di far sorgere nuove leve di odio» e «coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato». La soluzione dei “due Stati”, appunto, che Israele respinge. Come la leadership di Hamas.

Ma a preoccupar­e non è il 2 dibattito, è la piazza.

Proprio per il timore che il Giorno della Memoria diventi occasione di tensioni, il capo della Polizia,

Vittorio Pisani, ha previsto il rinvio delle manifestaz­ioni in favore di Gaza in calendario oggi: l’associazio­ne dei Palestines­i in Italia ha quindi spostato a domani il corteo di Milano. Stop della Questura anche a Roma. Mentre Maya Issa, presidente del Movimento degli studenti palestines­i che sottolinea di «rispettare profondame­nte le vittime della Shoah» - commenta: «È grave che la comunità ebraica incida su una decisione già presa dall’autorità competente che aveva autorizzat­o il corteo. Oramai per noi sarà definita come “comunità israeliana”. Il 27 gennaio è la tomba della coerenza». Si annunciano comunque sit-in (a Milano, Napoli, Roma) e cortei antimilita­risti

Il verdetto La Corte dell’Aja, in Olanda, durante la lettura del verdetto di ieri: a presiedere, l’americana Joan Donoghue, 66 anni, che è stata eletta nel settembre 2010. La Corte internazio­nale di Giustizia, fino a oggi, non ha mai condannato per genocidio nessuno Stato (Cagliari). La premier Meloni ammette: «La questione ci preoccupa, al di là del merito della manifestaz­ione. Rispettiam­o il diritto di manifestar­e». E il Viminale sollecita «buonsenso».

Crescono molto i timori 3 della comunità ebraica.

«La pietà non può essere a corrente alternata, dove commuovono i bambini di Gaza ma non indignano quelli israeliani vittime di Hamas: non è antisemita criticare un governo, ma lo è puntare l’indice contro un popolo», riassume il presidente della Comunità ebraica di Pisa, Andrea Gottfried. Gli fa eco il rabbino capo di Torino, Ariel Finzi: «Il mondo civile, quando c’è una guerra fra una tirannia e una democrazia, si schiera dalla parte della tirannia e pensa che la tirannia voglia la pace e la democrazia voglia la guerra». Mentre Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma (a pochi giorni dal caso-Acca Larenzia e dalla sentenza della Cassazione sul saluto romano), mette il dito in un’altra piaga: «Il braccio alzato è il segno di una profonda ignoranza non solo della storia, ma della democrazia». Il tutto accadeva nelle stesse ore in cui, dall’Aja, arrivava il pronunciam­ento della Corte Internazio­nale di Giustizia: «Israele adotti tutte le misure in suo potere per impedire atti di genocidio a danno dei palestines­i di Gaza e prenda immediate ed efficaci misure per migliorare le condizioni umanitarie nell’enclave, garantendo accesso agli aiuti umanitari e ad altri servizi di base». Decisione «totalmente aberrante — si sfoga Di Segni — che fa male e distorce il significat­o di quel “mai più” pronunciat­o così convintame­nte all’indomani della guerra».

Vediamo cosa è stato deciso 4 all’Aja e perché fa discutere.

Nel caso intentato dal Sudafrica contro Israele con l’accusa di genocidio nella Striscia, il principale organo giudiziale dell’Onu non ha soddisfatt­o la richiesta di un immediato cessate il fuoco. Ma ha fissato sei misure urgenti, tra cui quella che Israele «non di

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