La Gazzetta dello Sport - Romana

Mi ispiro a Federer

- Di Federica Cocchi

Rafa è un esempio per la grinta e la voglia di lottare su ogni punto

Per il modo di porsi con arbitri e avversari il mio modello è Roger

Èil giorno del ritorno. Appena metterà piede sul suolo italiano, nella mattinata a Roma, Jannik Sinner si renderà veramente contro di quello che ha combinato. La sua riservatez­za, la poca voglia di apparire e di essere personaggi­o cozzeranno con la Sinnermani­a che sta dilagando in Italia da quando ha battuto Novak Djokovic e, soprattutt­o, da quando ha riportato un titolo Slam maschile all'Italia a distanza di 48 anni da Adriano Panatta. Jannik, in arrivo direttamen­te da Melbourne, scenderà dal volo in tarda mattina e verrà prelevato direttamen­te sulla pista evitando il prevedibil­e bagno di folla all'aeroporto. Da lì, il numero 4 al mondo andrà a sistemarsi prima di procedere con una serie di appuntamen­ti istituzion­ali privati tra cui, nel primo pomeriggio l'incontro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Giovedì invece è in programma la visita al Quirinale con il Presidente Mattarella. Insieme a Jannik gli altri azzurri che a Malaga a fine novembre hanno conquistat­o la Coppa Davis, come lo Slam attesa dal 1976.

La festa Nel lungo viaggio di ritorno dall'Australia, Sinner avrà avuto modo di recuperare un po' di sonno. Dopo i doveri post match del giorno della finale, infatti, il fresco campione dell'Australian open si è concesso, insieme al resto della squadra, una cena per festeggiar­e: «Niente di particolar­e - ha raccontato durante il servizio fotografic­o di rito che immortala il vincitore Slam in un luogo iconico della città -. Siamo andati a dormire tardi e ovviamente ho avuto poco tempo per dormire». Durante la serata ha avuto modo anche di sentire la mamma, Siglinde, che stava festeggian­do il trionfo con alcuni amici: «Ci siamo sentiti brevemente - ha proseguito il numero 4 al mondo -, perché lei era con altre persone e non volevo disturbare». Questo è Jannik Sinner: un campione di 22 anni che per non disturbare i festeggiam­enti a lui dedicati , chiude la telefonata con la famiglia. Difficile che possa mai trasformar­si in uno sbruffonce­llo solo per essere tra i più forti tennisti al mondo. E a proposito di grandissim­i gli hanno

L’omaggio  Anche la Gazzetta dello Sport ha voluto celebrare l'impresa di Jannik Sinner con un post sui social: il campione, il tricolore col trofeo e un augurio per il futuro

Jannik Sinner chiesto cosa pensa dei paragoni con Novak Djokovic: «I dieci titoli di Djokovic? Non ci penso, lui è di un’altra serie – dice -. Penso di avere ancora molto da fare per pensare di avvicinarm­i. Per adesso sono contento così, di potere tenere questa bellissima coppa in mano. Non so dire se siamo di fronte ad un cambio della guardia, è difficile prevedere cosa accadrà in futuro. Ma posso dire di essere contento di far parte della nuova generazion­e, perché è quello di cui lo sport ha bisogno».

Roger e Rafa Poi ha parlato della sue fonti di ispirazion­e nel tennis e ovviamente anche per lui l'esempio a cui tendere è Roger Federer: «Per il suo modo di porgersi, dagli arbitri agli avversari passando per il pubblico - ha evidenziat­o -. La cosa più importante è circon

 Torino ha reso omaggio in modo inusuale a Jannik Sinner, che due mesi fa in città ha giocato la finale delle Atp Finals perdendo da Novak Djokovic ma entusiasma­ndo i tifosi. Ieri sera sulla Mole

Antonellia­na è stata proiettata una sua immagine, mentre i ponti del Po si sono illuminati di arancione, il colore simbolo dei tifosi di Sinner darsi delle persone migliori e poi affrontare tutto con il sorriso. Anche Rafa è un esempio per il suo spirito da combattent­e».

A casa Sinner aveva dedicato la vittoria ai genitori per avergli dato la possibilit­à di scegliere liberament­e la sua strada. La famiglia, compreso il fratello Mark è fondamenta­le per restare sempre con i piedi per terra. Appena terminati gli impegni istituzion­ali di questi giorni, Jannik tornerà a casa, in montagna, per concedersi il loro abbraccio e magari una sciata sulle piste predilette: «Purtroppo non li vedo molto spesso, ma quando accade è sempre bellissimo - dice con un sorriso fanciulles­co -. Sono andato via di casa a 14 anni, così ho dovuto crescere in fretta, provando a cucinare e farmi il bucato da solo. Per me è stato difficile, ma ancor di più lo è stato per loro. Non mi hanno mai messo pressione, il che è stata la chiave per diventare chi sono ora. Sono un uomo davvero rilassato, a cui piace giocare a tennis. per me sono genitori perfetti, ovviamente ho avuto solo loro... Ma sono fantastici. E così è mio fratello, che è fondamenta­le per la mia carriera». Prima, però l'abbraccio della gente, che lo cercherà per tutta Roma a caccia di un selfie o un autografo. Lui, campione in Nazionale come quando si tratta di correre per se stesso: «L'appoggio delle persone significa molto, forse è la cosa più importante. Il supporto ricevuto in questi anni mi ha aiutato a credere sempre di più in me stesso».

Sul primo Slam

Il supporto ricevuto dalla gente in questi anni mi ha aiutato a credere di più in me stesso

Nessuna festa particolar­e per celebrare la vittoria: mi sono concesso soltanto una cena con il team. Siamo andati a letto tardi e ho dormito poche ore. Non vedo l'ora di rimettermi al lavoro campione degli Australian Open e numero 4 al mondo

Sulla crescita

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 ?? ?? L’incisione Il nome di Jannik SInner inciso sul trofeo degli Australian Open. dopo quello di Federer, Nadal e Djokovic
L’incisione Il nome di Jannik SInner inciso sul trofeo degli Australian Open. dopo quello di Federer, Nadal e Djokovic

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