La Gazzetta dello Sport - Romana

Sanremo si fermò per lui

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el 1987 ha vinto il bronzo in gigante ai Mondiali. Nel 1988 la doppietta olimpica (slalom-gigante) a Calgary. Ai Giochi, è stato anche oro in gigante nel ’92 e argento in slalom nel ’94. Ai Mondiali

’96 ha vinto l’oro in slalom e gigante. Sua la Coppa del Mondo assoluta 1995 , in totale 50 successi (35 slalom, 15 giganti). Nel 1988 il Festival di Sanremo si fermò per trasmetter­e la 2a manche dello slalom di Calgary.

NNATO A BOLOGNA IL 19 DICEMBRE 1966 OLIMPIONIC­O SCI ALPINO

suo idolo e avversario.

«Rispetto a Ingemar è un chiacchier­one… È bello ascoltarlo quando parla. Sempre misurato. Rispetto a me lui ha una fortuna: è cresciuto negli anni dei social e ha un team che lo aiuta a maturare gradualmen­te e gli evita gli errori, che un giovane può commettere. Io, a vent’anni, in pratica ero solo e mi muovevo in una specie di giungla sconosciut­a. Raccontavo barzellett­e e inventavo delle rime. Non mi rendevo ancora conto quanto fosse complessa la popolarità che mi era piovuta addosso. Poi, quando ho avuto anch’io un team a disposizio­ne, con Thoeni, Roda e D’Urbano, ho trovato un certo equilibrio».

▶ Lei ha detto che andrete a sciare assieme.

«Dovevamo incontrarc­i a Torino per un caffè, poi a San Vigilio di Marebbe prima di Natale, ma sono stato poco bene. Speriamo di trovare il tempo, avrei piacere».

▶ Lei era un atleta pignolo, creativo con i materiali e in gara. Come le sembra, da questo punto di vista, Jannik?

«Credo molto simile a me in questo. Studia molto ogni avversario, non lascia nulla al caso. E sa anche giudicare se stesso, questo è importante. Solo in questo modo si correggono gli errori e si migliora. Guardate il suo terzo set della finale degli Australian Open, ha cambiato letteralme­nte marcia. Anch’io lo facevo qualche volta nella seconda manche. Questo è possibile quando si studiano i particolar­i, la vittoria non arriva per caso».

▶ C’è qualcosa d’altro che vi accomuna?

«Mi è piaciuto quando è andato ad abbracciar­e tutta la sua gente, il suo team dopo la vittoria. Io mi buttavo nelle braccia dei miei fan. E poi la dedica alla famiglia, che è la base di qualsiasi successo. La madre, il padre e i fratelli sono una magia».

Come facevo io, non lascia nulla al caso. E sa giudicarsi. Così cresce e migliora

Speriamo di trovare il tempo per riuscire a farci una sciata insieme

▶ È difficile gestire la popolarità come la vostra. Lei come rispondere­bbe all’invito del Festival di Sanremo?

«Non saprei. La popolarità è più difficile da gestire di quanto non sembri. Adesso ogni sua mossa sarà giudicata. Io, nel 1988, a Sanremo ci sono entrato sciando dal vivo nell’Olimpiade di Calgary, lui in che veste ci andrebbe? La sua presenza piacerebbe senz’altro, ma ci sarà sempre qualcuno pronto a storcere il naso. Dovrà imparare a non dire troppi sì».

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