La Gazzetta dello Sport - Romana
Quale Napoli scegli? Mazzarri ha cambiato modulo e con i rinforzi anche la musica
Lasciato il 4-3-3 il tecnico ha puntato sul 3-4-2-1. E con Mazzocchi, Traorè, Ngonge e Dendoncker perdono quota alcuni titolari...
Pilastro tricolore Khvicha Kvaratskhelia, 22, georgiano, ala sinistra, trascinatore nello scudetto della scorsa stagione, in questo campionato ha segnato 5 gol in 19 presenze emergenza ha scalfito la superficie. Lo strato splendente del 4-3-3 che aveva abbagliato l’Italia intera, è stato intaccato da squalifiche, infortuni e partenze per la Coppa d’Africa. Le azioni sul mercato non sono state immediate e la combinazione di tutti questi fattori ha riportato alla luce un’altra versione del Napoli. Una veste primordiale ma compatta, capace di resistere al processo di sedimentazione tattica che i vari allenatori hanno generato nel tempo. Per un po’, così, la squadra è tornata alle origini. Walter Mazzarri aveva
L’fatto la propria fortuna e quella degli azzurri disponendoli col 3-4-2-1, perfettamente equilibrato in tutte le sue componenti. Il blocco difensivo era di impressionante solidità, più per l’organizzazione di reparto che per la mera qualità degli interpreti. I due esterni a tutta fascia sapevano distinguersi in entrambe le fasi, garantendo la copertura ideale per lasciare i fantasisti liberi di inventare alle spalle dell’unica punta di ruolo.
Continuità estiva Aurelio De Laurentiis ha ancora negli occhi il gioco meraviglioso della passata stagione. È stato questo il criterio che l’ha guidato nella scelta del successore di Spalletti ed è stato così anche al momento dell’esonero di Rudi Garcia. Con Mazzarri infatti è stato molto chiaro: la strada maestra è tracciata, bisogna ritrovarla e percorrerla. Così, per quanto il tecnico livornese non abbia mai perseguito questi principi, vi si è uniformato per quanto poteva. I titolarissimi non sono stati difficili da individuare, da questo punto di vista la continuità è sempre stata suggerita da una sessione estiva che a parte Kim non ha visto stravolgimenti. La casella del sudcoreano è stata riempita a turno da Juan Jesus, Ostigard e il nuovo arrivato Natan, la cui costanza è stata inficiata da un problema fisico al suo arrivo e da un altro stop obbligato che l’ha costretto a rimanere fuori per oltre un mese, da cui sta finalmente per rientrare.
Per il resto, la struttura è rimasta sostanzialmente invariata: Anguissa, Lobotka e Zielinski a comporre la linea dei centrocampisti, Kvaratskhelia e Politano sulle ali, Osimhen a guidare il tridente offensivo.
Maggiore duttilità La concomitanza di tante defezioni ha spinto Mazzarri a riproporre la difesa a tre. Di Lorenzo e Mario Rui sono stati avanzati al pari dei mediani, i tre centrali disponibili sono stati schierati contemporaneamente, mentre l’attacco è stato assemblato in base agli elementi utilizzabili: due trequartisti se c’è Zielinski, due esterni puri se invece la scelta ricade su Politano. Quest’ultimo, all’Olimpico, si è dovuto adattare alla necessità di esprimersi da seconda punta senza potersi muovere così largo. Tuttavia, le quattro operazioni compiute (Mazzocchi, Traorè, Ngonge e Dendoncker) permettono all’allenatore di cambiare modulo all’occorrenza. Mazzocchi è abituato a gestire tutta
nuovi arrivi. Il tedesco invece non era stato comunque compreso nell’elenco di giocatori per l’Europa, dove invece il discorso è diverso. A rischiare il posto in questo caso è Traorè, le cui condizioni fisiche non sono ancora ottimali dopo i problemi di salute per la malaria patiti negli scorsi mesi. Considerando anche la regola per cui possono essere aggiunti solo tre calciatori dopo il mercato di gennaio, saranno inseriti gli altri acquisti
Mazzocchi, Dendoncker e Ngonge.
Nuovo corso Walter Mazzarri, 62 anni, subentrato dal 14 novembre a Garcia, tra le due versioni del Napoli passato dal mercato la corsia, sia a sinistra sia a destra. Traorè è un jolly, durante l’esperienza al Sassuolo si è distinto anche come rifinitore e non soltanto a centrocampo. Dendoncker ha piedi troppo educati per essere inquadrato come semplice incontrista ed è un ibrido di interessante versatilità. Ngonge non è un esterno puro e un eventuale impiego senza essere relegato in una posizione troppo laterale potrebbe giovargli. C’è un potenziale inesplorato, dunque, per chi avrà il coraggio di rivolgerci lo sguardo. s TEMPO DI LETTURA 2’45”
Nuova risorsa Cyril Ngonge, 23 anni, belga, ala destra, è arrivato a gennaio dal Verona (19 gare e un gol in campionato). Ha esordito col Napoli domenica contro la Lazio