La Gazzetta dello Sport - Romana
JUVE, HUIJSEN E GLI ALTRI PRESTITI D’ORO ECCO 100 MILIONI PER IL MERCATO E I CONTI
L’olandese decolla a Roma e attira le big europee. Per Soulé respinti già 30 milioni dall’Arabia. Kaio, Gonzalez e Barrenechea: valori in crescita
e Il futuro è adesso. La Juventus 2023-24 è ancora in corsa per tutti gli obiettivi (scudetto e Coppa Italia) nonostante la sconfitta di San Siro. Quella 2024-25 sta cominciando a prendere forma nella testa della dirigenza bianconera, con il duplice obiettivo di ampliare e potenziare la rosa senza uscire però dai binari della sostenibilità. I 15 punti di vantaggio sulla quinta in classifica invitano all’ottimismo in chiave Champions League: il ritorno nell’Europa che conta non è ancora blindato ma di sicuro sempre più probabile, in più la Juventus è in lizza per partecipare al ricco Mondiale per club. Per tutti questi motivi e anche perché la Signora vuole essere ancora più competitiva per il tricolore la squadra avrà bisogno di ritocchi e di innesti di qualità. Perciò nell’ottica di un club che punta sempre più sui giovani, quelli di proprietà bianconera che si stanno mettendo in mostra lontano da Torino diventano ancora più preziosi, perché possono diventare rinforzi per la Juventus di domani oppure un tesoretto da sfruttare sul mercato. I nomi sono noti: da Soulé a Huijsen, da Barrenechea a Kaio Jorge fino a Facundo Gonzalez, tutti protagonisti tra Serie A e B. La società ha in mano un patrimonio che, a giudicare dagli interessamenti dei club esteri di questi mesi, potrebbe avvicinarsi ai 90-100 milioni. Investimenti azzeccati che potrebbero consentire a Cristiano Giuntoli di finanziare, almeno in parte, il mercato di giugno (da Koopmeiners in giù), che nella testa del direttore tecnico della Signora sarà comunque oculato.
Soulé e Huijsen Il tesoro dei prestiti complessivamente potrebbe valere come il sacrificio di un big della rosa di Allegri. Senza contare la possibilità di arrivare ad alcuni obiettivi sfruttando i talenti esplosi lontano dallo Stadium come contropartite di lusso. Sacrifici sì, ma ben pagati. I gioielli più preziosi - e valorizzati - della Signora sono Matias Soulé e Dean Huijsen. Il 20enne fantasista argentino, grande protagonista a Frosinone (10 gol, 2 assist), è già stato corteggiato il mese scorso da alcuni club inglesi (Newcastle, Crystal Palace, Southampton) e dall’Al-Ittihad. Gli arabi ci hanno provato concretamente,
Max ha vinto 6 scudetti: 5 con la Juve e uno col Milan Massimiliano Allegri, 56 anni calando sul tavolo della Juventus un’offerta da 30 milioni. Soulé ha resistito alla tentazione ma non ha smesso di segnare. E in estate quei 30 milioni saranno la base di partenza anche per le società britanniche. Il prezzo di Matias, di questo passo, è destinato a lievitare fino a 35 milioni con i bonus. Huijsen, invece, il Frosinone lo ha soltanto sfiorato a gennaio. Il 18enne difensore ha scelto la Roma per José Mourinho, ma il primo gol in Serie A lo ha segnato con Daniele De Rossi in panchina. Al di là della rete al Cagliari, l’olandese si è calato subito nell’ambiente giallorosso (6 presenze tra campionato e Coppa Italia). Tanto da far drizzare le antenne ad almeno 3 club europei: Manchester United, Borussia Dortmund e Lipsia. Un po’ il talento e un po’ i margini di crescita, trattandosi di un 2005. Difficile che Giuntoli ascolti offerte inferiori ai 25-30 milioni, cifre però tutt’altro che impossibili per quelle società.
Gli altri Movimento in crescita anche per l’attaccante brasiliano Kaio Jorge, per il mediano argentino Enzo Barrenechea (entrambi a Frosinone con Soulé) e per il difensore uruguaiano Facundo Gonzalez, in B con la Sampdoria. Attenzioni confermate dalla presenza di dirigenti e osservatori a seguire dal vivo i “bianconeri” allenati da Di Francesco e Pirlo. Kaio Jorge (22 anni e 3 gol in A) è nel mirino di Braga, Lilla e Galatasaray; Barrenechea (22 anni e 22 presenze) piace a Sporting, Valencia e Genoa e su Gonzalez (16 presenze e 2 gol) è vigile anche il Bologna. s TEMPO DI LETTURA 3’ 21’’
nere per salvare il Frosinone».
▶E dopo, Premier o ancora Serie A? L’Atalanta per lei potrebbe anche rinunciare a Koopmeiners…
«Prima di tutto devo tornare alla Juve, poi si vedrà anche in base a loro. L’Atalanta è una squadra forte, al ritorno ne abbiamo presi cinque!».
▶ Cosa le ha detto Barrenechea per convincerla su Frosinone?
«Prima di decidere avevo guardato l’andata vittoriosa contro l’Atalanta. Ho visto subito che il modo di giocare poteva essere adatto a me. Poi Enzo mi ha convinto, raccontandomi di questo fantastico ambiente: i ragazzi, lo staff, la città…».
▶Colpi⏻c€ anche la sua voglia di dare una mano in copertura, di aiutare e spronare i compagni.
«A Frosinone sono migliorato tanto in questo, anche grazie al gruppo che si è creato fin dal primo giorno: la città è piccola e ci aiuta a stare tanto insieme, anche fuori dal campo, usciamo spesso a cena in gruppo. Ma quel “clic” mi è scattato alla Juve, prima non mi veniva naturale abbassarmi a difendere».
▶Dom€nica c’è la Fiorentina a cui ha segnato il suo primo gol quest’anno. In trasferta fate fatica.
A sinistra, Soulé in maglia Juve; a destra, con Messi nell’Argentina
novembre in Serie A con la prima squadra guidata da Allegri. Il 28 agosto 2023 è passato in prestito secco al Frosinone, con cui ha debuttato il 2 settembre nello 0-0 sul campo dell’Udinese. Il primo dei suoi 10 gol in campionato lo ha realizzato, di testa, il 28 settembre in casa contro la Fiorentina, avversario che affronterà domenica.
Passione Albiceleste «In casa sentiamo la spinta di questo pubblico meraviglioso. A Firenze sarà una partita durissima, sono fortissimi. Però, chissà, prima o poi arriveranno anche questi benedetti tre punti fuori…».
▶ È anche grazie al gioco di Di Francesco che lei è primo in A per dribbling riusciti (70)?
«Soprattutto. Mi lascia tanta libertà in campo. Come avete visto, proviamo sempre a giocare contro chiunque come mi aveva detto al telefono prima di venire, anche per questo ho accettato».
▶ Allegri invece che cosa le ha insegnato?
«Tanto anche lui. A occupare gli spazi, a fare più ruoli. Con lui ho giocato anche da quinto, da mezzala, sottopunta o largo a destra nel 4-3-3. E mi ha aiutato molto anche in fase difensiva».
▶ Ha portato in Italia la famiglia, a cui deve tutto.
«Pur di farmi allenare mi hanno portato ovunque, in pullman, in bicicletta… Anche mio fratello maggiore. andrò, loro ci saranno sempre».
▶ Anche Messi e Scaloni hanno origini marchigiane. Nell’Argentina che ruolo le piacerebbe fare?
«Qualsiasi…».
▶ È stato difficile dire a Spalletti che preferiva aspettare l’Argentina?
«Abbastanza. Ne abbiamo parlato di persona quando è venuto a Frosinone. Ero nervoso, sa, alla mia età non sono cose di tutti i giorni. E lui l’ha capito, è stato veramente bravo».
▶La punizione di Maradona alla Juve l’aveva vista prima della sua contro il Cagliari?
«Sì, ma non ci ho pensato prima di calciare».
▶ Però lei non si ispira al Pibe de oro né alla Pulce.
«Beh… Messi non si tocca! Da piccolo mi piaceva El Kun Aguero. Poi Hazard quando era al Chelsea».
▶I momenti più belli della sua ancora giovanissima carriera?
«Il passaggio alla Juve e il primo gol col Frosinone».
▶ E il sogno più grande?
Con Max alla Juve ho fatto tanti ruoli diversi, anche il quinto a centrocampo
«Devo tutto alla famiglia Quando ero piccolo pur di farmi allenare mi portavano in bici»
«Leo non si tocca ma i miei idoli sono sempre stati Aguero e Hazard»
Ero nervoso quando gli ho detto che sceglievo l’Argentina: lui ha capito subito
«Ora come ora sono tre: salvare il Frosinone, vincere la Champions e poi il Mondiale».
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