La Gazzetta dello Sport - Romana
Chi è il re d’Africa? Osimhen e Kessie si giocano la Coppa Sudafrica terzo
Oggi alle 21 l’attesa finale tra Nigeria e Costa d’Avorio Le Super Aquile sono favorite, ma si gioca in casa degli Elefanti
lefanti contro Aquile. Oggi alle 21 (ora italiana, diretta tv su Sportitalia) all’Alassane Ouattara Stadium di Abidjan l’Africa incorona la sua regina. Da una parte i padroni di casa della Costa d’Avorio, arrivati in finale attraverso un cammino a dir poco tortuoso, con tanto di c.t. esonerato in corsa; dall’altra la Nigeria, una delle favorite sin dalla vigilia del torneo. Eppure, anche per i bookies, la contesa è apertissima. Vuoi perché gli Elefanti giocano in casa, vuoi perché questa edizione della Coppa d’Africa è vissuta praticamente sempre sul filo dell’equilibrio, con annesse sorprese.
ESuper Eagles Certo, la Nigeria ha Victor Osimhen, sulla carta uno dei top player della manifestazione. Il centravanti del Napoli, però, ha faticato non poco, segnando un solo gol, all’esordio contro la Guinea Equatoriale. La scena se la sono presa così l’atalantino Ademola Lookman (3 reti, tra cui la doppietta al Camerun agli ottavi) e l’ex Udinese William Troost-Ekong (due gol, entrambi su rigore, tra cui quello in semifinale contro il Sudafrica). Il paradosso è che il leader siede in panchina. No, non il c.t. portoghese José Peseiro, alla prima Coppa d’Africa («Un’emozione unica, in questo continente tutto è vissuto con una passione differente, sia i momenti positivi che quelli negativi», le parole del tecnico alla vigilia della finale), ma il veterano Ahmed Musa, unico superstite, insieme al difensore Kenneth Omeruo, della nazionale che si laureò per l’ultima volta campione d’Africa nel 2013. Zero minuti giocati, ma una voce pesante nello spogliatoio, tanto da presentarsi ai microfoni per caricare l’ambiente: «Ci meritiamo la coppa più di tutti, portiamola in Nigeria dal nostro popolo: servirà per renderci più uniti». Un messaggio che nasconde anche finalità politiche, in un paese troppo spesso tormentato da lotte interne e terrorismo.
Elefanti Se le Super Aquile hanno la pressione di essere (leggermente) favorite, la Costa d’Avorio ha una nazione intera
nOGGI ore 21 STADIO Alassane Ouattara ARBITRO Beida
ASSISTENTI Dos Santos-Chicotesha QUARTO UOMO Karboubi VAR Ashour AVAR Pakuita TV Sportitalia
NIGERIA
PANCHINA 1 Uzoho, 20 Awaziem, 22 Omeruo, 13 Onyemaechi, 12 Osayi-Samuel, 25 Onyedika, 10 Aribo, 4 Yusuf, 7 Musa, 11 Chukwueze, 12 Moffi, 14 Iheanacho, 19 Onuachu ALL. Peseiro BALL. Zaidu-Osayi-Samuel 60-40% SQUALIFICATI nessuno INDISPONIBILI nessuno
ALTRI Ojo
COSTA D’AVORIO
PANCHINA 23 A. Sangaré, 2 Diomande, 12 Boly, 26 Diallo, 5 Singo, 18 I. Sangaré, 25 Doumbia, 27 Amani, 13 Boga, 9 Bamba, 24 Adingra, 20 Kouame, 10 Konaté, 11 Krasso, 14 Diakité ALLENATORE Faé BALL. Kossounou-Boly 60-40%, Gradel-Adingra-Kouame 40-30-30% SQUALIFICATI nessuno
INDISP. nessuno ALTRI nessuno che spinge da vicino i propri beniamini. La coppa organizzata in casa era iniziata a dir poco male, con l’allenatore Jean-Louis Gasset allontanato dopo il pesante 0-4 subito dalla Guinea Equatoriale. Gli Elefanti nel girone hanno perso anche con la stessa Nigeria per 1-0, ma sono comunque passati grazie al ripescaggio delle migliori terze. In panchina ora siede il vice Emerse Faé, che ha saputo condurre la squadra in finale grazie soprattutto a una ritrovata solidità difensiva e al lavoro in mediana dell’ex Milan, Franck Kessie. «Abbiamo la grande occasione di mettere la
Quanti duelli in A Victor Osimhen, 25 anni, della Nigeria e Franck Kessie, 27, ivoriano terza stella sulla nostra maglia arancione», spinge Faé. E l’attaccante Sebastien Haller, che ha sconfitto un tumore e firmato il gol partita in semifinale contro la Repubblica Democratica del Congo, avvisa la Nigeria: «Sarà una gara completamente diversa da quella di tre settimane fa: una finale è una finale». Ieri, intanto, il Sudafrica ha battuto ai rigori la Repubblica Democratica del Congo, conquistando il terzo posto.