La Gazzetta dello Sport - Romana
«CIRO PENSACI TU»
«Bayern più forte ma in difesa... Lazio, provaci e vai all’attacco» L’argentino che vinse lo scudetto con i biancocelesti lancia Anderson e Immobile: «Serve una prova da vera squadra, in cui tutti si aiutano»
Una cosa è certa: alla Lazio farebbe comodo uno come Juan Sebastian Veron, perché affrontare il Bayern in Champions League, anche se all’Olimpico, non è una passeggiata e un giocatore di classe pura come l’argentino sarebbe una garanzia. «Se potessi, se non avessi quasi quarantanove anni, non mi tirerei indietro - fa sapere l’ex centrocampista da Buenos Aires -. La Lazio è rimasta nel mio cuore. Come si possono dimenticare due anni nei quali ho vinto uno scudetto, una Supercoppa Europea battendo in finale il grande Manchester United, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia? Sono medaglie che porto orgogliosamente al collo».
▶Sta seguendo la stagione della squadra di Sarri?
«Come no? In campionato è stata un po’ discontinua, però ha ancora la possibilità di entrare in zona coppe. E in Champions League, superando il primo girone, secondo me ha compiuto una specie di miracolo».
▶In che senso?
«Era nel gruppo con Atletico Madrid, Feyenoord e Celtic e si è qualificata con un turno di anticipo. Non era semplice, soprattutto se pensiamo che al mercato estivo era stato ceduto il miglior giocatore, Milinkovic-Savic, e non era stato sostituito con un altro campione. Quindi, complimenti per il percorso compiuto finora. Adesso, però, serve un’accelerazione».
▶P€r superare il Bayern Monaco serve un’impresa. Si può fare?
«Sono d’accordo sul fatto che serva un’impresa, perché i tedeschi sono superiori. Hanno maggiore qualità tecnica, hanno più esperienza internazionale e, probabilmente, sono anche più forti fisicamente. Però il calcio mi ha insegnato che nulla è impossibile, esiste sempre una speranza che va inseguita. Altrimenti tutte le partite e tutti i tornei li vincerebbero i migliori, e invece questo non accade. Le sorprese sono dietro l’angolo e la Lazio, se fa le cose giuste, può essere una sorpresa».
▶Quali sono le cose giuste?
«Parlo soprattutto dell’aspetto psicologico. Non bisogna sentirsi battuti in partenza, altrimenti è inutile scendere in campo. E poi si deve giocare “di squadra”, come un collettivo. Dal punto di vista individuale il Bayern è superiore, su questo non c’è dubbio, ma se la Lazio affronta i tedeschi con la determinazione di un gruppo solido, pronto ad aiutarsi in ogni circostanza, allora può farcela. Sono dettagli importanti che Sarri ha sicuramente curato nei giorni della vigilia».
▶ Le piace Sarri come allenatore?
«Mi piace la sua idea di calcio. Vuole giocarsi le partite, cerca di imporsi, ha come obiettivo il dominio del campo. Poi, lo sapete bene, la differenza la fanno sempre i giocatori. Se hai i fuoriclasse, è più facile vincere. La mia Lazio, che aveva Mancini, Mihajlovic, Nesta, Stankovic, Nedved, Salas, non avrebbe temuto più di tanto questo Bayern. Ma adesso è un’altra storia, e ci si deve adeguare».
▶Si sbilanci: come finirà?
Vincente Juan Sebastian Veron, oggi 48 anni, è stato un centrocampista di alto livello: con la Lazio ha vinto lo scudetto del 1999-2000
Mi piace la sua idea di calcio, poi come sempre la differenza la fanno i giocatori...
«I tedeschi hanno più qualità e esperienza, ma non attraversano un grande momento»