La Gazzetta dello Sport - Romana

L’ ITALIA ELA COPPA MAI VINTA FINORA SARÀ L’ANNO BUONO?

Di Uefa ne abbiamo 9 in bacheca: record Ma con il nuovo format solo due finali

- GDS di Iacopo Iandiorio GDS

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Più che Europa League andrebbe ribattezza­ta “Europa Liga”. Nei 14 anni di nuovo format dell’ex Uefa i club spagnoli hanno dominato con 9 successi, di cui 5 del Siviglia – regina della manifestaz­ione – e 3 dell’Atletico. Il re delle panchine e della Coppa è il basco Unai Emery, che dopo il tris di trionfi di fila con i sivigliani fra il 2014 e il 2016, ha rivinto col Villarreal tre anni fa. Poi nel “nuovo” torneo si contano 3 allori inglesi, uno tedesco e uno portoghese, col Porto nel 2011 in una finale derby con lo Sporting Braga.

Altri tempi E le italiane? Zero. E dire che nella vecchia Uefa avevano dominato. Infatti, delle 38 edizioni dell’antico format ne avevamo vinte 9 (più altre 6 finaliste), più di tutti. E nel “decennio d’oro”, fra l’89 e il 1999, addirittur­a 8 su 11, con 4 finali risoltesi in un derby tricolore! Gli altri campionati inseguivan­o: 6 successi tedeschi, 6 inglesi, 5 spagnoli e 4 olandesi. Dal Parma di Malesani 1999 - trionfo col Marsiglia con Crespo, Vanoli e Chiesa – sono passati 25 anni. E in 14 di Europa League siamo riusciti a portare solo 2 club in finale: l’Inter di Conte nel 2020 (2-3 col Siviglia), stagione del Covid con gare secche nelle eliminazio­ni dirette, e il 31 maggio scorso la Roma di Mou, ko coi sivigliani ma ai rigori.

Semifinali­ste Il tabù Italia di questa Coppa è dimostrato anche dai risultati di semifinali e vari piazzament­i. Delle altre 28 semifinali­ste l’Italia ne piazza sì 5, come inglesi e spagnole. Ma nel totale delle 56 semifinali­ste ne abbiamo 15 della Liga, 12 di Premier e 7 di A. Con la Bundesliga a 5, le 6 portoghesi, e via via le altre. E’ la dimostrazi­one che di fronte ai tornei top arranchiam­o pure in questa Coppa. Sì, perché in Champions se l’ultimo trionfo è più recente, con l’Inter di Mou del 2010 (l’anno in cui si inaugurava l’Europa League), poi l’hanno conquistat­a solo spagnole (7), inglesi (4) e il Bayern (2 volte). Ci si è domandati spesso perché questi risultati? Perché magari i tecnici italiani hanno preferito schierare i titolari in A, per paradosso all’inseguimen­to di un posto nelle coppe continenta­li. Perché finora le entrate delle coppe “minori” non consigliav­ano un sacrificio nel tentativo di assicurars­i un posto in Champions. Cioè il discorso era: non mi conviene impegnarmi tutto magari in un quarto di EuroLeague, se metto a rischio il 3° o il 4° piazzament­o in campionato. Ed è capitato di affrontare e perdere con club di tornei minori, che però nella EuroLeague avevano una vetrina per i giocatori - ai fini di mercato – e per i quali guadagnare 15-20 milioni poteva essere fondamenta­le.

Sberle In passato abbiamo perso l’ultima italiana nel torneo addirittur­a nei sedicesimi, come il Napoli 2010-11. O l’anno dopo l’Udinese contro l’Az agli ottavi. Nel 2016 la Lazio è stata eliminata agli ottavi dallo Sparta Praga, nel 2017 la Roma dal Lione, l’anno dopo i laziali ancora con il Salisburgo nei quarti, e poi l’Inter agli ottavi con l’Eintracht, quando vinse Sarri con il Chelsea in finale. Insomma, non contro grandi club. Nelle ultime stagioni sembra che ci crediamo di più, con le due finaliste e le 4 semifinali­ste. Forse per un ritorno di orgoglio, o anche economico, visto che negli ultimi tempi ci si può guadagnare sui 30 milioni, quanto preso dalla Roma nel ’23. Sarebbe bello finalmente iscrivere un nome italiano sulla Europa League. s TEMPO DI LETTURA 3’31”

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