La Gazzetta dello Sport - Romana

Claudio Lotito

«Questa è la Lazio che voglio io Ci ingrandire­mo su tutti i fronti»

- Di Stefano Cieri ROMA

«È stata sicurament­e una grande vittoria, ma eviterei di fare classifich­e. Ho sempre ritenuto che il lavoro fatto bene alla lunga paghi. Certi successi sono una spinta importante per andare avanti. Ma non ci si può certo fermare ad ammirarsi. Anche perché il campionato incombe e ci costringer­à a breve a una serie di impegni decisivi».

Il presidente dopo il Bayern: «Non ci si deve fermare ad ammirarsi. Ora c’è l’obiettivo Champions in campionato»

La serata perfetta. Una delle più belle, sicurament­e la più prestigios­a della presidenza targata Claudio Lotito, che il prossimo mese di luglio toccherà il traguardo dei venti anni. Una lunga avventura nel corso della quale la Lazio ha conquistat­o sei coppe (tre Coppe Italia e altrettant­e Supercoppe italiane), ha vissuto tantissime giornate felici, ma mai era riuscita a battere una big del calcio europeo. L’incantesim­o si è spezzato mercoledì sera in un Olimpico colmo di entusiasmo e passione. Che la squadra di Sarri, in campo, ha saputo trasformar­e in energia vitale. È stata la vittoria più lotitiana dell’era Lotito. Il presidente da anni ripete che il gap é nato a Roma il 9 maggio 1957. Dal 19 luglio 2004 è presidente della Lazio. Sotto la sua guida il club biancocele­ste ha vinto per tre volte la Coppa Italia (2009, 2013 e 2019) e per tre volte la Supercoppa italiana (2009,2017, 2019). E per quattro volte è stata centrata la qualificaz­ione in Champions. È membro del consiglio federale della Figc. Dal 25 settembre 2022 è senatore. con le corazzate mondiali si può ridurre e a volte azzerare con le idee, il lavoro, la dedizione, l’unione d’intenti. Il successo sul Bayern è stato tutto questo.

▶Pr€⏻id€nt€, è stata la giornata più bella della sua gestione? ▶Tutto giusto. Però non può negare di essersi divertito parecchio mercoledì sera.

«Sa qual è la vera soddisfazi­one? Non la vittoria, ma vedere l’Olimpico pieno e unito con la squadra. E vedere alla fine i tifosi felici. Si dice spesso che il pubblico sia il dodicesimo uomo. Mercoledì lo è stato davvero e ha fatto la differenza».

▶ Anche gli altri undici, i giocatori scesi in campo e quelli subentrati, hanno però fatto fino in fondo il proprio dovere...

«Assolutame­nte. Sono stati sempliceme­nte perfetti. Hanno giocato con ardore, determinaz­ione, ma conservand­o sempre estrema lucidità. E alla fine hanno vinto meritatame­nte contro una squadra che è tra le più forti al mondo, che ha alle spalle un club che fattura 800 milioni l’anno».

▶Batt€r€ il Bayern sembrava impossibil­e, invece la Lazio ci è riuscita. Eliminarlo sarebbe un’impresa stratosfer­ica. Quanto ci credete?

«Alla sfida di ritorno ci penseremo tra tre settimane. Il match di andata è stato interpreta­to alla perfezione, cercheremo di fare altrettant­o al ritorno. Ma non dobbiamo commettere l’errore di distrarci con quella partita. Perché in campionato ci aspettano sfide delicate e importanti».

▶ Già. Bologna, Torino, Fiorentina e Milan gli ostacoli da superare prima di andare a Monaco di Baviera.

«Io dico solo una cosa: affrontiam­o queste partite con lo stesso spirito con cui abbiamo giocato con il Bayern. Se ci riusciamo possiamo andare lontano».

▶E magari tornare in Champions anche nella prossima stagione.

«La società e la squadra sono unite per lottare per questo obiettivo».

▶Dopo il match col Bayern, Maurizio Sarri ha auspicato un ulteriore piccolo salto di qualità affinché le cose possano andare ancora meglio.

«Sono d’accordo. Ma il salto di qualità non lo deve fare solo la società, lo devono fare tutti, anche i giocatori e lo staff tecnico».

▶ A proposito di giocatori. A che punto è la questione dei rinnovi contrattua­li? In particolar­e di Anderson che è in scadenza?

«Il dialogo continua, il club è stato chiaro con tutti. Confidiamo ci si possa venire incontro. E vale anche per Felipe».

▶Intanto lei e i suoi collaborat­ori siete al lavoro pure su altri fronti.

«Sì, stiamo ampliando il centro sportivo di Formello. Abbiamo acquisito nuovi terreni, adesso c’è lo spazio per costruire altri campi di allenament­o, ma anche un hotel e una piscina. Sarà uno dei migliori training center d’Europa. Avremo la possibilit­à di ospitare pure la Lazio women e tutte le squadre del settore giovanile».

▶ I tifosi vogliono il Flaminio come casa della Lazio. È un sogno che può diventare realtà?

«È un progetto al quale stiamo lavorando. Non è semplice perché ci sono tanti vincoli da superare, tante questioni da risolvere, dalla copertura dell’impianto alla sua capienza. A chi ama la Lazio non posso promettere che il Flaminio sarà il nuovo stadio, ma posso assicurare che faremo il possibile perché lo diventi».

s TEMPO DI LETTURA 3’30”

Ma la vera gioia è stata vedere l’Olimpico pieno e i tifosi in festa

Il Flaminio come nuovo stadio? Stiamo lavorando perché lo diventi

presenze, nove gol subiti e due clean sheet, tra cui l’ultimo con la Juve. Okoye è nato a Düsseldorf da madre tedesca e papà nigeriano, ma nel 2019 ha scelto di rappresent­are le Super Aquile, con cui non ha preso parte all’ultimo successo in Coppa d’Africa. La titolarità ritrovata può aiutarlo a entrare di nuovo nel roster del c.t. Peseiro. Attualment­e la media voto è di 5.92. Portiere low cost per partite semplici dove si vuole investire in avanti. Un'altra porta tribolata è quella dell'Atalanta, che fin qui ha alternato Musso e Carnesecch­i: l'argentino ha giocato 10 partite (colleziona­ndo 5 clean sheet), mentre Marco è attualment­e a 13 (5). Benoit Costil ne ha giocate 8 con la Salernitan­a al posto di Ochoa, mentre Christense­n, arrivato in estate alla Fiorentina, non va oltre il ruolo di portiere di coppa (solo due presenze fin qui). Caprile, infine, si è ripreso i pali dell'Empoli dopo un lungo infortunio. Al suo posto in sua assenza ha giocato Berisha, che si è tolto lo sfizio di parare un rigore a Dusan Vlahovic durante un Empoli-Juventus.

Sicurezza Vanja Tra le certezze c’è sempre un Milinkovic­Savic. Sergej ha lasciato la Serie A in estate, così suo fratello ha scelto di tenere alto lo stendardo con lo stemma di famiglia. Vanja difende i pali della terza miglior difesa della Serie A dietro Inter e Juventus: 20 gol subiti in 23 gare. Lui ha colleziona­to 11 clean sheet, gli stessi di Szczesny in bianconero. Puntateci. s TEMPO DI LETTURA 2'10"

77 Audero, 12 Di Gennaro, 31 Bisseck, 32 Dimarco, 44 Stabile, 36 Darmian, 16 Frattesi, 14 Asllani, 14 Klaassen, 70 Sanchez, 8 Arnautovic Pavard-Bisseck 70-30%, Barella-Klaassen 60-40%, Lautaro-Arnautovic 55-45% nessuno Bastoni Acerbi (27a giornata), Cuadrado (32a) 56 Costil, 62 Allocca, 4 Pasalidis, 5 Boateng, 7 Martegani, 11 Gomis, 20 Kastanos, 55 Vignato, 99 Legowski, 9 Simy, 33 Tchaouna Pellegrino-Boateng 60-40%, Maggiore-Kastanos 60-40% Bradaric (1)

Gyomber, Kastanos

Fazio, Pierozzi, Pirola (27a giornata), Gyomber (30a) Mikael, Sfait, Ikwuemesi

L'Inter sarà turnover in vista della Champions, quindi consigliar­ne un paio stavolta complicato. Ci proviamo: sì a soprattutt­o contro la difesa granata, e ad L'austriaco brama riscatto dopo alcune prestazion­i negative. Si possono evitare e Quest'ultimo in Serie A ha giocato soltanto 70 minuti. Nella Salernitan­a fiducia a che ha scelto il numero 14 in onore di Henry. Sì anche a in mezzo. Schierare contro l'Inter è un rischio molto alto. Evitate in difesa.

Carlos Augusto, Arnautovic. De Vrij Klaassen. Weissman, Basic Ochoa Pellegrino

1 Perisan, 99 Berisha, 2 Goglichidz­e, 30 Bastoni, 19 Bereszynsk­i, 3 Pezzella, 8 Kovalenko, 18 Marin, 21 Fazzini, 7 Shpendi, 20 Cancellier­i, 23 Destro, 10 Niang Cerri-Niang 60-40%, Cacace-Bereszynsk­i 60-40% nessuno Gyasi, Fazzini, Grassi, Ebuehi (26ª giornata), Caputo (da valutare)

Maleh 30 Martinelli, 40 Vannucchi, 37 Comuzzo, 4 Milenkovic, 33 Kayode, 3 Biraghi, 38 Mandragora, 5 Bonaventur­a, 72 Barak, 8 Maxime Lopez, 19 Infantino, 11 Ikoné, 18 Nzola Beltran-Bonaventur­a 55-45%, Sottil-Ikoné 60-40% nessuno Bonaventur­a Dodo, Castrovill­i, Kouamé da valutare; Christense­n (rientro 28a giornata)

Niang

dovrebbe partire ancora fuori, ma nell'ultimo turno ha segnato su rigore e ha sfornato anche un assist. Fiducia. ha calciato in porta più di chiunque altro, ma non ha ancora trovato il gol. Può farlo con la Fiorentina. Evitate e

Nella Viola sì al Gallo bramoso di segnare ancora, e al solito

Uno dei migliori difensori della Serie A per rendimento. si può lasciare in panchina, soprattutt­o se cercate centrocamp­isti da bonus, mentre convince meno stavolta.

Cambiaghi Luperto Cacace. Belotti, Martinez Quarta. Arthur Sottil

Costante, metodico, appassiona­to. Fortemente milanista. Il ritratto è quello di Matteo Branciamor­e, attore romano, ultimament­e protagonis­ta in “Enea” di Pietro Castellitt­o, che per il Fanta ha un’autentica passione. «Ho cominciato quando ero alle medie. E lo vinsi. Forse due volte in tre anni. Sono stato anche un giocatore di quello Gazzetta piazzandom­i trai primi mille».

▶Ch€ ricordi ha? Chi l’ha fatta vincere negli anni?

«Sicurament­e Kolarov, quando era al Foggia, molto Pippo Inzaghi e anche Kulusevski: mi hanno fatto fare un sacco di punti».

▶ Oggi come “ragiona”?

«Faccio parte di una lega di otto persone. Gioco insieme al mio amico architetto Francesco Ferrari.

Io milanista, lui juventino, sempre coalizzati contro l’Inter nel tifo da stadio. Ma due interisti nel Fanta li abbiamo: Thuram perché è proprio forte e Pavard in difesa. Il venerdì mi dedico alla formazione, il lunedì ai conti».

▶Milani⏻ti e juventini ne avrete...

«Due a testa. Io ho scelto Okafor e Jovic e con lui ora mi sta andando bene. Il mio “socio” Gatti, e siamo contenti, e McKennie».

▶ Il resto della squadra?

«Non sono stato tanto d’accordo sul prendere Lukaku. Avrei scelto altri in attacco: mi sarebbe piaciuto Zirkzee oppure Giroud che s TEMPO DI LETTURA 2’14’’

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Patron Claudio Lotito a luglio festeggerà i 20 anni di presidenza
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Romano Matteo Branciamor­e, 42 anni, al cinema con “Enea”

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