La Gazzetta dello Sport - Romana

All’ultimo respiro

RUGANI AL 95’ REGALA I 3 PUNTI JUVE, SOFFERENZA FINO ALLA FINE Vlahovic non stende il Frosinone Il 3-2 è del difensore sul corner finale ARBITRO VAR NOTE

- Di Pierfrance­sco Archetti INVIATO A TORINO

JUVENTUS (3-5-2) Szczesny; Gatti (dal 41’ s.t. Milik), Bremer, Rugani; Cambiaso, McKennie (dal 41’ s.t. Iling-Junior), Locatelli, Rabiot (dal 28’ p.t. Alcaraz), Kostic (dal 17’ s.t. Weah); Vlahovic Chiesa (dal 17’ s.t. Yildiz) PANCHINA Pinsoglio, Daffara, Alex Sandro, Miretti, Djalò, Nicolussi Caviglia, Nonge ALLENATORE Allegri ESPULSI nessuno AMMONITI Bremer, Locatelli per gioco scorretto CAMBIO SISTEMA dal 41’ s.t. 4-2-4 BARICENTRO alto 54,9 metri

FROSINONE (3-5-2) Cerofolini; Lirola (dal 49’ s.t. Monterisi), Romagnoli, Okoli; Zortea, Brescianin­i, Mazzitelli (dal 42’ s.t. Gelli), Harroui (dal 28’ s.t. Barreneche­a), Valeri;

Soule (dal 42’ s.t. Seck), Cheddira (dal 28’ s.t. Kaio Jorge) PANCHINA Frattali, Turati, Baez, Reinier, Vural, Garritano, Kvernadze, Ibrahimovi­c, Ghedjemis ALLENATORE Di Francesco ESPULSI nessuno AMMONITI Valeri gioco scorretto, Cerofolini per c.n.r. CAMBIO DI SISTEMA nessuno BARICENTRO basso 49,6 metri

Rapuano di Rimini Mazzoleni

Spettatori 40.719., incasso non comunicato.

Tiri in porta 5-3. Tiri fuori 12-3. In fuorigioco 3-1.

Angoli 8-3.

Recupero: p.t. 1’ p.t.; s.t. 5’

Dai fischi all’esultanza, basta poco: un angolo all’ultimo battito del recupero, l’avversario che lo difende male e la Juve, o meglio Vlahovic e Rugani, a mettere quella cattiveria che altri non hanno. Ma quando si raffreddan­o le scene di giubilo, non possono che riaffiorar­e le perplessit­à, nonostante il successo. La Juve non vinceva da più di un mese: ko con l’Inter a parte, aveva messo insieme due punti su nove contro Empoli, Udinese e Verona, e la sindrome delle piccole quasi si ripresenta al cospetto del Frosinone. Secondo posto mantenuto, per ora, e se ciò che conta è soltanto vincere, missione compiuta. Sul resto, c’è molto da rivedere.

Cosa va Dusan Vlahovic è tornato ad essere un centravant­i dall’anima crudele e i tentenname­nti dimenticat­i. Da inizio anno nessuno gli sta dietro nell’Europa top: 9 gol in 7 uscite. Nella sua doppietta c’è la fame arretrata e l’intenzione di migliorars­i: l’1-0 arriva anche di destro, il 2-2 in una sorta di ribattuta dopo essere appena stato respinto dal portiere. Vlahovic è il più continuo: primo botto dopo due minuti e mezzo, assist per il 3-2 al 95’. Si può definire trascinato­re, non solo perché nel settore offensivo c’è poco altro da scegliere. Altro da sottolinea­re: la polivalenz­a di McKennie, due assist, mette in risalto il fianco destro, dove la Juve ha vita più facile. L’americano sfugge alle protezioni: quando si acquatta nel territorio tra centrocamp­o e difesa, crea superiorit­à ben sfruttata. Quando lo intercetta­no, si allarga sulla fascia. Gli interscamb­i funzionano, mentre dall’altro lato arrivano soltanto mugugni e concession­i.

Cosa non va Kostic e Chiesa restano un problema che Allegri non ha voluto risolvere all’inizio. Poi nella ripresa cambia entrambi. Il serbo non è più incisivo nella profondità e rimane distratto nelle chiusure: vedere come (non) segue Brescianin­i, il migliore dei suoi, sul vantaggio del Frosinone.

Chiesa borbotta con la panchina, non trova connession­i con Vlahovic, si adatta al gioco lento e scontato. Nel triangolo di sinistra manca subito Rabiot, infortunat­o, però non vale da giustifica­zione. Yildiz e Cambiaso, che trasloca da destra nella ripresa, sono l’offerta allegriana a sinistra dell’ultima mezz’ora. C’è più movimento, anche se il talentino turco non spacca, rimane timido. Alcaraz prende il posto di Rabiot: rare intenzioni serie, senza aver successo. Nella fase difensiva le incertezze sono maggiori: altri due gol presi, come a Verona, e l’ultima partita a secco rimane il 3-0 di Lecce del 21 gennaio. Errori singoli si sommano a quelli d’equipe. Ci sono cinque juventini intorno a Cheddira nell’1-1, anche se lo ha in consegna Cambiaso. E il cross di Zortea nasce da un ricamo non cancellato da Locatelli e dai compagni vicini. Idem il gol del raddoppio, che parte addirittur­a dall’area opposta, senza che abbia la vertigine di un contropied­e, ma è soltanto un’azione ben manovrata sempre in anticipo.

Frosinone recrimina Il Frosinone della serie “gioco bene ma non duro”, stavolta non perde la calma dopo lo svantaggio. Il nuovo 3-5-2 di Di Francesco vive anche sui cambi di posizione, sugli inseriment­i di fascia, con Zortea eccellente, e sulla copertura in mezzo. La quarta sconfitta consecutiv­a può diventare una mazzata nel morale, anche se molte concorrent­i non si sono mosse. Il tecnico vince la scommessa Cheddira, titolare per Kaio Jorge, cambia il portiere ma Cerofolini sul 3-2 poteva far meglio, deglutisce di rabbia quando gli fanno ancora i compliment­i. Ma una mossa gli scombussol­erà le prossime notti. Sostituisc­e un marcatore (Lirola con Monterisi) nel corner finale, e il nuovo entrato perde il duello con Rugani. Dall’entusiasmo alla demoralizz­azione, basta poco.

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GETTY Un gol da festeggiar­e Daniele Rugani, 29 anni, con i compagni Andrea Cambiaso, 24, e Federico Chiesa, 26
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