La Gazzetta dello Sport - Romana

Da quanto l’Italia non era in Top 10? Da undici stagioni

- Di Andrea Buongiovan­ni

Nessun riferiment­o ai francesi che si sono mossi prima che il pallone venisse calciato e che non hanno rispettato i 10 metri di distanza. Nessun rimando al fatto che, regolament­o alla mano, quel piazzato finito sul palo andava ritentato. Paolo Garbisi, il “giorno dopo”, continua ad assumersi le responsabi­lità dell’errore e a prendersi la colpa per una storica vittoria azzurra che poteva essere e non è stata: il pari non basta.

▶ Paolo, molti hanno apprezzato il sorriso ricco di significat­i con cui ha subito risposto alla beffa.

«È stato spontaneo, ma non so se fosse un sinonimo di serenità interiore. In quei momenti non ti rendi conto. Non mi è parso possibile, non volevo crederci».

▶ Adesso ha metabolizz­ato?

«Sì e fatico ad accettare. Le cose importanti, nella vita, sono altre. Ma tanto peggio, nello sport, non sarebbe potuta andare».

▶ Riesce a rivivere il momento?

«Non so come l’ovale sia caduto dal supporto: l’avrò appoggiato male, forse era un po’ scivoloso. Tra la rifinitura della vigilia e il riscaldame­nto prepartita ho provato una cinquantin­a di calci e il pallone non s’è mai spostato... Avendo pochi secondi a disposizio­ne, ho pensato al drop, ma ho subito scartato l’ipotesi. L’ho riposizion­ato e, a quel punto di fretta, ho calciato. Male».

▶ La reazione dei compagni?

«Molto buona, mi è spiaciuto tanto per loro. Per primo, in campo, ho cercato mio fratello Alessandro. In un frangente così serve un porto sicuro dove approdare».

▶ Mai successa una cosa simile?

«Identica nella prima stagione a Montpellie­r, nell’inverno 2022, in una partita a Brive, durante il periodo del Sei Nazioni. Siamo sotto 16-11, all’80’ segniamo una meta e pareggiamo. Mi spetta la trasformaz­ione. L’angolazion­e, rispetto a Lille, è più accentuata, la  Con il pareggio di Lilla l’Italia sale dall’11° al 10° posto del ranking mondiale scavalcand­o le Figi (Francia sempre 4ª). Era dal 2013 che gli azzurri, scesi in 15a piazza nel 2022, non erano nella Top Ten. Il meglio nel 2007 (8° posto) distanza simile. Calcio e... palo, sempre quello alla mia destra. Finisce 16-16».

▶Il fatto di essere tornato piazzatore designato solo per l’assenza di Allan può aver influito?

«Calciare con costanza, in generale, aiuta. Di recente anche a Montpellie­r, giocando poco prima del trasferime­nto a Tolone, non avevo avuto molte opportunit­à. Ma stavo bene, ero fiducioso, 10 minuti prima, con un tentativo ben più difficile, avevo trasformat­o la meta di Capuozzo».

▶ Sarà suo il “ruolo” a Tolone?

«Sono appena arrivato, non ne abbiamo parlato. Ci saranno cose più urgenti alle quali pensare, per esempio imparare le chiamate».

▶ Ha concluso il trasloco?

«Ho tutte le mie cose con me, ma non ho ancora trovato una soluzione ideale e, per ora, sto in un airbnb. Mariasole, mia ragazza da sette anni, dopo il Torneo avrebbe dovuto trasferirs­i in via definitiva da Mestre a Montpellie­r. Progetto rimandato: prima dovrò sistemarmi io. Ma ho un contratto fino al 2027: avremo modo. Certo che con tutti i viaggi di questo periodo gestire la situazione non è facile».

Paolo Garbisi, nato a Venezia il 26 aprile 2000, è cresciuto a Martellago. È figlio di Gabriele e Francesca, ex campioness­a veneta dei 100 delfino. Apertura di 1.84x97, s’è formato nel Mogliano. Dopo una stagione con l’Accademia u. 20 a Remedello (Bs), nel 2019-20 ha giocato col Petrarca e con Treviso, dov’è rimasto nel 202021. Poi, per due stagioni e mezzo, è stato al Montpellie­r e da 10 giorni è al Tolone. Il fratello Alessandro, 21 anni, n. 9 del Benetton, ha 8 caps

▶Gli studi in giurisprud­enza a Treviso sono sospesi?

«Ho dato un esame un mese fa e altri due mi attendono in estate. Sono tra la fine del secondo e l’inizio del terzo anno. La laurea è un obiettivo».

▶Torniamo alla Nazionale: cosa resta dopo domenica?

«La prestazion­e è stata positiva: meritavamo un finale diverso. Quanto mi sarebbe piaciuto regalare a tutti una gran gioia. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare come matti: ora però siamo convinti di quel che siamo in grado di fare. Non abbiamo più alibi».

▶ L’aspetto da migliorare?

«A parte i calci dell’apertura allo scadere? L’atteggiame­nto nella prima parte dei match. Anche nel primo tempo contro l’Inghilterr­a, pur avanti all’intervallo, abbiamo sofferto. Subiamo troppo. Con la Francia abbiamo ben difeso, ma avendo pochi palloni a disposizio­ne e quei pochi sono stati sciupati. Poi il rosso a Danty ci ha aiutati. Doveva essere il giorno giusto per il colpaccio».

▶ I media transalpin­i non l’hanno presa benissimo.

«Conosco l’ambiente: in tanti mi hanno detto che avremmo meritato di vincere e che per i Bleus sarebbe stato meglio perdere così da cambiare tutto. Ma le grandi squadre hanno momenti bui. E la Francia è una grande squadra».

▶ Da dove ripartiret­e?

Le cose importanti, nella vita, sono altre. Ma tanto peggio non poteva andare

I compagni hanno reagito benissimo: miè spiaciuto tanto per loro

«In campo ridevo per la beffa. Ora è dura da accettare»

Doveva essere il giorno del colpaccio, ma valiamo e ora non abbiamo più alibi

A Tolone non ho ancora casa, sto in un airbnb. Non è un periodo semplice

«Dall’Olimpico esaurito per la Scozia. Ridare entusiasmo all’ambiente è una priorità. quel maledetto palo non ci fermerà».

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Il tempo è scaduto: il piazzato di Paolo Garbisi, che avrebbe potuto regalare il successo agli azzurri, è appena rimbalzato contro il palo
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GETTY La beffa di Lille Il tempo è scaduto: il piazzato di Paolo Garbisi, che avrebbe potuto regalare il successo agli azzurri, è appena rimbalzato contro il palo Apertura
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