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Altro capolavoro e sono 102 gol Il Toro va in fuga come l’Inter

- Di Luca Taidelli MILANO

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Sempre più solo in testa alla classifica marcatori, vuole battere il primato di 36 reti Nonostante i rigori sbagliati

li aggettivi stanno finendo, la sua fame di gol e di vittorie proprio no. Lautaro Martinez vuole riscrivere la storia e ieri ha aggiunto un altro capitolo, pur con un vecchio neo perché anche lui è pur sempre un essere umano. E quando pensa troppo, soprattutt­o dal dischetto, a volte sbaglia. Quello di ieri è stato l’ottavo rigore (su 22) sbagliato da quando è all’Inter, ma presto tornerà lo specialist­a Calhanoglu. Un errore, quello del Toro, sanificato dal tap-in di Dimarco che ha di fatto sigillato l’undicesima vittoria di fila in un 2024 di onnipotenz­a imbarazzan­te per i nerazzurri, ora a parità di partite e a +12 sulla Juventus seconda e a +16 sul Milan terzo.

GTiri mancini La mazzata decisiva a una buona Atalanta però l’aveva assestata il solito Lautaro. Un sinistro clamoroso dal limite nel recupero del primo tempo, dopo la rete di Darmian - cui i portieri della Dea devono volere un gran bene, vista l’uscita sbagliata di Carnesecch­i e il penalty su di lui mezzo regalato da Musso all’andata -, a fare esplodere il Meazza. Una rete di puro istinto, dopo un errore nel controllo sul passaggio di Pavard, con Hateboer a negargli il destro e il Toro che scarica uno scaldabagn­o a fil di palo col piede meno educato. Quello con cui in questa stagione di grazia aveva segnato soltanto alla Real Sociedad, a Salerno - nella notte in cui è diventato il primo giocatore della storia a segnare quattro gol da subentrant­e - e domenica scorsa a Lecce.

Quota 100 e passa La storia più importante per Lautaro premiato prima del match per i 100 e passa, ora sono 102, gol in campionato con l’Inter - vuole scriverla con la seconda stella e provando a superare i record assoluti in un singolo campionato di Higuain e Immobile (36 gol) e quello del club di Angelillo (33). Se avesse segnato anche il rigore, l’argentino sarebbe salito a 24 centri in 24 gare (ha saltato Genoa e Verona per infortunio), alla media stratosfer­ica di un gol a partita. Per superare il connaziona­le della stagione 1958-59 dovrà farne 11 nelle ultime dodici di campionato. Un traguardo alla portata, anche se molto dipenderà da cosa succederà il 13 marzo a Madrid. Se l’Inter eliminerà l’Atletico infatti il vantaggio in campionato potrebbe indurre

Inzaghi a dosare Lautaro nei weekend. A meno che il tecnico non chieda un parere all’interessat­o, perché il 26enne di Bahia Blanca vuole giocare sempre e comunque. Sempre e comunque soprattutt­o è totalmente immerso nella partita, abbassando­si a centrocamp­o per aprire spazi alle mezzali, cercando lo scambio e ringhiando su ogni pallone. Lezione imparata a inizio carriera, quando il re del gol faceva il difensore.

Madrid doppio bivio

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