La Gazzetta dello Sport - Romana
INZAGHI «CHE SCATTO IN UN MESE » «Da più di 2 anni questa Inter mi fa godere E può far meglio»
«Eravamo alla pari, ora abbiamo un buon vantaggio sulla Juve. Il mio futuro? Sto benissimo con i ragazzi, la società e i tifosi»
imone ha baciato lo scudetto. L’ha baciato ieri sera a San Siro, l’ha baciato vedendo la sua Inter che sembra un inno alla gioia, diluvio di gol e spiaggia perfetta per una giornata di sole rilassante. Ormai funziona così, a Milano: quando c’è da divertirsi non c’è cinema né teatro, c’è lo stadio. Spettacolo garantito, spartito che tutti conoscono, spartito vincente. Inzaghi ora lo vede a un passo, quel traguardo che lo porta dentro un’altra dimensione, che lo mette tra i grandissimi della storia nerazzurra. Quello scudetto sfuggito due campionati fa adesso è nelle sue mani. E no, non solo per i 12 punti di vantaggio. La macchina che sta guidando è perfetta, l’assetto è ideale, buono per tutti i circuiti, per tutte le occasioni e competizioni. C’è solo da applaudire, niente più. «Sono due anni e mezzo che sto godendo a vedere lo spettacolo di questa squadra – ha commentato Inzaghi -. Abbiamo alzato cinque trofei, giocato una finale di Champions. E sì, ora abbiamo preso un buon margine sulla seconda in classifica. Ma non abbiamo ancora
SSoddisfazione Non ancora per le statistiche, certo. «Ma i ragazzi lo saranno, a fine gennaio eravamo insieme alla Juventus in classifica, abbiamo creato questo distacco in un mese. E ora di partite ne mancano ancora tantissime. Ecco perché dobbiamo solo restare molto concentrati. La testa deve andare solo al Genoa». Giusto che dica così. Ma dietro l’Inter nessuno corre più per lo stesso traguardo dei nerazzurri. Quarta partita di fila con quattro gol segnati, una differenza reti che da sola è più alta del secondo miglior attacco del campionato, ovvero quello del Milan. Negli specchietti retrovisori non c’è più nessuno, 12 punti sono un’assicurazione sul futuro. «Ma sapete qual è la soddisfazione più grande per un allenatore? Guidare una squadra che cambia gli interpreti ma mai i principi di gioco – ancora il tecnico -. È un piacere vedere chi entra in campo, in questo momento per me è difficile fare scelte di formazione e lasciare fuori alcuni ragazzi. Guardate Dumfries: dopo Lecce avrebbe meritato la conferma, ho messo Darmian che negli ultimi due
non aveva sbagliato una partita e pure stavolta è stato tra i migliori. Ho con me ragazzi meravigliosi, che mi stanno dando tutto quello che hanno». E pure Simone sta dando tutto se stesso. L’a.d. Beppe Marotta prima della partita ha prefigurato per lui un futuro a lunga scadenza in nerazzurro: «Inzaghi gode della stima di tutto il mondo Inter, se l’è conquistata con merito. Il rinnovo di contratto? È un complevinto». mento, quel che conta è che noi vogliamo continuare con lui e lui è felice di rimanere». Passaggio che conferma lo stesso Inzaghi: «Io sto benissimo qui. Ma il rinnovo non è un tema attuale. Abbiamo davanti tre mesi in cui servirà una concentrazione folle, non mi interessa parlare di altro adesso e non interessa neppure alla società, che vuole solo continuare a vedere l’Inter giocare in questo modo». Tradumesi zione: scudetto porterà rinnovo, in estate e non adesso, oltre l’attuale scadenza che recita 2025.
Dettagli Perché poi colpisce la fame, la motivazione di questa Inter. «E pensare che non avevamo approcciato nel migliore dei modi – ha raccontato l’allenatore -. Poi dopo un quarto d’ora ci siamo sistemati. E nel secondo tempo siamo rientrati in campo con grande ferocia, siamo stati bravissimi». Bravi pure nei dettagli: «Prima del rigore avevo detto a Dimarco e a Dumfries di restare molto larghi pronti a entrare in area per un’eventuale respinta sul tiro di Lautaro. Eh sì, i dettagli nel calcio sono fondamentali». Portano i risultati, in fondo: «Questa è una vittoria molto importante per noi, abbiamo grande fiducia nei nostri mezzi e si vede in campo. E con il pubblico si è creata una sinergia meravigliosa, ogni serata qui a San Siro è bellissima». Come andare a teatro, appunto.
Tecnico top
Simone Inzaghi, 47 anni, è alla terza stagione sulla panchina dell’Inter: finora ha vinto due Coppe Italia e 3 Supercoppe italiane
Inzaghi molto importante nella mia evoluzione tattica, all’inizio non ero così mobile
sa annullare un gol così. Non sono qui per aprire un dibattito, ma per esprimere il nostro pensiero: quello è un gol valido. Non c’è tocco di mano di Miranchuk, ma è Bastoni a toccare la palla: non ci sono da interpretare le immagini, che sono chiarissime. Semmai ci può essere rigore per l’Atalanta, perché è Bastoni ad andare contro Miranchuk. E poi il rigore del 3-0: scandaloso, nessuno allo stadio ha capito cosa stesse succedendo, sono passati minuti a cercare qualcosa che nessuno aveva visto, con il guardalinee che aveva alzato la bandierina. Una partita potenzialmente bellissima è stata pesantemente condizionata da episodi arbitrali che ne hanno cambiato l’esito, spostando in modo dilagante a favore dell’Inter il risultato».
Gasp guarda avanti Quel che resta è un 4-0 che rimanda indietro di sei anni, marzo 2017, ancora l’Inter (allora fu 7-1): l’ultima volta in cui un’Atalanta di Gasperini aveva perso in campionato con quattro gol di scarto. Ma il tecnico non vede tutto nero: «Il risultato lascia un po’ perplessi, perché nel primo tempo abbiamo fatto bene contro un’Inter molto forte e il secondo tempo non l’ho visto neanche così male: ho avuto la sensazione che siamo pronti per giocare le prossime partite. Non è questo il tipo di gara che ci intacca moralmente: semmai mia sensazione - è stata una partita anomala, molto strana, e ora penseremo alla prossima. Abbiamo una buona condizione, stiamo bene, belli carichi e pronti per ripartire: a volte capitano anche queste serate e bisogna essere pronti ad archiviarle e pensare alla prossima». s TEMPO DI LETTURA 2’10”
Sul rigore per l’Inter nessuno ha capito cosa stesse succedendo, il guardalinee aveva sbandierato
Luca Percassi