La Gazzetta dello Sport - Romana

Lukaku tocca a te

BIG ROM CERCA I GOL PER LA ROMA IN CHAMPIONS E IL SUO FUTURO Il belga torna titolare a Monza e sarà uomo mercato a giugno Difficile il riscatto dal Chelsea ma in caso di un finale al top... I Blues devono incassare 110 milioni entro il 30 giugno: l’attacc

- Di Alessio D’Urso ROMA

Eccola, la Roma: nella lotta per la Champions è spuntata dal basso, all’improvviso, come gli elicotteri dei film di guerra. E ora fa paura a tutti. A trascinare il piccolo esercito gialloross­o alla conquista anche di Monza, sarà lui: a grande richiesta, un Romelu Lukaku in stile “marine”, ricaricato da Daniele De Rossi e pronto, elmetto in testa, ad un nuovo “crash-test” con il difensore di turno, ma soprattutt­o a vincere quelle che d’ora in poi saranno finali pure per decidere il suo futuro a fine stagione, quando la società di Dan Friedkin si troverà di fronte ad un dubbio amletico. Riscattare Big Rom per 43 milioni di euro dal Chelsea, che ha necessità di incassare 110 milioni di plusvalenz­e entro il 30 giugno (altrimenti verrà penalizzat­o nel prossimo campionato di 10 punti), o valutare altri profili per la prossima stagione?

Tutte finali Il tempo, tre mesi, s’incaricher­à di fornire una risposta adeguata, ma intanto il belga ora ha fretta di vincere la “guerra” della Champions attraverso la prima battaglia sportiva di Monza. E a recuperare e gestire un centravant­i che è stato utilizzati­ssimo finora (forse anche troppo), ci ha pensato DDR: facendolo restare in campo per un tempo a Frosinone e contro il Torino per circa mezz’ora. Con l’obiettivo di farlo rifiatare per averlo pronto e scattante sabato, quando l’attaccante sarà chiamato (da titolare) a riprenders­i la Roma e a riannodare il filo del gol. L’ultimo, in campionato, risale alla sfida con il Verona, partita coincisa con il debutto di De Rossi in panchina, poi c’è stata la rete fondamenta­le a Rotterdam nell’andata del playoff di Europa League contro il Feyenoord, quindi il momento di astinenza in un quadro generale, comunque, che resta più che positivo, visto che finora l’attaccante ha giocato 33 gare e realizzato 16 gol più tre assist. «E tornerà a segnare come sempre», ha detto l’allenatore nel dopo-gara contro il Toro.

Rebus I nuovi gol, superfluo dirlo, inciderann­o sulle scelte della società a giugno. E saranno inevitabil­mente giorni di mercato e di passione attorno all’attaccante. Perché il Chelsea, proprietar­io del suo cartellino, dovrà appunto far cassa necessaria­mente sui 43 milioni “in dotazione” al belga per non violare le norme legate al “Fair Play Finanziari­o” inglese e per risollevar­e, al contempo, un bilancio in deficit di oltre 200 milioni di sterline nell’ultimo esercizio.

Non basteranno per evitare la penalizzaz­ione, infatti, i circa 60 milioni che gli inglesi contano di ottenere principalm­ente attraverso la cessione di Lewis Hall, attualment­e in prestito al Newcastle (obbligo di riscatto a 32 milioni), e quella di Ian Maatsen, al momento in prestito al Borussia (che dovrebbe essere riscattato per 35 milioni), proprio perché in forza del regolament­o della Premier i club possono riportare perdite fino a 105 milioni di sterline in un periodo di tre anni per rimanere dentro il perimetro delle regole. Ma la Roma, nel frattempo, per acquisire tutto il cartellino dell’attaccante e affrontare un investimen­to così importante, dovrà avere la certezza di un posto in Champions League e, soprattutt­o, di un buon numero di gol del centravant­i per continuare a crederci, vincendo la concorrenz­a dei club sauditi, che restano sempre alla finestra.

La ripartenza

In Premier

Solo lavoro E per riuscire nell’impresa sui diversi fronti all’orizzonte, l’attaccante sta lavorando in questi giorni più di prima, lontano dai riflettori. Solo casa e carichi di allenament­o, dividendos­i tra la sua villa a Casal Palocco e il campo a Trigoria. La Roma ha bisogno della miglior versione dell’attaccante e al belga, del resto, piacerebbe restare nella Capitale con la sua famiglia. Ecco perché, d’ora in poi, i suoi saranno solo occhi di tigre. Un leader che dà tutto, alla guida del suo “commando”, nella speranza di gioire ancora con la sua inconfondi­bile esultanza: mano sulla fronte nel classico gesto del saluto militare e poi il dito indice davanti alla bocca. Per zittire tutti: adesso in campo, dal primo minuto, vuole “parlare” solo lui. s TEMPO DI LETTURA 3’14’’

oltare pagina, leggendo un libro o un giornale, è un esercizio facilissim­o. Farlo invece nel mondo del calcio, dopo aver preso sei gol, prima di giocare uno scontro diretto fondamenta­le e in una situazione di classifica preoccupan­te, beh, è decisament­e complicato. Ecco perché ieri il Sassuolo ha deciso di cambiare nuovamente l’allenatore: Emiliano Bigica è rimasto solo una partita sulla panchina neroverde, adesso il compito di inseguire l’undicesima salvezza consecutiv­a tocca a Davide Ballardini. L’annuncio dovrebbe arrivare stamattina, dopo la risoluzion­e del contratto che lega il tecnico alla Cremonese. Non è ancora ufficiale, insomma, ma quasi. Ballardini è un tecnico abituato a subentrare (sedici stagioni in Serie A e nessuna per intero) e a dare subito la scossa, esattament­e quello di cui ha bisogno il Sassuolo. Non è questione di bravura nell’allenare, anche perché altrimenti non sarebbe stato nemmeno esonerato Alessio Dionisi. Ma di intervenir­e in tempo zero più nella testa che sulle gambe dei giocatori. La società ha capito che la squadra non reagisce: magari combatte (nell’ultima partita con Dionisi i neroverdi avevano recuperato due volte lo svantaggio contro l’Empoli prima di perdere nel recupero), ma poi in un modo o nell’altro si arrende. E il tracollo con il Napoli dopo essere passati in vantaggio è stato particolar­mente preoccupan­te sotto ogni punto di vista.

VMr.Wolf Il Sassuolo va resettato: un semplice “spegni e riaccendi”, come si fa abitualmen­te con i computer impallati, non basta. Lo “spegni e riaccendi” era Bigica: il risultato non è stato soddisface­nte, anche se il Napoli non era certo un avversario comodo, e allora si passa al resettator­e. Davide Ballardini è un esperto di situazioni difficili, se

Davide Ballardini nato a Ravenna il 6 gennaio 1964 In campo nelle giovanili del Cesena. Da allenatore ha cominciato con le giovanili di Bologna,

Cesena, Ravenna, Milan e Parma, poi dal 2004 coi grandi: Sambenedet­tese Cagliari (3 volte) Pescara, Palermo (due), Lazio (vince una Supercoppa italiana). Poi al Genoa (4 volte), Bologna e Cremonese nel 2023. non disperate. È subentrato così tante volte che si perde quasi il conto e ha firmato un paio di imprese notevoli con il Cagliari nel 2007-08 (arrivò con la squadra ultima, si salvò con una giornata d’anticipo) e con il Genoa 202021 (rossoblù penultimi a dicembre, con lui in panchina chiusero all’undicesimo posto), mentre alla Cremonese nel 2022-23, pur riuscì a trasformar­e il gruppo e a migliorare in modo evidente il rendimento ottenendo 20 punti in 20 partite, una media da salvezza. Nella scelta di Giovanni Carnevali e Giovanni Rossi probabilme­nte ha inciso la bella abitudine di Ballardini di risolvere problemi in tempi brevissimi, come fosse il Mr. Wolf del calcio italiano.

Oggi la firma Ieri, prima che venisse presa la decisione definitiva, i dirigenti del Sassuolo hanno valutato altre candidatur­e e parlato con alcuni allenatori. Rino Gattuso, profilo importante sia dal punto di vista caratteria­le sia da quello tecnico, ha preferito rifiutare. Per quanto riguarda Fabio Grosso, invece, i problemi erano due: la mancanretr­ocedendo, za di esperienza nell’affrontare non solo il campionato di Serie A ma anche una situazione così difficile e la richiesta di legarsi al club con un contratto fino al giugno 2025. Bigica, intanto, ha diretto ieri l’allenament­o cercando di scuotere i giocatori visibilmen­te provati dalla nettissima sconfitta rimediata contro il Napoli.

Scontro diretto

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GETTY Ex Inter Romelu Lukaku, 30, è alla quarta stagione di A (tre con l’Inter)
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