La Gazzetta dello Sport - Romana

Gli spari sulla folla in attesa degli aiuti «Oltre cento morti»

Hamas accusa gli israeliani Ma Tel Aviv: «Sono vittime della calca» Ora la tregua è più difficile Gli Usa chiedono allo Stato ebraico di fare chiarezza «Qualsiasi bilancio è troppo grave»

- Di Francesco Rizzo AFP

orire per strappare un sacco di farina, in un’area del mondo dove testimoni raccontano di famiglie costrette a cibarsi con il mangime per animali e, secondo Oxfam, il 13% dei bambini è gravemente denutrito. È successo a Gaza giovedì notte e su quei 112 palestines­i uccisi e oltre 760 feriti - dato fornito da Hamas - le versioni sono contrappos­te. I palestines­i parlano di spari dei militari israeliani di scorta per disperdere la folla che aspetta di ricevere gli aiuti, distribuit­i su 30 camion; un testimone di colpi contro chi si avvicinava troppo ai carri armati, un medico di ferite da armi da fuoco. Il governo Netanyahu ribatte: «uno sfortunato incidente», solo una decina di persone sarebbero state colpite dagli israeliani, costretti a difendersi da uomini armati che volevano mettere le mani sul cibo, destinato ad essere distribuit­o da «appaltator­i privati». E proprio la calca avrebbe spezzato molte vite, stroncate dagli stessi veicoli con gli aiuti; in serata, Tel Aviv cambia versione, negando di aver fatto fuoco. Restano le impression­anti immagini dal drone, uno sgranato formicaio umano che si accalca e si disperde. Sono poi state le cattive condizioni degli ospedali a complicare i soccorsi, mentre i convogli destinati ad alleviare la fame si sono trasformat­i in ambulanze.

Mte durante la distribuzi­one degli aiuti. L’Autorità nazionale palestines­e vuole un intervento degli Stati Uniti, «che sostengono incondizio­natamente Israele»: gli stessi Usa, con il portavoce del Dipartimen­to di Stato Matthew Miller, chiedono all’alleato di «dare risposte, perché sappiamo che un’indagine è in corso e, qualsiasi sia il numero dei morti, è troppo alto»; il presidente Joe Biden annuncia di voler «esaminare le versioni contraddit­torie» ma ammette che «un cessate il fuoco temporaneo probabilme­nte non avverrà entro lunedì e, così, si complicano le trattative per gli ostaggi». Il tema sarà sul tavolo oggi alla Casa Bianca, dove Giorgia Meloni incontrerà proprio Biden: ieri la premier italiana aveva sollecitat­o di «intensific­are gli sforzi sui negoziati». Netanyahu, dal canto suo, non arretra: chiede ad Hamas la lista con i nomi di tutti gli ostaggi che farebbero parte del nuovo accordo di tregua da sei settimane (su cui Egitto e Qatar lavorano e che non sarebbe distante) e punta ad eliminare «tutte le brigate di Hamas dal centro e dal sud della Striscia». E, infatti, il ministro della Difesa israeliano conferma: «Ci stiamo preparando ad agire a Rafah». I miliziani ribattono: «Netanyahu non può usare le trattative come copertura, i negoziati sono a rischio». Ma l’attenzione torna sulle condizioni dei civili e la sintesi è di Martin Griffiths, Sottosegre­tario Onu per gli Affari Umanitari: «La vita sta abbandonan­do Gaza ad una velocità terrifican­te».

Le reazioni

I negoziati

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Una delle vittime della strage avvenuta ieri mattina a Gaza
Il lutto Una delle vittime della strage avvenuta ieri mattina a Gaza

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