La Gazzetta dello Sport - Romana
Dopo Lazio-Milan stop di un mese Ma Lotito non molla
L’arbitro paga una gestione disastrosa Il club biancoceleste studia le vie legali
lmeno un mese di stop. Almeno. Ed è possibile che alla fine siano quattro/cinque le giornate di assenza in A per poi ripartire dalla Serie B. Marco Di Bello, l’arbitro internazionale che venerdì sera ha fatto infuriare Claudio Lotito per le decisioni prese in Lazio-Milan, è inciampato ancora. La recidività comincia ad essere un problema. Più che un rigore solare non assegnato come alla seconda giornata in Juventus-Bologna, in questo caso poté una gestione di gara annebbiata, confusa e piena di errori, fra cartellini dati e no, fra buonsenso claudicante e lettura delle situazioni che ha fatto sì che la gara gli sfuggisse di mano. L’AIA non ha apprezzato di certo – nei corridoi la gestione sarebbe stata definita “disastrosa” e la conseguenza della direzione di gara dell’Olimpico (11 cartellini gialli e 3 rossi) è che l’arbitro di Brindisi si farà un altro mesetto in panchina, sosta per le nazionali compresa. Il designatore della Can A e B non lo assolve: quando c’è da far fare “una pausa di riflessione”, Gianluca Rocchi è il primo a scegliere la sosta forzata piuttosto che una presenza riparatrice, prova ne siano le lunghe assenze di Fourneau (rientrato da poco), Pezzuto (dopo MonzaBologna) e del Var Nasca che da Inter-Verona ha praticamente fatto Var solo in Serie B (ieri in Cittadella-Pisa).
AErrori pesanti Di Bello era già stato fermo per ben 36 giorni dopo Juve-Bologna (rigore di Illing jr su Ndoye non assegnato che l’ad rossoblù Fenucci definì
Il pasticciaccio di Juventus-Bologna
Colpi a viso e testa
Una direttiva arbitrale in agenda da quasi due anni è che qualsiasi tipo di colpo o contatto che coinvolge il viso o la testa del giocatore debba portare allo stop del gioco per far sì che siano i medici a valutarne l’entità. Nel caso di Lazio-Milan, forse ignorando suggerimenti (ammesso ci siano stati) dai collaboratori, Di Bello ha fatto proseguire con successivo 2° giallo a Pellegrini.
E’ il 27 agosto ‘23, Illing jr atterra Ndoye: Di Bello non dà un rigore chiaro
«episodio allucinante» e lo stesso Rocchi «rigore solare e review frettolosa e superficiale»). Adesso la storia si ripeterà: Rocchi non ha trovato spunti assolutori se non la prima scelta della gara, quella che al 12’ del primo tempo ha visto protagonisti Maignan e Castellanos in un contatto in scivolata giustamente non reputato da rigore. Poi, da lì o quasi, la guida di Di Bello ha decisamente deragliato. Non ha capito anacronisticamente – né ha ascoltato chi lo ha consigliato a fermare il gioco dalla sala Var – l’intenzione di Pellegrini nel contrasto con Pulisic: si stava fermando per far soccorrere Castellanos colpito inavvertitamente da Bennacer e un colpo a viso o testa prevede lo stop immediato. A seguire, l’eccessiva punizione data a Guendouzi per la scarsa lettura del momento e il rosso per Marusic (le frasi pronunciate le sanno solo loro); ma Di Bello è parso superficiale
Multi cartellini
In un colpo solo, durante la gara Lazio-Milan, Marco Di Bello estrae un doppio cartellino: giallo a Pulisic e rosso al laziale Guendouzi nonostante il buon posizionamento anche nella gomitata di Hysaj a Giroud: il colpo non è sembrato proprio conseguenza di gioco e parso quasi volontario; l’arbitro, in “visione”, lo ha solo reputato da giallo. Insomma, altro giro altri errori.
Furia Lazio Lotito si è appuntato tutto ed è pronto a dare battaglia come annunciato nell’immediato postpartita: «Sugli arbitri bisogna pensare a un organo terzo. Ci faremo valere nelle sedi preposte». Aveva anche sottolineato la «mancanza di affidabilità del sistema», attaccando di fatto la Federcalcio. Una stilettata che si inserisce alla perfezione nella guerra tra Lega Serie A - in cui il presidente della Lazio ha decisamente voce in capitolo - e Gabriele Gravina sullo spinosissimo tema riforme. Tornando all’arbitraggio di Di Bello, da ieri la situazione è sotto esame del studio dell’avvocato del club Gian Michele Gentile: «Stiamo lavorando per capire quale possa essere l’iniziativa più efficace. Servono almeno uno-due giorni per poter compiere una valutazione seria». Valutazione che deve considerare anche la clausola compromissoria che impone ai tesserati l’obbligo di adire agli organi della giustizia sportiva o in alternativa a un Collegio arbitrale, senza ricorrere direttamente alla giustizia ordinaria. «Sì, stiamo lavorando anche su quello conferma Gentile - per valutare tutto a 360 gradi e capire a chi si possano attribuire eventuali responsabilità». Insomma la Lazio è convinta delle proprie ragioni. E Lotito, anche in questo caso, non vuole arretrare di mezzo centimetro. s TEMPO DI LETTURA 3’25”
Marco Di Bello è nato a Brindisi il 12 luglio 1981. Ex impiegato di banca, in questa stagione ha diretto dieci gare di Serie A, da Juve-Bologna del 27 agosto scorso fino a Lazio-Milan di venerdì sera
Estero Sposato e papà di due figli, dal 2018 ricopre anche la carica di arbitro internazionale e alla ripresa delle Coppe Europee potrebbe andare a dirigere una gara.
Esordio in A L’esordio in A avvenne il 12 aprile 2012, in un Bologna-Cagliari terminata 1-0. Fino ad oggi ha diretto 160 gare in Serie A, 66 di B e oltre 20 partite in Europa
s.v.)