La Gazzetta dello Sport - Romana

Dopo Lazio-Milan stop di un mese Ma Lotito non molla

L’arbitro paga una gestione disastrosa Il club biancocele­ste studia le vie legali

- Di Matteo Dalla Vite e Elisabetta Esposito

lmeno un mese di stop. Almeno. Ed è possibile che alla fine siano quattro/cinque le giornate di assenza in A per poi ripartire dalla Serie B. Marco Di Bello, l’arbitro internazio­nale che venerdì sera ha fatto infuriare Claudio Lotito per le decisioni prese in Lazio-Milan, è inciampato ancora. La recidività comincia ad essere un problema. Più che un rigore solare non assegnato come alla seconda giornata in Juventus-Bologna, in questo caso poté una gestione di gara annebbiata, confusa e piena di errori, fra cartellini dati e no, fra buonsenso claudicant­e e lettura delle situazioni che ha fatto sì che la gara gli sfuggisse di mano. L’AIA non ha apprezzato di certo – nei corridoi la gestione sarebbe stata definita “disastrosa” e la conseguenz­a della direzione di gara dell’Olimpico (11 cartellini gialli e 3 rossi) è che l’arbitro di Brindisi si farà un altro mesetto in panchina, sosta per le nazionali compresa. Il designator­e della Can A e B non lo assolve: quando c’è da far fare “una pausa di riflession­e”, Gianluca Rocchi è il primo a scegliere la sosta forzata piuttosto che una presenza riparatric­e, prova ne siano le lunghe assenze di Fourneau (rientrato da poco), Pezzuto (dopo MonzaBolog­na) e del Var Nasca che da Inter-Verona ha praticamen­te fatto Var solo in Serie B (ieri in Cittadella-Pisa).

AErrori pesanti Di Bello era già stato fermo per ben 36 giorni dopo Juve-Bologna (rigore di Illing jr su Ndoye non assegnato che l’ad rossoblù Fenucci definì

Il pasticciac­cio di Juventus-Bologna

Colpi a viso e testa

 Una direttiva arbitrale in agenda da quasi due anni è che qualsiasi tipo di colpo o contatto che coinvolge il viso o la testa del giocatore debba portare allo stop del gioco per far sì che siano i medici a valutarne l’entità. Nel caso di Lazio-Milan, forse ignorando suggerimen­ti (ammesso ci siano stati) dai collaborat­ori, Di Bello ha fatto proseguire con successivo 2° giallo a Pellegrini.

E’ il 27 agosto ‘23, Illing jr atterra Ndoye: Di Bello non dà un rigore chiaro

«episodio allucinant­e» e lo stesso Rocchi «rigore solare e review frettolosa e superficia­le»). Adesso la storia si ripeterà: Rocchi non ha trovato spunti assolutori se non la prima scelta della gara, quella che al 12’ del primo tempo ha visto protagonis­ti Maignan e Castellano­s in un contatto in scivolata giustament­e non reputato da rigore. Poi, da lì o quasi, la guida di Di Bello ha decisament­e deragliato. Non ha capito anacronist­icamente – né ha ascoltato chi lo ha consigliat­o a fermare il gioco dalla sala Var – l’intenzione di Pellegrini nel contrasto con Pulisic: si stava fermando per far soccorrere Castellano­s colpito inavvertit­amente da Bennacer e un colpo a viso o testa prevede lo stop immediato. A seguire, l’eccessiva punizione data a Guendouzi per la scarsa lettura del momento e il rosso per Marusic (le frasi pronunciat­e le sanno solo loro); ma Di Bello è parso superficia­le

Multi cartellini

In un colpo solo, durante la gara Lazio-Milan, Marco Di Bello estrae un doppio cartellino: giallo a Pulisic e rosso al laziale Guendouzi nonostante il buon posizionam­ento anche nella gomitata di Hysaj a Giroud: il colpo non è sembrato proprio conseguenz­a di gioco e parso quasi volontario; l’arbitro, in “visione”, lo ha solo reputato da giallo. Insomma, altro giro altri errori.

Furia Lazio Lotito si è appuntato tutto ed è pronto a dare battaglia come annunciato nell’immediato postpartit­a: «Sugli arbitri bisogna pensare a un organo terzo. Ci faremo valere nelle sedi preposte». Aveva anche sottolinea­to la «mancanza di affidabili­tà del sistema», attaccando di fatto la Federcalci­o. Una stilettata che si inserisce alla perfezione nella guerra tra Lega Serie A - in cui il presidente della Lazio ha decisament­e voce in capitolo - e Gabriele Gravina sullo spinosissi­mo tema riforme. Tornando all’arbitraggi­o di Di Bello, da ieri la situazione è sotto esame del studio dell’avvocato del club Gian Michele Gentile: «Stiamo lavorando per capire quale possa essere l’iniziativa più efficace. Servono almeno uno-due giorni per poter compiere una valutazion­e seria». Valutazion­e che deve considerar­e anche la clausola compromiss­oria che impone ai tesserati l’obbligo di adire agli organi della giustizia sportiva o in alternativ­a a un Collegio arbitrale, senza ricorrere direttamen­te alla giustizia ordinaria. «Sì, stiamo lavorando anche su quello conferma Gentile - per valutare tutto a 360 gradi e capire a chi si possano attribuire eventuali responsabi­lità». Insomma la Lazio è convinta delle proprie ragioni. E Lotito, anche in questo caso, non vuole arretrare di mezzo centimetro. s TEMPO DI LETTURA 3’25”

Marco Di Bello è nato a Brindisi il 12 luglio 1981. Ex impiegato di banca, in questa stagione ha diretto dieci gare di Serie A, da Juve-Bologna del 27 agosto scorso fino a Lazio-Milan di venerdì sera

Estero Sposato e papà di due figli, dal 2018 ricopre anche la carica di arbitro internazio­nale e alla ripresa delle Coppe Europee potrebbe andare a dirigere una gara.

Esordio in A L’esordio in A avvenne il 12 aprile 2012, in un Bologna-Cagliari terminata 1-0. Fino ad oggi ha diretto 160 gare in Serie A, 66 di B e oltre 20 partite in Europa

s.v.)

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