La Gazzetta dello Sport - Romana

Errori e rimpianti Frosinone e Lecce si tengono il punto

Segna Cheddira, poi autogol di Cerofolini Il pari interrompe due strisce di sconfitte CEROFOLINI ZORTEA OKOLI MARCATORI ALLENATORE KABA GONZALEZ RAMADANI RAFIA OUDIN ALMQVIST BLIN KRSTOVIC PICCOLI BANDA SANSONE ALL. D’AVERSA

- Di Giulio Saetta INVIATO A FROSINONE LAPRESSE

un copione che si ripete: il Frosinone gioca bene, a volte meglio dell’avversario come contro il Lecce, ma esce dal campo con la bocca amara. La nota positiva è che stavolta almeno è arrivato un punto che smuove la classifica dopo quattro sconfitte consecutiv­e, seppur contro delle big. Lo stesso vale per il Lecce e la sua striscia negativa che si ferma a tre, sei consideran­do le partite in trasferta. Ma sia Di Francesco sia D’Aversa non possono respirare aria pulita di classifica anzi, con la vittoria di Verona e Cagliari l’atmosfera lì in coda si è fatta ancora più pesante, con sei squadre strette in tre punti. Di tempo ce n’è ma bisogna essere bravi a correggere subito gli errori, che sono stati tanti ieri, da entrambe le parti. Dietro l’angolo ci sono altre battaglie: sabato il Frosinone va a Reggio Emilia contro il Sassuolo e domenica il Lecce riceve il Verona.

ÈLa fiera degli errori C’è poi una componente su cui c’è poco da lavorare, la fortuna. E con lei il Frosinone un piccolo credito l’ha accumulato. Dopo nemmeno 5’ infatti ha perso Harroui per infortunio, costringen­do Di Francesco a cambiare il piano gara. Dentro un trequartis­ta puro, Reinier, e cambio modulo: dal 4-3-3 a specchio al 4-2-3-1. Il Lecce si è potuto così inserire in questa zona franca per sfruttare le sue armi, la costruzion­e veloce sugli esterni. Reinier ha faticato a entrare nel vivo del gioco, come in quasi tutte le apparizion­i in campionato: il Real Madrid che lo ha dato in prestito per ora 7

6,5 Bene subito su Pongracic. Rigore causato e un rigore e mezzo parato.

5 Spinge, ma l’erroraccio che provoca il rigore non si perdona. 6 Qualche sbavatura palla a terra ma sul gioco aereo fa la differenza. (PRIMO TEMPO)

Cheddira (F) al 47’ p.t.; autorete di Cerofolini (F) al 16’ s.t.

FROSINONE (4-3-3)

Cerofolini; Zortea, Okoli, Romagnoli, Valeri; Brescianin­i (dal 32’ s.t. Barreneche­a), Mazzitelli, Harroui (dal 4’ p.t. Reinier, dal 42’ s.t. Seck);

Soulé, Cheddira (dal 42’ s.t. Kaio Jorge), Gelli (dal 32’ s.t. Ghedjemis) PANCHINA Frattali, Turati, Lirola, Monterisi, Garritano, Baez, Ibrahimovi­c, Kvernadze, Cuni

Di Francesco ESPULSI nessuno

AMMONITI Reinier per c.n.r.; l’allenatore Di Francesco per proteste

CAMBI DI SISTEMA 4-2-3-1 dal 4’ p.t. BARICENTRO MEDIO ALTO 56,2 m

Cheddira non ha colpe, non affonda nel finale.

5,5 Pesce fuor d’acqua nel tourbillon del giro palla avversario.

6 Mezzoretta piatta.

6 Regia davanti alla difesa più statica del solito.

4,5 Molle sul calcio di rigore, poi non si riprende più.

5,5 Non era poi tanto difficile fare meglio di Rafia.

5 Partita opaca, in calando fino alla sostituzio­ne.

6 Lucido nel forcing finale avversario.

6 Fortunato sul rigore, nel primo tempo doveva fare gol.

6 Dentro in un momento non facile, ci mette la gamba.

5,5 Buona mobilità, ma deve migliorare in precisione.

6 Nel finale per tenere palla, ma la squadra non sale più.

6 Perde ai punti la sfida con il concittadi­no DiFra, ma interrompe la striscia di 6 ko esterni.

Rafia ha calciato debole e centrale, ma mentre Cerofolini esultava l’occhio è andato sull’arbitro Guida intento a parlottare in cuffia con il Var Marini. Rigore da ripetere per “encroachme­nt”, invasione anticipata dei difendenti: esecuzione da ripetere. Sul dischetto Krstovic non è che abbia fatto faville, perché il suo tiro prima di insaccarsi ha sbattuto sul palo e poi sulla schiena di Cerofolini. Insomma, la fiera degli errori. Non è andata meglio nella mezzora finale, con il Frosinone indiavolat­o alla ricerca della vittoria. È stata prima la traversa a respingere una mezza girata di Gelli, poi Brescianin­i, uno dei migliori in campo, ha avuto la sfortuna di trovarsi a pochi metri dalla porta caricando il piede sbagliato, il destro, che si è spento floscio tra le braccia di Falcone. Di Francesco ha poi mandato in campo insieme due attaccanti: Kaio Jorge e Seck. Il cambio del brasiliano si è rivelato un fiasco perché nel giro di pochi minuti il giocatore di proprietà juventina si è mangiato due gol. Facile col senno di poi rispondere­bbe DiFra. Ma il calcio è ancora così: chi sbaglia paga.

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