La Gazzetta dello Sport - Romana
Paredes alla De Rossi
L’argentino gioca come DDR con Luis Enrique. Il tecnico: «È intelligente e ha il calcio in testa, gli chiedo più verticalità»
uando arrivò a Roma per la prima volta, nel 2014, fu proprio De Rossi a tendergli la mano. «Mi parla tanto, con lui posso crescere», disse all’epoca Leandro Paredes, che proprio in Danielino trovò un porto sicuro e un amico sincero. Oggi, dieci anni dopo, la storia è più o meno la stessa, con De Rossi che lo riempie di consigli e lui che sotto la sua gestione sembra
Qrinato. Anche perché in questa Roma Paredes fa proprio un po’ il De Rossi che aveva conosciuto sul campo: regista arretrato, primo costruttore di gioco, spesso anche terzo di difesa, soprattutto in fase di impostazione. Ed allora è normale che Daniele gli dia anche un consiglio in più, quel ruolo e quei compiti li conosce praticamente a memoria.
La posizione In questa Roma Paredes è il regista disegnato, l’uomo che deve far partire quasi tutte le azioni e costruire il gioco
La “salida lavolpiana” è un sistema di gioco per costruire dal basso e aiutare l’uscita del pallone quando gli avversari pressano i centrali. Prende il suo nome da Ricardo La Volpe, ex portiere argentino (campione del mondo nel 1978) e allenatore di club (Boca, Velez, Banfield, America e Toluca) e di nazionali (Messico e Costa Rica) dal basso. Per farlo, soprattutto quando si gioca con la difesa a 4, si abbassa tra i due centrali e va ad impostare, con i terzini che si allargano regalando ampiezza alle giocate e le mezzali che si propongono per il passaggio. È la famosa «salida lavolpiana», che De Rossi faceva con la Roma di Luis Enrique (ma a volte anche con quella di Garcia). Un meccanismo di gioco che i giallorossi attuano anche con la difesa a tre (seppur con meccanismi diversi) e che permette al regista di vedere più campo e poter verticalizdavvero zare meglio. E che De Rossi gli ha spiegato a menadito. «Daniele parla tanto con noi, con lui ho sempre avuto un bel rapporto, anche quando giocava. E oggi che è il mio allenatore cerco di seguirlo per migliorare», dice Leo. Già, lui che gioca con la maglia numero 16 proprio in onore di De Rossi. «Te queda pintado», gli ha scritto Daniele la scorsa estate, al suo ritorno. Che poi letteralmente vuol dire «Sembra dipinto per te», con Leo che proprio in quei giorni disse: «Prima di prendere il numero 16 gli ho chiesto l’autorizzazione, senza il suo consenso non mi sarei mai permesso».
I consigli
In campo
De Rossi e Paredes quando giocavano insieme nella Roma. Qui è il 14 maggio
2017, durante un Roma-Juve 3-1
lmeno cinque cambi su dieci uomini di movimento. La Fiorentina che domani sera affronterà il Maccabi Haifa avrà un volto diverso rispetto a quello di Torino. Il centrocampo sarà completamente modificato perché Arthur non verrà rischiato e Bonaventura dovrebbe avere un turno di riposo. Ma non mancheranno novità nemmeno in difesa e in attacco. L’abilità di Vincenzo Italiano dovrà essere quella di scegliere una squadra equilibrata, in forma dal punto di vista fisico ma anche in grado di vincere per ipotecare il passaggio ai quarti di finale.
AGli out Arthur è stato sostituito durante la trasferta contro i granata sabato scorso perché accusava un dolore alla caviglia. Quasi impossibile vederlo in campo nella trasferta contro il Maccabi Haifa perché il brasiliano non può essere rischiato in vista dei prossimi incontri, a cominciare dal posticipo di domenica prossima contro la Roma. Il centrocampista fra l’altro viene solitamente gestito e anche questa volta sarà così. Nelle ultime due gare consecutive, contro Lazio e Torino,
gli era stato affiancato Bonaventura, ma pure Jack potrebbe riposare e così in mediana i due uomini prescelti per la Conference League potrebbero essere Maxime Lopez e Duncan, senza dimenticare Mandragora che scalpita per un posto. Potrebbe tuttavia essere utile a gara in corso per dare una mano in difesa, come accaduto a Torino.
Linea arretrata In difesa ci sono due certezze: Milenkovic e Ranieri sono scelte obbligate perché Martinez Quarta ha ripreso ad allenarsi, dopo le coliche renali, ma è troppo presto per vederlo dall’inizio. Faraoni darà il cambio a Kayode come terzino destro, mentre il vero ballottaggio è a sinistra perché rimane da capire se Parisi riuscirà a scalzare per una volta Biraghi o se toccherà ancora al capitano scendere in campo per la settima volta consecutiva. Contro l’Inter alla fine di gennaio aveva giocato l’ex Empoli, ma soltanto perché Biraghi era squalificato. Se venisse scelto Parisi sarebbe un ulteriore cambio rispetto all’ultima uscita. Al limite della rivoluzione. Se avesse potuto, il tecnico avrebbe cambiato anche fra i pali però Christensen, l’uomo di Coppa, è ancora infortunato e quindi in porta ci sarà Terracciano.
Cambi in tutti i reparti
I probabili 11 che
Italiano schiererà contro il Maccabi: cambi in tutti i reparti, cinque rispetto alla partita con il Torino
All’attacco