La Gazzetta dello Sport - Romana
Il Real rischia grosso col Lipsia Lo salvano Vinicius e la traversa
La Procura ha fatto ricorso dopo che i giudici hanno dato ragione all’allenatore dei Blancos: in ballo le tasse sui diritti d’immagine relative al 2015 I Blancos aggrediti e pure schiacciati, la punta brasiliana rischia il rosso. Poi segna, ma nel finale
Le ore che hanno preceduto la sfida di Champions tra Real e Lipsia sono state agitate da grandi titoli su tutti i quotidiani spagnoli: la Procura Provinciale di Madrid chiede 4 anni e 9 mesi di carcere per Ancelotti. L’accusa: frode fiscale. Titoli roboanti messi in alto sui siti, che fanno grande impressione. La realtà è diversa.
L’accusa I fatti risalgono al primo mandato di Carlo alla Casa Blanca, il biennio 2013-2015, quando Ancelotti sbarcò a Madrid da Parigi. Quello della Décima Champions. L’allenatore del Real è accusato di due reati fiscali, uno per ogni stagione da lui passata sulla panchina Blanca: per il fisco spagnolo il tecnico italiano avrebbe orchestrato un si
Il club è stato fondato il 6 marzo 1902 come Madrid Football Club. Ancelotti per titoli vinti è 2° solo dietro a Miguel Muñoz: 14 trofei. Carlo ne ha conquistati 11: 2 Champions, 1 Liga, 2 Coppe e 2 Supercoppe spagnole, 2 Supercoppe Uefa e 2 Mondiali per club. stema di società con sede fuori dal territorio spagnolo per evitare di pagare le tasse sui diritti di immagine, divisi al 50% col Madrid.
Sconfitta e vittoria Carlo si è sempre difeso, rimediando nel corso del procedimento giudiziario una sconfitta e una vittoria. Ha perso la causa per ciò che riguarda l’anno fiscale 2014, quando effettivamente la sua residenza fiscale è stata fissa in Spagna, ma ha vinto per il 2015, l’anno nel quale è stato licenziato in maggio dal Real Madrid. Ancelotti ha pagato quanto dovuto e per entrambi gli anni, anche per il 2015 come misura preventiva in attesa del giudizio. Che è arrivato nel luglio dello scorso anno: la giudice che si occupava del caso ha dato ragione ad Ancelotti sulla multa legata al 2015, cosa che gli ha garantito il diritto al rimborso di una cifra superiore a 1,2 milioni di euro.
L’appello Il fisco spagnolo non ha gradito la sentenza, e ha fatto ricorso. Basandosi su una questione immobiliare: quando fu licenziato Ancelotti lasciò Madrid, ma i tempi di disdetta dell’appartamento che aveva affittato nel centro della città lasciarono la casa a suo nome fino ad ottobre. Per questo dal fisco sostengono che avendo passato più di 6 mesi in Spagna anche per il 2015 Carlo è da considerare fiscalmente residente qui.
La resistenza La richiesta della pena di quasi 5 anni di reclusione apparsa ieri è figlia di questo nuovo procedimento. Gli esattori fiscali non vogliono restituire quanto versato in forma cautelare da Ancelotti, e come detto insistono nel dichiararlo colpevole di frode fiscale per il 2015, sulla base del contratto d’affitto, cosa contestata dal tecnico del Madrid, che sostiene di aver abbandonato immediatamente dopo il licenziamento la capitale spagnola. Una tesi questa che come abbiamo detto ha convinto anche la giudice che si è occupata del caso.
Il caso Xabi Alonso Ciò che sta succedendo ad Ancelotti è solo l’ultimo episodio di una guerra tra “Hacienda”, il fisco spagnolo, e gli sportivi impegnati qui che va avanti da anni: le pesantissime condanne di Leo Messi e Cristiano Ronaldo hanno fatto storia, multe milionarie e poco meno di 2 anni di carcere, appena sotto i 24 mesi che di fatto aprono le porte del penitenziario, ma da quando Xabi Alonso ha deciso di rifiutare il patteggiamento e di andare a giudizio le cose sono cambiate radicalmente. L’attuale allenatore del Bayer Leverkusen s’impuntò e dopo un lunghissimo dibattimento vinse la causa, stabilendo un precedente importante. Da allora hanno vinto tra gli altri le battaglie con il fisco spagnolo anche Sergio Ramos, Xavi, Iniesta, Dani Alves nonché i piloti di moto Jorge Lorenzo e Aleix Espargaró. Poi è toccato ad Ancelotti. Una sconfitta giudiziaria, quella relativa al tecnico del Madrid, che il fisco spagnolo non vuole accettare. Da qui l’appello che ha portato al titolone di oggi. s TEMPO DI LETTURA 2’58” (PRIMO TEMPO)R0-0
MARCATORI Vinicius (R) al 20’, Orban (L) al 23’ s.t.
Lunin 6; Carvajal 5,5, Rüdiger 6,5, Nacho 5, Mendy 6; Tchouameni 4,5, Kroos 6,5 (dal 33’ s.t. Modric 6), Camavinga 5 (dal 1’ s.t. Rodrygo 6); Valverde 6, Bellingham 6,5 (dal 40’ s.t. Joselu s.v.), Vinicius 6. PANCHINA Kepa, Fran González, Lucas Vazquez, Fran García, Ceballos, Arda Güler, Brahim Díaz.
Ancelotti 5,5 AMMONITI Vinicius, Tchouameni, Kroos per gioco scorretto
LIPSIA (4-4-2)
Gulácsi 6; Henrichs 6,5, Lukeba 6, Orbán 7,5, Raum 7; Dani Olmo 7, Haidara 6,5 (dal 45’ s.t. Kampl s.v.), Schlager 7 (dal 40’ s.t. Elmas s.v.), Xavi Simons 7,5; Openda 5,5 (dal 32’ s.t. Poulsen 6), Sesko 5,5 (dal 40 ‘ s.t. Baumgartner s.v,).
PANCHINA Blaswich, Zingerle, Bitshiabu, Lenz, Jatta, Seiwald.
Rose 7
AMMONITI Schlager, Raum, Orban per gioco scorretto
Massa (Italia) 5,5
NOTE spettatori 70.000 circa
Tiri in porta 3-5, tiri fuori 2-9, angoli 2-8, fuorigioco 1-1
Recuperi 1‘ p.t.- e 4‘ s.t. oi pessimi, loro fenomenali», dice Nacho a fine gara, ed è la fotografia di una serata di enorme sofferenza per il Madrid chiusa fortunosamente col passaggio ai quarti. Il Bernabeu nel primo tempo ha fischiato e fischiato e fischiato, sperando di svegliare i suoi. Nella ripresa non ha potuto fischiare perché i fedeli della parrocchia blanca erano impegnati a trattenere il fiato di fronte all’assedio del Lipsia.
«NProteste È finita 1-1 e il Real Madrid passa ai quarti perché in Germania aveva vinto 1-0. Il tecnico Rose all’andata si è lamentato per la rete annullata a Sesko, ieri ha bissato prendendosela con l’italiano Massa che non ha espulso Vinicius quando, senza motivo, senza spiegazione, senza senso, ha aggredito un avversario a centrocampo prendendolo per il collo dopo averlo steso proditoriamente. Massa ha scelto il giallo, e poco dopo Vinicius ha portato in vantaggio il Madrid con un bel gol propiziato da un furto di Kroos e costruito da una grande conduzione di Bellingham, che poi ha messo il pallone con estrema precisione sulla corsa di Vinicius (65’). Quindicesimo gol stagionale del brasiliano, che però continua a soffrire di pericolosi cortocircuiti.
L’assedio Era solo il terzo tiro dei padroni di casa, il secondo tra i pali. Madrid confuso dal disegno iniziale di Ancelotti, che ha messo Nacho per Rodrygo sovraffollando il centrocampo in un 4-3-3 con Kroos tra Tchouameni (pessimo) e Camavinga, sostituito nella pausa da Rordygo e relativo passaggio a un 4-4-2 disordinato, asimmetrico e poco produttivo. Il Madrid col vantaggio pensava di aver chiuso i giochi ma il Lipsia aveva altre idee e le qualità per metterle in atto. Tempo 3 minuti e Orban, capitano brillante, ha trovato il pari volando di testa su un cross di Raum, con Nacho dormiente come tante altre volte. Da lì Madrid arretrato e impaurito e salvato dalla traversa che ha respinto il pallonetto di Dani Olmo al 92’. Carlo respira, il Bernabeu con lui. s TEMPO DI LETTURA 1’35”