La Gazzetta dello Sport - Romana

MARQUEZ È subito davanti

- Di Paolo Ianieri FARINELLI

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Piove nel deserto, così che il primo giorno di scuola alla fine lascia tutti con un po’ di amaro in bocca e un senso di incompiuto, con anche il programma che viene stravolto: le prequalifi­che che avrebbero dovuto designare i migliori dieci direttamen­te promossi in Q2, vengono rimandate a questa mattina alle 11.40, subito prima della disputa del turno che assegnerà la prima pole position della stagione, mentre il turno pomeridian­o diventa una semplice sessione per abituare i piloti a guidare con il bagnato sotto la luce dei riflettori. Una giornata, quindi, che alla resa dei conti sembrerebb­e quasi non contare niente, ma che invece una prima sentenza la regala già: ovvero che Marc Marquez c’è e si prepara a diventare una grande rottura di scatole (metaforica­mente parlando, ovviamente) per tutti quelli che si sono presentati ai nastri di partenza con in testa l’obiettivo di giocarsi il Mondiale.

Pretattica Il neo-pilota del team Gresini si è nascosto per tutto l’inverno o, meglio, mutando d’abito, ha usato i test per imparare a conoscere il più possibile della sua moto, evitando di farsi prendere dalla frenesia del cronometro e concentran­dosi a capire come va guidata la Ducati. Soprattutt­o, ha detto e ripetuto più volte di non sentirsi assolutame­nte tra quelli che, pronti via, si sarebbero giocati immediatam­ente podio e gara. L’ultima volta è stato giovedì pomeriggio nella conferenza stampa, scherzando anche per essere stato inserito assieme a Fabio Quartararo nel secondo gruppo,

La capra di Marc In inglese la parola Goat, acronimo di “Greatest of all times”, il più grande di tutti, significa anche capra: così il team Gresini ha organizzat­o questo siparietto per il suo pilota «quelli che non lottano per il Mondiale». Pronostica­va calma e tranquilli­tà, impegnato sul doppio fronte del continuare il processo di studio della Ducati, «una moto che gli altri guidano già da tantissimo tempo», e di non farsi prendere dalla frenesia adesso che, sceso da una Honda ancora zoppicante (il migliore, ieri, è stato Johann Zarco, 6°, con Joan Mir e Luca Marini al 16° e 17° posto a quasi un secondo dalla vetta), ha trovato una GP23 che lo scorso anno ha dominato a mani basse e che almeno in questa prima fase di stagione potrebbe consentire qualche sorpresa. «Mi preoccupa soprattutt­o il fatto di dover controllar­e il mio istinto, perché nel momento della gara potrei comportarm­i come se guidassi ancora la RC213V».

Sensibilit­à antica Come reagirà oggi all’esame della prima qualifica e, soprattutt­o, della Sprint Race che alle 17 italiane

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