La Gazzetta dello Sport - Romana

Anche Rrahmani è tornato in gruppo: per il Barcellona dovrebbe farcela

- Di Vincenzo D’Angelo GETTY IMAGES

Il cuore del Comandante non si è mai staccato da Napoli. Quando parla della squadra, usa ancora la prima persona plurale, come fosse ancora dentro a quello spogliatoi­o. Qui, per Kalidou Koulibaly, sarà sempre “casa”. «Amo Napoli: amo il club, i tifosi, la città: le cose stanno andando meglio, speriamo in Champions di andare avanti il più possibile».

▶ Come in campo, gioca sempre d’anticipo. Crede nell’impresa a Barcellona?

«Il Napoli ha tutto per passare il turno. E non giocare al Camp Nou può essere un vantaggio. Al Montjuic non c’è lo stesso ambiente e la stessa pressione. Spero si qualifichi: il Barcellona ha giocatori di talento e un grande allenatore, ma il Napoli ha ritrovato organizzaz­ione e può fargli male».

▶A proposito del Camp Nou, lì Messi le fece fare brutta figura…

«Feci rigore: fu bravissimo e furbissimo a mettere la gamba mentre io stavo rinviando. Ricordo quella sconfitta e quell’errore, ma fa parte del calcio. Sono momenti che ti aiutano a crescere e quell’episodio mi ha migliorato. Giocare con la maglia azzurra, in Champions e al Camp Nou, è uno dei tanti souvenir indimentic­abili che mi sono portato via».

▶ Visto da lontano, cos’è successo ai campioni d’Italia?

«Analisi personale: penso che sia molto difficile, dopo aver vinto lo scudetto, ricomincia­re con un nuovo allenatore e cambiare tutto. Ogni tecnico ha bisogno di tempo per dare le sue idee. È come se fosse partito un nuovo ciclo: il Napoli aveva bisogno di un allenatore che continuass­e il lavoro di Spalletti, ma è stato difficile prima con Garcia poi con Mazzarri. Ma oggi abbiamo Ciccio Calzona: conosce molto bene la società e l’ambiente, tanti giocatori sono cresciuti anche grazie a lui, come è successo a me: a lui e Sarri devo tantissimo».

▶ In che modo?

«Forse pochi lo sanno, ma quando lui è arrivato a Napoli con Sarri, io me ne dovevo andare, portavo offerte per essere ceduto. Lui venne da me e mi disse: “non capisco perché vuoi andartene?”. E io gli spiegai che avevo bisogno di giocare, di trovare un allenatore che contava su di me e mi valorizzas­se. Mi disse: “se correggi due o tre cose e ascolti i consigli miei e di Sarri, avrai l’occasione per giocare tante partite”. Io replicai: “tu non sei l’allenatore, sei il secondo del mister. Se lui non mi vuole, non puoi fargli cambiare idea”. Mi assicurò che mi sbagliavo. E aveva ragione lui. Ha fatto di tutto per tenermi a Napoli. Insieme a Sarri, ha cambiato la mia storia».  La missione Barcellona è cominciata ufficialme­nte ieri: l’umore della truppa azzurra poteva essere migliore, ma il pari contro il Torino ha dato comunque buone indicazion­i al tecnico. Al di là del risultato, Francesco Calzona ha visto i suoi cercare la vittoria fino alla fine e ciò conferma la crescita a livello fisico della squadra. Martedì il Napoli si giocherà anche la possibilit­à di restare in corsa per il Mondiale per

Bisogna educare i bambini dalla scuola Bisogna trovare misure concrete

«Fu Ciccio a convincerm­i a non andare via Aveva ragione»

dal 2014 al 2022 Kalidou Koulibaly, 32, difensore senegalese: nella sua avventura al Napoli ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa italiana club 2025, raggiungib­ile solo con la qualificaz­ione ai quarti e poi con una vittoria (o due pareggi) al prossimo turno. Intanto buone indicazion­i arrivano dall’infermeria, con Rrahmani, Cajuste e Ngonge che hanno svolto parte del lavoro col gruppo e parte differenzi­ato in campo. Il centrale kosovaro dovrebbe ritrovare il suo posto da titolare al centro della difesa, mentre per gli altri due si verificher­à oggi la possibilit­à di

▶ Ha festeggiat­o il suo ritorno?

«Ciccio è arrivato nel momento giusto, è l’allenatore di cui il Napoli aveva bisogno. La sua tattica è come quella di Sarri e tutti la conoscono. Calzona ha dato la sua impronta e sono felice: sono molto legato a lui, mi ha aiutato anche nei momenti no al Chelsea».

▶ Può aprire un nuovo ciclo?

«Il Napoli con lui può diventare una macchina da guerra e sono sicuro che ci riuscirà, ma ha bisogno di tempo. Per ora il contratto scade a fine stagione, mi auguro possa continuare ancora due o tre anni con il Napoli. È l’uomo giusto, meritava questa chance da tanti anni. Nella Slovacchia ha fatto un grande lavoro, li ha portati all’Europeo. Poi ha avuto il coraggio di chiedere di poter aiutare il Napoli, visto il legame. Ha le competenze per fare bene».

▶L€i e l’Al Hilal invece state facendo benissimo: 27 vittorie di fila, Guinness dei primati...

«Qui ho ritrovato il piacere di giocare e io e la mia famiglia siamo molto felici: i bimbi vanno a scuola di inglese e italiano, a casa parliamo in francese. In testa hanno tre lingue ed è una cosa molto bella. Sul campo, invece, le 27 vittorie di fila non erano un obiettivo ma dopo averne vinte convocazio­ne, anche se sembra più probabile un rientro a Milano domenica sera, contro l’Inter. Rispetto al match di sabato, contro il Barcellona dovrebbe rivedersi Olivera sulla corsia mancina in difesa, mentre in mediana tornerà titolare Traorè visto che Zielinski non è neanche in lista. Il Napoli partirà per la Spagna domani all’ora di pranzo, dopo la rifinitura. 12, abbiamo messo nel mirino il record. Non è un titolo, solo un record. E noi vogliamo i titoli».

▶ Com’è la Saudi League?

«Sta crescendo grazie all’arrivo di tanti giocatori dall’Europa: vogliono fare un percorso importante per poter essere competitiv­i con la nazionale quando ospiterann­o il Mondiale 2034. Vogliono alzare il livello del campionato e dei giocatori del loro Paese».

▶ Con Ronaldo e Ney è più facile.

«Molti devono ringraziar­e Ronaldo, ha avuto il coraggio di fare per primo questo passo. È un campione vero, si allena come un ragazzino e fa gol straordina­ri. Neymar lo chiamo “magia”. Quello che fa con la palla è inimmagina­bile, ti mette in imbarazzo per quanto è forte: per lui è tutto facile e non capisci se sei tu scarso o lui di un altro pianeta».

▶Torniamo all’Italia: lei è stato vittima di insulti razzisti in passato e il problema esiste ancora.

«È un tema che va affrontato a scuola, si deve insegnare ai bambini perché sono loro il futuro del mondo, gli adulti del domani. Bisogna trovare misure concrete, non sanzioni che per le società e le persone sono caramellin­e. Ci vogliono sanzioni dure».

▶ Anche Maradona la difese.

Due fenomeni, due esempi Neymar lo chiamo “magia” E l’Al Hilal è da record

«Quel suo post con la mia maglia mi diede grande forza. Maradona ha sempre lottato per i diritti dei più deboli e per questo argentini e napoletani lo amano così tanto. Barça-Napoli sarà una gara magica anche nel suo ricordo».

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