La Gazzetta dello Sport - Romana
BARONI DÀ L’ESEMPIO D’AVERSA RIELABORI COSA GLI È ACCADUTO
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iceva Cicerone che bisogna conservare la moderazione in ogni circostanza della vita. Ai suoi tempi non esisteva la Serie A, chissà cosa avrebbe pensato assistendo ad alcune scene dei nostri campi. Sicuramente avrebbe dedicato un’orazione a Marco Baroni, allenatore del Verona e maestro di comportamento in situazioni difficili. A gennaio gli hanno smembrato la squadra, ogni giorno nello spogliatoio trovava armadietti vuoti e facce nuove. Ma
non ha mai pronunciato una parola sbagliata, non ha esposto i dirigenti alla contestazione di una piazza calda e perplessa, non ha dato alcun alibi al gruppo.
Ha semplicemente continuato a fare il suo lavoro con l’obiettivo di conquistare una salvezza che sembrava impossibile e invece adesso sta prendendo forma. Dalla chiusura del mercato il Verona ha perso con Napoli e Bologna, ha pareggiato con Juve e Monza e nelle ultime due giornate ha battuto Sassuolo e Lecce. Non sappiamo come finirà la stagione, ma fin d’ora possiamo considerare Baroni come un personaggio positivo in grado di testimoniare cosa significhi fare sport: dare il massimo, provare a migliorare, credere nell’obiettivo. Chi comanda un gruppo di giocatori non può perdere la testa. E Baroni, pur in mezzo a mille difficoltà (nessuna vittoria dal 26 agosto al 23 dicembre), non l’ha mai fatto.
Roberto D’Aversa, invece, sì. In senso metaforico e letterale, visto che la testa l’ha usata per colpire Thomas Henry, punta del Verona, a fine partita. Non ci sono alibi, non ci sono scuse. E anche le prime dichiarazioni dell’ex tecnico del Lecce hanno trasmesso la sensazione di un uomo poco lucido, sconnesso dalla realtà per qualche minuto. Poi ha provato a porre rimedio con un comunicato, che però non ha evitato l’esonero (giustificato anche dai 5 punti conquistati nelle ultime 12 gare) e soprattutto non ha potuto cancellare l’oscenità del gesto. Uno dei più brutti degli ultimi anni e non solo in Italia. Detto ciò, non bisogna nemmeno andare oltre. Chi è senza peccato scagli la prima pietra e quindi è giusto che D’Aversa venga lasciato in pace:
dovrà ripensare dentro di sé a quanto accaduto, rielaborare la vicenda per evitare che accada di nuovo e riflettere sui motivi che l’hanno spinto a un comportamento assolutamente irrazionale e violento.
Sarà un percorso lungo e complesso, il tribunale dei social eviti di complicarglielo. L’unica sentenza che conta è quella del giudice sportivo che manderà un segnale importante di cui si avverte il bisogno e che dovrebbe essere recepito da tutte le componenti.
Tante cessioni, eppure il tecnico del Verona può salvarsi. A Lecce, invece, è cortocircuito
Senza arrivare a certi comportamenti estremi, la Serie A offre spesso immagini di una tristezza notevole, che non hanno alcun legame con i valori e i principi dello sport. I giocatori che, cercando di attivare il Var, enfatizzano gli effetti di un contatto rotolando come se fossero stati colpiti da un cecchino sono nella migliore delle ipotesi un inno alla malizia e nella peggiore un becero insegnamento ai ragazzini. Che, per inciso, vengono già istruiti male:
una delle scene più brutte su tutti i campi è la scomparsa dei palloni quando la squadra di casa è in vantaggio. Un gesto antisportivo che sarebbe meglio non vedere più.
Perché una testata all’avversario è solo la tremenda punta di un iceberg fatto di comportamenti provocatori e disdicevoli.
(PRIMO TEMPO)R0-1
Duris (A) al 10’ p.t.; Kasami (S) al 32’, De Luca (S) al 40’ s.t.
SAMPDORIA (3-5-2)
Stankovic 6,5; Leoni 6 (dal 23’ s.t. Depaoli 6), Ghilardi 6, Gonzalez 6; Stojanovic 6, Kasami 7, Yepes 6,5, Darboe 6 (dal 15’ s.t. Esposito 6,5), Barreca 6,5; De Luca 7, Alvarez 6,5 (dal 36’ s.t. Borini 6)
Ravaglia, Askildesen, Lotjonen, Giordano, Girelli, F. Conti, Ntanda, Alesi, Pozzato,
Pirlo 6,5
ASCOLI (3-5-2)
Vasquez 6,5; Mantovani 5,5, Bellusci 6 (dal 37’ s.t. Vaisanen 5,5), Quaranta 5; Falzerano 6,5 (dal 37’ s.t. Celia 6), Valzania 6, Caligara 6 (dal 22’ s.t. D’Uffizi 6), Giovane 6, Zedadka 6,5; Duris 6,5 (dal 22’ s.t. Nestorovski 6), Rodriguez 6 (dal 28’ s.t. Maiga Silvestri 6)
Bolletta, Sciammarella, Streng, Tarantino, Milanese, Bayeye, Tavcar
Castori 6
Dionisi di L’Aquila 5,5
De Meo 5,5-Bitonti 6 nessuno
Quaranta (A), Stojanovic (S), Valzania (A), De Luca (S), Esposito (S) per gioco scorretto, Vasquez (A) per comportamento non regolamentare
Paganti 3.166, incasso di 29.582 euro; abbonati 18.229, quota di 200.234,98 euro, biglietti omaggio promo donna 1.753. Tiri in porta 7 (con un palo)-3 (con un palo). Tiri fuori 5-2. In fuorigioco 2-2. Angoli 7-3.
Recuperi: p.t. 3’, s.t. 6’