La Gazzetta dello Sport - Romana

THURAM CHE STRIZZA SUAREZ CHE MORDE QUANDO LA GIOCATA È FUORI DAGLI SCHEMI

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ecco, come quello che si respirava al Metropolit­ano.

Dal bene al male Non tutte le strizzate vengono per nuocere: un trattament­o simile a quello riservato a Savic, ma meno intenso, quasi una strusciati­na, venne sperimenta­to dal madridista Michel. Il portiere colombiano in seguito lo ringraziò: dopo quel gesto era diventato testimonia­l di una campagna di sensibiliz­zazione sul problema del cancro ai testicoli. Dal male il bene, come si suol dire. Rimase invece parecchio scioccato Filippo Inzaghi dalla tattica difensiva di Rachid Neqrouz durante Bari-Juventus: «Botte sui testicoli e dito nel sedere, un’esperienza devastante. Era una delle prime partite e mi dissero che lui lo aveva già fatto, ma non me lo aspettavo. Poi al ritorno ho caricato Montero. Su un angolo sento badabum! E Neqrouz finisce per terra». Occhio per occhio, mano per dito. Però a proposito di episodi imbarazzan­ti la gamma è infinita. Novembre 2016, Grecia Bosnia: sdraiato per

Una difesa senza senso

1997, il dito nel sedere di Filippo Inzaghi: l’autore del gesto è il difensore del Bari Neqrouz terra, Dzeko tira giù i pantalonci­ni di Sokratis e lo lascia in mutande. Segue rissa.

Bulli e morsi Anche per il capitolo “atti da bulli” il materiale abbonda a tutte le età: basti pensare al testa a testa di Rino Gattuso con Joe Jordan, vice allenatore del Tottenham. Rino lo prese per il collo e si meritò cinque giornate di squalifica. Quella sera giocò la sua ultima partita in Champions League. Provocare le reazioni dei rivali è una pratica piuttosto comune, soprattutt­o quando sale la tensione, ma aggrappars­i alle parti basse, come ha fatto anche Ogbonna con Aguero in un match fra West Ham e Manchester City, è certamente un fatto meno comune. Falli strani, strategia della tensione, mani malandrine. Ma non si usano soltanto quelle. Anche il morso a volte diventa un tentativo disperato di difesa, o di attacco. Un giorno del 1995, a San Siro, si giocava Milan-Cagliari, e Lulù Oliveira non trovò di meglio da fare che morsicare il polpaccio di Savicevic. Non era stato carino neppure Savicevic, che lo aveva afferrato per i capelli invitandol­o a rialzarsi dopo uno scontro di gioco. E poi c’è forse il morso più famoso di tutti, che ha fatto il giro del mondo, con Luis Suarez nella parte del vampiro e Giorgio Chiellini in quello della preda. A Suarez piaceva morsicare. Quando c’è da fermare l’avversario in modi estremi molti giocatori diventano particolar­mente creativi. Con o senza prova tv. s TEMPO DI LETTURA 3’03”

Estremi rimedi

Dzeko tira giù i pantalonci­ni del greco Sokratis. In alto, Gattuso contro Jordan

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