La Gazzetta dello Sport - Romana
Alla deriva per sette giorni «Nessuno ci ha aiutato» La nuova strage di migranti
Almeno 60 vittime I superstiti: «Lasciati morire di fame e sete» Il salvataggio della Ocean Viking
ono rimasti alla deriva per una settimana, a bordo di un gommone partito da Zawiya, in Libia. Il motore si è rotto dopo tre giorni, lasciando 85 persone in balia del mare, senza acqua né cibo. Sono testimonianze drammatiche quelle dei superstiti dell’ennesimo naufragio, messi in salvo mercoledì dalla Ocean Viking. Hanno visto morire sotto i loro occhi — stremati da fame, sete e ustioni — familiari e amici. Ovvero i compagni di viaggio con cui si erano imbarcati alla volta dell’Italia, in alcuni casi dopo due anni di attesa in Libia. Il bilancio è di 60 vittime, tra cui un bambino di un anno e mezzo, morto con la mamma. I 25 migranti che sono riusciti a sopravvivere e che ora si trovano in precarie condizioni psicofisiche, hanno raccontato di aver visto per giorni volare aerei ed elicotteri sopra le loro teste, senza però ricevere aiuto da nessuno. In un tratto di mare, tra l’altro, rimasto privo di soccorsi visto che altre tre navi umanitarie, le Sea Watch 4 e 5 e la Humanity1, sono sotto sequestro in Italia, in base al decreto Piantedosi. L’accusa per Humanity1: non ha rispettato gli ordini dei libici.
SOperazioni Ma la Ocean Viking, che adesso sta facendo rotta verso Ancona, ieri è intervenuta in altre due operazioni di salvataggio che hanno fatto salire a 224 (tra cui 35 minori non accompagnati) il numero di migranti a bordo della nave. «Il viaggio di 1450 km rischia di peggiorare le condizioni mediche dei naufraghi, alcuni sono ancora attaccati all’ossigeno per riprendersi», fa presente Sos Mediterranée (la ong che opera nel Canale di Sicilia con la Viking) chiedendo così l’assegnazione di un porto più vicino. Due migranti sono stati prelevati da un elicottero della Guardia Costiera e trasportati a Lampedusa.
Polemiche E mentre l’Oim (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) chiede il rafforzamento del pattugliamento , arriva l’affondo di Elly Schlein. «Anziché discutere di come mettere in mare una vera missione europea di ricerca e soccorso per salvare vite nel Mediterraneo — sottolinea la segretaria dem — la presidente della Commissione Von der Leyen si prepara a volare con Meloni in Egitto, come già fatto in Tunisia, a promettere risorse al regime di AlSisi per fermare le partenze, in un Paese che non è sicuro né per gli egiziani né per tutti gli altri». A Lampedusa, intanto, tornano ad intensificarsi gli sbarchi, sette solamente ieri: in serata sull’isola erano ospitati almeno 380 migranti, alcuni partiti dalla Tunisia. E infine la Corte di giustizia europea ha respinto l’iter urgente per il decreto Cutro che, dunque, sarà trattato con procedura ordinaria. s TEMPO DI LETTURA 2’15” Sono stati destinati ad altri incarichi i due carabinieri ripresi in un video (nella foto, un frame) mentre colpiscono un giovane immigrato a Modena. L’uomo, Diallo Idrissa, 23enne guineano, ha opposto resistenza alla richiesta di documenti («Non li avevo ma avrei potuto chiamare un amico perché li portasse, invece hanno iniziato a picchiarmi»). Avrebbe subito almeno tre pugni alla testa. Condotto in caserma, spiega di essere stato «insultato e malmenato». Ieri era in ospedale per i raggi, avrebbe contusioni in vari punti del corpo. Il proprietario del locale dove lavora l’uomo, intanto, spiega: «È arrivato con il barcone, si è sempre comportato benissimo e ha fatto carriera: adesso è diventato lo chef dei secondi». Idrissa è stato fermato e rilasciato e ha detto di avere subito abusi simili «solo in Libia». La sua legale commenta: «Violenza non necessaria, da filmati Usa». I carabinieri coinvolti parlano di «atteggiamento sospetto».