La Gazzetta dello Sport - Romana
Finalmente Vittozzi Regina di Coppa «Era il mio sogno»
Conil21°posto nell’ultima gara iltrofeoèsuo: «Hovissutosulle montagnerusse, sonoorgogliosa della mia risalita»
Podio numero 68 Federica Brignone esulta per il 68° podio in carriera, uno in meno di Gustavo Thoeni e a 20 da Alberto Tomba ittozzi e l’assonanza con la Vittoria. La Coppa del Mondo che Lisa ha vinto ieri a Canmore, stringendo i denti, tant’era la tensione nella Mass Start per gli ultimi, interminabili 12.5 km, è un capolavoro portato a termine e pensato da quando la perse per un pugno di punti (22) dalla compagna e avche
VLisa Vittozzi (in azione e con la Coppa), 29 anni, di Sappada (Udine), vanta un bronzo olimpico in staffetta e 12 podi mondiali con 2 ori: quest’anno ha vinto il titolo iridato nell’Individuale versaria interna Dorothea Wierer. Era il 24 marzo 2019, e Lisa si fece una promessa: «Quella Coppa un giorno sarà mia, ho tutto il tempo davanti e le capacità per riuscirci. Piano piano raggiungo ogni obiettivo, e ne ho ancora tanti». Quel giorno è arrivato sotto il sole canadese: mai un 21° posto (con 5 errori al tiro) era stato accolto meglio da Lisa, che ha steccato l’ultima gara stagionale, vinta da una delle francesi doveva fronteggiare, Lou Jeanmonnot, vincitrice della Coppa di specialità. La sappadina ha dovuto fare gara a distanza soprattutto con la norvegese Ingrid Tandrevold, alla quale aveva sfilato il pettorale giallo di leader con due vittorie di forza nella Sprint e nell’Inseguimento: un uno-due che Lisa ricorderà per sempre. Arrivata in Canada a -73, saluta il circuito da regina del mondo con 1091 punti, e un saldo attivo di 33: la friulana bacia la Coppa del Mondo generale dopo le quattro di specialità già conquistate, e le quattro medaglie mondiali raccolte a febbraio a Nove Mesto, dove ha completato la rincorsa al suo primo titolo iridato individuale. Una stagione, insomma, pazzesca, cominciata a novembre con una vittoria nell’Individuale, cui sarebbero seguite altre quattro perle, oltre al titolo iridato. Una stagione in cui ha centrato ogni obiettivo, grazie a una costanza(solo nella Mass Start non ha vinto) che solo una domatrice di Coppa può avere, impreziosita da una percentuale al tiro pazzesca: il 92%. Una continuità che a 29 anni significa la piena maturità raggiunta. E non è finita: perché dopo questi traguardi, ad attenderla ci sono i Giochi 2026 ad Anterselva, dove inseguirà il podio individuale.
Ambizioni La carriera di Lisa sembra andare in parallelo con quella della Wierer: «È sempre stata un riferimento». Anche se quando Doro era al top, Lisa ha sofferto non poco. «Ho visto i demoni» ha raccontato Lisa, lei che da ragazzina era già slanciata, voleva fare la modella di Victoria’s Secret ma soprattutto la calciatrice. Attaccante che poteva giocare solo con i ragazzi. Era iperattiva, sentiva di poter eccellere nello sport. Non c’era una squadra di calcio a Sappada, così la baby juventina, in terza media, provò con il nuoto, l’arrampicata, la danza. «Mi ruppi tibia e perone sugli sci da discesa e non volevo sciare più, ma i compagni di classe praticavano tutti gli sport invernali e ricominciai col fondo». Il fondo è una delle due sezioni del biathlon: «Feci qualche gara col fucile ad aria compressa». E non smise più, fortificandosi al poligono di Forni Avoltri.
Crisi Prima o poi la crisi arriva, e Lisa ha dovuto chiedere aiuto, smarrita. «Ho vissuto momenti terribili, ho pensato più volte al ritiro. Avevo solo dubbi». Si portava il mental coach Aiace Rusciano anche al poligono per capire le reazioni cerebrali: «Da sola non ce l’avrei fatta. Ma mi sono anche guardata molto dentro per poter vivere lo sport e la vita in modo diversi. Prima mi identificavo nei risultati, ora non lo faccio più: se vinco o se perdo resto la stessa. Faccio quello che mi fa stare bene, al momento mi sento proprio in una fase zen». Perciò, prima dell’ultima gara, non ha dubitato: «Meraviglioso. È stata dura, ma ce l’ho fatta e sono scoppiata in lacrime come una bambina, mi sono voluta godere questo momento. Ho vissuto davvero sulle montagne russe del biathlon in questi anni, ma ora sono in vetta al mondo. Sono orgogliosa di me stessa per essere stata capace di lottare per il mio sogno che è diventato realtà». s TEMPO DI LETTURA 3’45”