La Gazzetta dello Sport - Romana

Finalmente Vittozzi Regina di Coppa «Era il mio sogno»

Conil21°posto nell’ultima gara iltrofeoès­uo: «Hovissutos­ulle montagneru­sse, sonoorgogl­iosa della mia risalita»

- Di Stefano Arcobelli

Podio numero 68 Federica Brignone esulta per il 68° podio in carriera, uno in meno di Gustavo Thoeni e a 20 da Alberto Tomba ittozzi e l’assonanza con la Vittoria. La Coppa del Mondo che Lisa ha vinto ieri a Canmore, stringendo i denti, tant’era la tensione nella Mass Start per gli ultimi, interminab­ili 12.5 km, è un capolavoro portato a termine e pensato da quando la perse per un pugno di punti (22) dalla compagna e avche

VLisa Vittozzi (in azione e con la Coppa), 29 anni, di Sappada (Udine), vanta un bronzo olimpico in staffetta e 12 podi mondiali con 2 ori: quest’anno ha vinto il titolo iridato nell’Individual­e versaria interna Dorothea Wierer. Era il 24 marzo 2019, e Lisa si fece una promessa: «Quella Coppa un giorno sarà mia, ho tutto il tempo davanti e le capacità per riuscirci. Piano piano raggiungo ogni obiettivo, e ne ho ancora tanti». Quel giorno è arrivato sotto il sole canadese: mai un 21° posto (con 5 errori al tiro) era stato accolto meglio da Lisa, che ha steccato l’ultima gara stagionale, vinta da una delle francesi doveva fronteggia­re, Lou Jeanmonnot, vincitrice della Coppa di specialità. La sappadina ha dovuto fare gara a distanza soprattutt­o con la norvegese Ingrid Tandrevold, alla quale aveva sfilato il pettorale giallo di leader con due vittorie di forza nella Sprint e nell’Inseguimen­to: un uno-due che Lisa ricorderà per sempre. Arrivata in Canada a -73, saluta il circuito da regina del mondo con 1091 punti, e un saldo attivo di 33: la friulana bacia la Coppa del Mondo generale dopo le quattro di specialità già conquistat­e, e le quattro medaglie mondiali raccolte a febbraio a Nove Mesto, dove ha completato la rincorsa al suo primo titolo iridato individual­e. Una stagione, insomma, pazzesca, cominciata a novembre con una vittoria nell’Individual­e, cui sarebbero seguite altre quattro perle, oltre al titolo iridato. Una stagione in cui ha centrato ogni obiettivo, grazie a una costanza(solo nella Mass Start non ha vinto) che solo una domatrice di Coppa può avere, impreziosi­ta da una percentual­e al tiro pazzesca: il 92%. Una continuità che a 29 anni significa la piena maturità raggiunta. E non è finita: perché dopo questi traguardi, ad attenderla ci sono i Giochi 2026 ad Anterselva, dove inseguirà il podio individual­e.

Ambizioni La carriera di Lisa sembra andare in parallelo con quella della Wierer: «È sempre stata un riferiment­o». Anche se quando Doro era al top, Lisa ha sofferto non poco. «Ho visto i demoni» ha raccontato Lisa, lei che da ragazzina era già slanciata, voleva fare la modella di Victoria’s Secret ma soprattutt­o la calciatric­e. Attaccante che poteva giocare solo con i ragazzi. Era iperattiva, sentiva di poter eccellere nello sport. Non c’era una squadra di calcio a Sappada, così la baby juventina, in terza media, provò con il nuoto, l’arrampicat­a, la danza. «Mi ruppi tibia e perone sugli sci da discesa e non volevo sciare più, ma i compagni di classe praticavan­o tutti gli sport invernali e ricomincia­i col fondo». Il fondo è una delle due sezioni del biathlon: «Feci qualche gara col fucile ad aria compressa». E non smise più, fortifican­dosi al poligono di Forni Avoltri.

Crisi Prima o poi la crisi arriva, e Lisa ha dovuto chiedere aiuto, smarrita. «Ho vissuto momenti terribili, ho pensato più volte al ritiro. Avevo solo dubbi». Si portava il mental coach Aiace Rusciano anche al poligono per capire le reazioni cerebrali: «Da sola non ce l’avrei fatta. Ma mi sono anche guardata molto dentro per poter vivere lo sport e la vita in modo diversi. Prima mi identifica­vo nei risultati, ora non lo faccio più: se vinco o se perdo resto la stessa. Faccio quello che mi fa stare bene, al momento mi sento proprio in una fase zen». Perciò, prima dell’ultima gara, non ha dubitato: «Meraviglio­so. È stata dura, ma ce l’ho fatta e sono scoppiata in lacrime come una bambina, mi sono voluta godere questo momento. Ho vissuto davvero sulle montagne russe del biathlon in questi anni, ma ora sono in vetta al mondo. Sono orgogliosa di me stessa per essere stata capace di lottare per il mio sogno che è diventato realtà». s TEMPO DI LETTURA 3’45”

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AP Campioness­a iridata

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