La Gazzetta dello Sport - Romana
«Dalla Primavera alla Serie A gli italiani sono sempre meno Come possiamo esportare?»
Parate alla francese
Gigio Donnarumma, 25 anni, numero 99 del Psg, la squadra dove gioca dalla stagione 2021-22 dopo aver lasciato il Milan ui arrivò e fu subito colpo di fulmine. Dopo 14 minuti gol all’Hansa Rostock, l’11 agosto 2007, nel suo esordio in Bundesliga. Poi di reti ne ha fatte tante in Baviera, 58 in 89 partite, in poco più di 2 stagioni. Un palmares fino ad allora scarno, a parte la promozione col Palermo in Serie A e il Mondiale proprio in Germania nel 2006, subito arricchito da due Bundesliga, due Coppe nazionali e una di Lega, oltre al titolo di capocannoniere in Germania nel 2007-08 (con 24 gol) e in Coppa Uefa lo stesso anno (10 reti in 11 gare). Luca Toni è uno dei pochi italiani che ce l’ha fatta davvero all’estero, ha vinto e convinto. Soprattutto nell’“ardua” Germania, ostica per lingua e diverse abitudini.
L▶Allora, Toni, secondo lei perché non “esportiamo” più tanti giocatori nei campionati top?
«Il problema secondo me non è se e perché pochi calciatori italiani vanno a giocare all’estero, ma perché non ci sono più italiani nei grandi club nostrani? Quanti gli azzurri in Inter, Milan, Juve, Roma? E così non creiamo più giocatori di alto livello. Se non ne abbiamo noi in casa come facciamo a esportarne?».
▶Poco arriva pure dai vivai?
«Esatto, le nostre squadre Primavera più forti hanno pochissimi italiani e quindi è chiaro che non ne trae beneficio la squadra maggiore e così via le varie nazionali Under e quella dei grandi, e tutti i vari campionati. Per andare all’estero devi avere la vetrina o della Champions o della nazionale, se no il mercato non ti vede neanche».
▶L’Italia poi fuori da due Mondiali di fila non aiuta.
«Sicuramente come vetrina ma soprattutto così molti dei nostri giocatori non disputano le competizioni più importanti per selezioni, oltre che come dicevo quelle europee per club».
▶L€ giovanili quindi problema e causa principale?
«Se non ricordo male il Lecce la scorsa stagione ha vinto il cam
Bomber pionato Primavera schierando solo stranieri, molti club ne sono zeppi. Per me il decreto crescita non ci ha aiutato, perché ha facilitato anche l’arrivo degli stranieri a livello giovanile oltre che in Serie A».
▶ La Germania, si dice, poi ha il problema della lingua.
«Ma la Bundesliga comunque non ha molte squadre che attirano, né che si possono permettere certi investimenti. Ci sono il Bayern o il Wolfsburg da titolo allora, o il Dortmund di Immobile, squadre epiche che facevano l’Europa che conta. E poi devi prima dimostrare di essere un giocatore importante per arrivare sin lì. Lo stesso discorso vale per l’Inghilterra. Se non sfondi in casa come ti fanno a notare?».
▶L€i ebbe difficoltà?
«Quelle normali quando vai in un paese nuovo. Ma io ho fatto una scelta bellissima, in un grandissimo club, quello gestito meglio, dove ho vinto subito, così è facile pure farti volere bene. Sempre se ti comporti bene, se ti alleni bene, se non fai pazzie, il Bayern era ed è un club importante, poi ho iniziato da capo cannoniere… La cosa più bella per me è stato tornare ora per la tv in occasione di Bayern-Lazio di Champions e scoprire tutta la curva che cantava per me e mi ha applaudito a lungo. Mi ha commosso». s TEMPO DI LETTURA 2’37”
Luca Toni