La Gazzetta dello Sport - Romana
Bici dai Murazzi La sentenza e l’ira del papà «Nessun segno di pentimento»
cherà mai» era stato il tributo sul palco di Sanremo. Amadeus aveva anche ricordato la Medaglia d’oro al valore civile conferita al ragazzo, alla memoria, dal presidente della Repubblica.
L’omicidio di Napoli ha 5 riacceso il dibattito sull’ipotesi dell’ergastolo anche per i minori, in casi molto gravi.
In Italia un minorenne non può essere condannato all’ergastolo. E con la sentenza 168 del 1994, i giudici costituzionali hanno ribadito «l’insanabile contrasto» tra il carcere a vita e la condizione del minorenne, perché verrebbe meno «la funzione rieducativa del carcere», sempre «preminente quando si tratta di minori». A settembre scorso la mamma di Giogiò aveva incontrato a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni, e avanzato la personale richiesta di inasprire le pene per alcuni reati, anche se commessi da minori. Una tesi sostenuta anche dal vicepremier Matteo Salvini. «Di fronte a un crimine così efferato, bisogna fare qualcosa di importante a livello normativo. Alla premier, ho riproposto la necessità che sia dato l’ergastolo a chi compie un delitto del genere, anche se ha 17 anni», aveva detto Daniela Di Maggio,
uscendo dall’incontro. E anche la politica riflette e discute, alla luce della decisione dei giudici. «Sicuramente è stata fatta giustizia, ma questo non ci restituisce Giogiò e non risana una ferita ancora viva nella città. E che deve essere da sprone per continuare a lavorare affinché questi fenomeni di violenza non si ripetano più» ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. «Credo che la pena sia giusta - ha aggiunto Manfredi – la Costituzione ci dice che la detenzione deve essere un percorso di riabilitazione e mi auguro che questo dettato costituzionale si possa realizzare». «Questa sentenza, dura ma giusta, deve far capire ai delinquenti e alle loro famiglie che il crimine non paga», commenta il deputato napoletano di VerdiSinistra Italiana Francesco Emilio Borrelli. «È stata scritta una pagina importante per la parte sana della città, quella di cui sono figli e simbolo il musicista e Francesco Pio Maimone» sottolinea Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale campano. s TEMPO DI LETTURA 4’05’’ Victor Ulinici, il 19enne che il 21 gennaio 2023 scagliò una bici elettrica dalla balaustra dei Murazzi del Po a Torino colpendo in testa lo studente palermitano Mauro Glorioso (rimasto tetraplegico), è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per tentato omicidio. Il processo si è celebrato con rito abbreviato e in aula era presente il padre di Mauro, Giuseppe, che ha commentato: «La cosa che fa più male è che non abbiamo riscontrato pentimento da parte di nessuno. Per il resto rispettiamo la sentenza». L’accusa aveva chiesto 14 anni, all’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Soddisfatto l’avvocato Luigi Tartaglino, difensore di Ulinici, nonostante sia stata respinta la richiesta di derubricare il capo d’accusa in lesioni: «Valuteremo se impugnare o meno la sentenza». E ora c’è il processo d’appello per tre imputati che erano con Ulinici quella sera, già condannati in primo grado a pene comprese fra i 6 e 9 anni. Quando fu colpito dalla bici, Mauro era tranquillamente in attesa di entrare in uno dei tanti locali che punteggiano i Murazzi.
Non conosceva nessuno di quella baby gang. Nel giro di un paio di settimane i carabinieri individuarono e arrestarono i componenti del gruppo.